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L’Unione Europea ha definito un regolamento, il Reg. UE 1881/2006, che fissa i limiti massimi di piombo che possono essere presenti negli alimenti. I prodotti che hanno più probabilità di essere consumati frequentemente (come il latte) hanno limiti più stringenti rispetto a quelli che hanno meno probabilità di essere mangiati (come i prodotti della pesca).
Di seguito, i principali alimenti che possono contenere al loro interno il piombo, come il metallo si accumula e quali sono i limiti imposti dall’Unione Europea.
• Latte e latticini possono essere contaminati dal metallo pesante, che si trova nel latte per passaggio diretto dal torrente circolatorio. Tuttavia il piombo che si accumula nel latte è in quantità molto limitata, e il limite imposto è molto stringente, per cui, per quanto il latte sia in grado di accumulare questo alimento, esso non rappresenta un pericolo per la salute. Il limite massimo è di 0,020 mg/Kg.
• Carni: l’organismo animale accumula piombo ma la carne non è l’organo in cui se ne accumula di più, visto che il piombo si deposita maggiormente nel fegato, nel rene e nell’encefalo, che vengono raggruppate dalla normativa nel gruppo delle frattaglie. La carne è più sicura, anche grazie a un limite più stringente di 0,10 mg/Kg, mentre le frattaglie hanno un limite più alto, che corrisponde a 0,50 mg/Kg, per cui il consumo di questi organi dovrebbe essere moderato.
• Prodotti ittici: il piombo arriva nel mare e nei corsi d’acqua attraverso le falde acquifere e i prodotti ittici sono, analogamente a quanto accade con altri metalli, tra gli alimenti più inquinati che possiamo mangiare. Tra tutti, quelli in cui il limite è più stringente, 0,30 mg/Kg, sono i pesci, che sono da considerare i prodotti più sicuri. Seguono i crostacei, che hanno un limite massimo di piombo più alto, di 0,50 mg/Kg. I molluschi cefalopodi, che si nutrono prevalentemente di molluschi bivalvi filtratori, meritano un’attenzione particolare, con un limite massimo ammesso di 1 mg/Kg di piombo totale; infine, i prodotti della pesca più inquinati sono i molluschi bivalvi, le conchiglie, che accumulano piombo filtrando acqua nel corso della loro vita. I molluschi bivalvi, specialmente se raccolti nei pressi delle coste, tendono a essere particolarmente inquinati, ed è per questo che, come accade per altri metalli pesanti, il loro consumo dovrebbe essere limitato. Il limite ammesso è di 1,50 mg/Kg.
• Cereali e legumi: tra gli alimenti vegetali sono quelli che tendono ad accumulare il piombo in minor quantità, quindi il loro consumo e quello dei loro derivati (pane, pasta, farine…) si può considerare sicuro; il limite di piombo ammesso è di 0,20 mg/Kg.
• Ortaggi: non tutte le piante tendono ad accumulare il piombo, ma alcune più di altre: in particolare gli ortaggi del genere Brassica, cui appartengono le diverse varietà di cavolo, gli ortaggi a foglia e anche i funghi hanno un livello di attenzione più alta rispetto ad altri ortaggi, tra cui le patate. I limiti sono rispettivamente di 0,10 mg/Kg e di 0,30 mg/Kg.
• La frutta è uno degli alimenti che si può considerare maggiormente sicuro, perché i frutti tendono ad accumulare un quantitativo di piombo molto esiguo. Il limite è di 0,10 mg/Kg, che scende ulteriormente per i succhi di frutta e per i concentrati di frutta, il cui consumo può, per il piombo, essere considerato sicuro.
• Il vino è anch’esso un prodotto considerato generalmente sicuro, nonostante la vite sia una pianta che tende ad accumulare diverse quantità di piombo; il limite legame imposto è di 0,20 mg/Kg di questo metallo, un limite molto basso che garantisce la sicurezza di questo prodotto.
Gli alimenti che con più probabilità possono accumulare il piombo sono, quindi, i prodotti carnei e i prodotti ittici, con questi ultimi che tendono ad accumularne quantità maggiori rispetto ai primi. Devono essere quindi consumati con moderazione in particolare nelle persone più sensibili, come le donne in gravidanza, o in quelle persone che iniziano a mostrare alcuni sintomi tipici del saturnismo.
I prodotti vegetali, per quanto variabili, sono invece da considerare più sicuri rispetto a quelli di origine animale.
Il piombo nei materiali a contatto con gli alimenti
Per evitare che il piombo possa essere presente negli alimenti, è necessario che non sia presente nemmeno nei materiali che vengono loro in contatto, dai quali potrebbe essere ceduto agli alimenti.
L’Unione Europea è molto restrittiva al riguardo e nel Reg. UE 2015/628 fissa limiti ben precisi sull’ammontare di piombo che può essere presente all’interno dei materiali a contatto. Vengono contemplati anche i materiali che, pur non venendo a contatto diretto con gli alimenti, possono essere messi in bocca dai bambini, cedendo comunque il metallo.
Per quanto riguarda la situazione domestica, i limiti sono più che sufficienti per evitare qualsiasi tipo di cessione, ma bisogna considerare che i limiti massimi di piombo non vengono definiti per quantità (cioè, non c’è un limite di concentrazione massima di piombo che può essere presente nel prodotto), ma per migrazione, ovvero in base a quanto piombo cede il materiale.
Ciò significa che il piombo, in un materiale a contatto, può anche essere presente in quantità elevata e bisogna ricordare che le prove di cessione vengono effettuate limitatamente alle condizioni d’uso di quel materiale: per esempio, un contenitore per alimenti che riporta in etichetta “non inserire in forno o in forno a microonde” non è stato testato per la migrazione del materiale in condizioni di alta temperatura.
È dunque consigliabile leggere attentamente tutte le istruzioni riportate in etichetta dei materiali a contatto, in particolare quelle di pellicole, involucri e contenitori.
Bibliografia
-Galli C., Corsini E., Tossicologia, Piccin editore, 2004;
-Reg. UE 2015/628
-Reg. UE 1881/2006
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