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GLI AGRUMI 1/3 | A cura di Valerio Guiggi |
L’agrume è una pianta, con numero di specie ben definito, appartenente all’ordine delle
Aurantioideae, a sua volta parte della famiglia delle Rutacee. Di Aurantioideae ne esistono solamente tre generi che sono il Citrus, il Fortunella e il Poncirus. È proprio a questi generi che appartengono tutti gli agrumi ad oggi conosciuti.
Dei tre generi fanno parte le seguenti specie:
• Genere Citrus: ne fanno parte l’arancio e l’arancio amaro (Citrus sinensis), il limone (Citrus limon), il pompelmo (Citrus paradisi), il mandarino (Citrus reticulata), il pomelo (Citrus maxima), il cedro (Citrus medica), la clementina (Citrus clementina), il bergamotto (Citrus bergamia), il chinotto (Citrus myrtifolia), la combava (Citrus hystrix) e la limetta o lime (Citrus aurantifolia).
• Genere Fortunella: ne fanno parte una serie di agrumi che in Italia sono tutti conosciuti con
il nome di Fortunella, o Mandarino Cinese o Kumquat, che comprende però diverse
specie botaniche, più precisamente sei. Queste sono Fortunella crassifolia, Fortunella hindisii, Fortunella japonica, Fortunella margarita, Fortunella obovata, Fortunella polyandria.
• Genere Poncirus: è un genere a cui appartiene una sola specie, Poncirus trifoliata, che visivamente è molto simile ad un’arancia ed è per questo stata a lungo
tempo inserita tassonomicamente nel genere Citrus. È conosciuto come arancio trifoliato,
anche se è poco diffuso dalle nostre parti.
Gli agrumi conosciuti in tutto il mondo sono quindi solamente 18. Tuttavia, è possibile eseguire una serie di incroci botanici per far riprodurre
tra loro agrumi non solo di diversa specie, ma anche di diverso genere (sono stati
incrociati anche alcuni Citrus con alcune Fortunella) dando origine ad ibridi, incroci destinati comunque a scomparire nel giro di qualche anno data la loro
incapacità di riprodursi a lungo.
Storia
Gli agrumi si sono evoluti tutti nell’estremo Oriente; in particolare, il genere
Citrus in India, il genere Fortunella in Cina e il genere Poncirus in Corea.
Nel corso della storia, però, molte specie e principalmente quelle del genere
Citrus hanno raggiunto l’Europa e l’Italia, dove hanno trovato un habitat ideale
alla loro coltivazione.
Se i Romani già conoscevano il Cedro e l’Arancia amara, così come il Limone,
l’Arancia dolce fu importata dai portoghesi solamente nel XVI secolo, mentre i
mandarini sono arrivati addirittura nel XIX secolo. Ad oggi l’Italia detiene una
grande parte della coltivazione mondiale di agrumi in proporzione alle sue dimensioni.
La prima regione per produzione è la Sicilia, seguita dalla Calabria; l’Europa
ha riconosciuto la Denominazione di Origine Protetta a vari agrumi, coltivati
in zone varie del nostro paese.
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In quanto piante di origine tropicale, gli agrumi hanno esigenze particolari relativamente al clima che deve essere
sia caldo che umido, senza escursioni termiche troppo elevate, tali da impedire
la maturazione del frutto. Escursioni termiche tollerabili permettono invece di
stimolare la pianta (per un meccanismo di difesa) a produrre carotenoidi, tra i pigmenti responsabili del colore del frutto. Ciò accade, ad esempio,
in Sicilia dove le arance sono caratterizzate dal colore intenso. In ogni caso
la temperatura per poter vegetare non deve scendere al di sotto dei 13 gradi, ciò che fa che proliferazione degli agrumi avvenga solamente in alcune zone
del nostro paese.
Le piante degli agrumi sono sempreverdi, tranne il Poncirus che ha una sua stagionalità, e presentano su tutta la loro superficie delle
spine, generalmente assenti nelle coltivazioni.
I fiori, sempre molto profumati, si chiamano zàgare, e possono crescere in infiorescenze oppure essere solitari. Sono generalmente
bianchi, anche se possono avere sfumature giallastre per alcuni agrumi (arancio),
violacee per altri (limone).
Il frutto degli agrumi è chiamato esperidio, che è un tipo particolare, modificato, di bacca.
È costituito da un epicarpo, che è la parte colorata della buccia (quello da cui si prende la scorza, o
scorzetta) ed è la parte da cui si estraggono maggiormente gli oli essenziali;
poi si ha un mesocarpo, che è la parte spugnosa della buccia, che si può candire e consumare; infine
la parte interna è detta endocarpo, che è diviso in spicchi composti, a loro volta, di peli rigonfi e pieni di succo.
Gli spicchi sono disposti intorno all’asse centrale del frutto e contengono anche
i semi, alcuni dei quali sono fecondi, altri sterili. I semi non sono, a differenza
del mesocarpo, commestibili in alcun modo, ed è per questo che, per motivi commerciali,
si tende a produrre agrumi che non abbiano semi al loro interno.
Tra gli incroci di agrumi il più famoso è probabilmente il mandarancio, incrocio tra arancio e mandarino. In realtà, tutti i Citrus tranne il mandarino,
il pomelo e il cedro sono classificati come ibridi antichi, stabilizzati nel corso dei secoli fino a costituire una specie a sé stante.
Gli ibridi moderni non sono invece classificati come specie.
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