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GLI ORTI URBANI | A cura di Alessandra Mallarino |
Gli orti urbani stanno proliferando in modo spontaneo nelle città sotto l’impulso di diversi
bisogni, prima di tutto quello di creare un continuum tra la vita cittadina, povera di contatti bucolici, con la Madre Terra. Avere
sul terrazzo o balcone un “pezzo di natura” deriva da un desiderio pressoché ancestrale;
di fatto gli esseri umani da cacciatori sono diventati poi allevatori e agricoltori
e coltivando la terra ne hanno ricavato cibo e quindi sostentamento.
Gli orti urbani si sviluppano con caratteristiche diverse, vi sono quelli costruiti
in forma “micro” utilizzando grandi o piccoli terrazzi, per passare a quelli più
strutturati che si avvalgono della concessione da parte dei Comuni e delle singole
Circoscrizioni di piccoli appezzamenti di terra in zone all’interno della città
o collocate nella prima cintura periferica.
Di seguito vengono descritte le diverse tipologie di orti e di realtà verdi che
si possono trovare e osservare o meglio ancora “vivere” nelle città.
Orti Comunali
Gli orti comunali sono aree verdi che si estendono fino a 40, 50 mq, (ma l’ampiezza
può andare anche oltre) gestite direttamente dai cittadini per concessione del
Comune di appartenenza, per le quali è necessario corrispondere un piccolo affitto.
Il Comune mette a disposizione dei terreni tramite degli appositi bandi e a rispondere
vi sono persone tra i quali molti pensionati che hanno la possibilità di utilizzare
il loro tempo in modo sano e utile: oltre a produrre alimenti senza uso di pesticidi
e altre sostanze chimiche, fanno attività fisica all’aria aperta con effetti positivi
sulla salute.
Gli orti comunali sono presenti in sempre più città italiane tra le quali Milano,
Firenze, Torino, Napoli, Livorno e Ferrara.
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Corporate Gardens
Gli orti che crescono nei pressi, sulle terrazze o sui tetti degli uffici sono
denominati “corporate gardens” (o “orti aziendali”), fenomeno piuttosto recente che vede all'opera impiegati e dipendenti di aziende
che alla passione per l’orticoltura uniscono la volontà di approfondire la sfera
relazionale e abbattere le barriere gerarchiche con benefici anche sul lavoro
di “team” nell’ambito professionale. Negli Stati Uniti, l’orto aziendale viene
offerto dalla proprietà ai dipendenti come una sorta di “benefit” dall’utilizzo
facoltativo. Tra le prime aziende ad aver intrapreso questa politica da “green
economy” si annoverano la Toyota, la Pepsi e le aziende informatiche come Google
e Yahoo, che hanno sede nella Silicon Valley.
Orto collettivo di quartiere
Nasce a Torino una bella e positiva esperienza di orto urbano, meglio definito
di “quartiere”, nato dall’idea di quattro giovani che per conto della Città di
Torino e della Provincia hanno realizzato il progetto di un orto lungo il fiume
Sangone.
L’orto si sta sviluppando a sud della città, nei pressi della Strada del Drosso
tra più di 300 orti cittadini abusivi, in un’area che nei prossimi anni vedrà
le opere di compensazione del termovalorizzatore di Gerbido.
Il progetto, che porta il nome di “Miraorti”, ha l’obiettivo di riqualificare
le sponde del fiume Sangone, un’area che copre dalla strada Castello di Mirafiori
fino alla Strada del Drosso, coinvolgendo anche le scuole del territorio. Da una
sorta di discarica a cielo aperto di materiali anche pericolosi quali l’amianto,
si è passati ad un lungo e paziente lavoro di ripulitura e di realizzazione di
aiuole con i bulbi piantati dai bambini delle scuole elementari e con gli spazi
totalmente riorganizzati sotto la guida dell’architetto giardiniere Luca Riccati.
In seguito, sono intervenuti tanti, appassionati ortolani, tra i quali pensionati
ed ex operai.
Orto verticale
In passato era abbastanza usuale vedere unità abitative unifamiliari le cui facciate
erano coperte totalmente da verde ma oggi tali soluzioni si adottano perlopiù
per i centri commerciali, gli alberghi, i ristoranti, le aziende prossime alla
città o all’interno delle stesse. Oltre ai classici rampicanti vengono utilizzati
anche sistemi più strutturati per cui vengono utilizzate piante dalle poche esigenze
gestionali e che si adattano alle strutture leggere sulle quali crescono. I cosiddetti
“green buildings” consentono di coltivare le piante più diverse, comprese quelle
a fini alimentari. Al vantaggio di poter usufruire di un “orto verticale”, pur
con evidenti limiti, tali soluzioni uniscono degli indubbi vantaggi estetici (coprendo
difetti, piccole crepe e vecchi intonaci), oltre ad assorbire i raggi ultravioletti, l'anidride
carbonica e il calore con conseguente risparmio di energia.
Per realizzare un orto verticale è necessario acquistare dei pannelli modulari,
generalmente di forma quadrata, sui quali sono state posizionate delle mensole
su diversi livelli, per poggiare i vasi e le fioriere. Tramite paletti e spalliere
di plastica si darà infine sostegno alle piante.
Molta attenzione va riservata alla posizione: dal momento che gli ortaggi necessitano
di almeno 3 o 4 ore di sole al giorno, è indispensabile che le piante non siano
esposte a nord e in una posizione non eccessivamente ventilata, né priva d’aria.
Va inoltre evitata l’esposizione al traffico e favorita invece quella affacciata
al cortile interno.
L’orto virtuale
Per chi proprio non ne vuol sapere di coltivare ortaggi in proprio o anche per
chi non ha la possibilità, vengono in soccorso alcune iniziative su Internet per
cui, corrispondendo regolarmente una certa cifra, si può coltivare un orto “virtualmente”
da casa benché esso venga effettivamente lavorato, per produrre ortaggi da recapitare
direttamente al recapito fornito dal cliente.
Di cosa ha bisogno un orto
Perché un orto venga realizzato con successo, aldilà degli attrezzi da impiegare
e delle sementi, è bene prima di tutto essere dotati di molta pazienza: dopo aver
piantato i semi, infatti, bisogna saper aspettare prima di vedere dei risultati
e prima di allora bisognerà annaffiare regolarmente nella misura necessaria e
assicurarsi che il terreno riceva il giusto calore dal sole. L’altro requisito
è l’impegno costante nella cura dell’orto che andrà seguito con regolarità e “pulito”
dalle erbacce, operazione da effettuare preferibilmente a mano.
Strumenti per lavorare in un orto
Per poter lavorare correttamente un orto è necessario avere a propria disposizione
degli strumenti semplici e pratici atti a favorire le diverse pratiche per girare
la terra, zapparla e prepararla alla semina.
Non si deve temere di sporcarsi le mani ma è comunque consigliabile usare dei
guanti che prevengano il formarsi di vesciche a seguito dell’uso intenso di alcuni
strumenti come rastrello o vanga.
Ecco di seguito i principali attrezzi:
• Rastrellino a 5 denti: perfetto per i piccoli orti, elimina facilmente le sterpaglie e prepara il terreno
alle semine successive.
• Estirpatore: è uno strumento con una lama che termina a “V” e serve per eliminare le radici
a fittone tipiche delle piante infestanti, si elimina solo la radice e non si
rovinano le piante vicine.
• Zappetta a lama quadra con tridente: si usa per “zappettare” e rompere le piccole zolle di terra, mentre il tridente
viene usato per favorire la semina.
• Rastrellino a tre denti: adatto per il balcone o anche il terrazzo (per i vasi).
• Palettina larga: ha la stessa finalità e uso del rastrellino a tre denti, utile soprattutto
per i piccoli spazi come il balcone o il davanzale.
• Trapiantatore largo: serve per trapiantare le piante di piccole dimensioni in vaso, ad esempio su
un balcone o anche in terra piena.
• Forbici per siepi: piccole forbici per tagliare arbusti, siepi con piccole dimensioni, rami sottili
in generale .
• Forbici da potatura: adatte, grazie alle loro piccole dimensioni, per potare moltissime piante.
• Innaffiatoio: ne esistono di dimensioni diverse e di materiale vario, leggeri e pratici.
Più è grande, più farà risparmiare il tempo per riempirlo.
Attrezzi da giardinaggio per piantare
• Pianta bulbi: con manico corto o lungo, è un attrezzo che richiede un particolare lavoro
del polso.
• Piantatoio: utile per piantare, ad esempio, i bulbi di aglio, cipolla, o altri ortaggi.
Può essere sostituito anche con un ramo robusto, opportunamente intagliato.
Attrezzi per prati
• Ramazza: da usare su tutte le pavimentazioni.
• Tagliabordi a mezzaluna: una mezzaluna con un lungo manico che serve per tagliare i bordi.
• Scopa di metallo: è una scopa a rastrello con piccoli uncini che si apre a ventaglio e si usa
per raccogliere foglie secche, eliminare il muschio e permettere una buona respirazione
del prato.
Attrezzi per potare
• Tagliarami: serve per potare i rami alti, evitando l’uso della scala. Molto utili quelli
con manico allungabile dotati di una carrucola per far scorrere meglio il filo.
• Coltello da giardiniere: si usa spesso ed è davvero uno strumento indispensabile da tenere in tasca,
perfetto per fare delle talee, per accorciare corda e fili vari, ecc.
Cura degli attrezzi da giardinaggio
Tutti gli attrezzi sopra descritti sono da conservare con molta cura perché siano
sempre efficienti; la prima regola è quella di non lasciarli mai esposti all’aperto
poiché la pioggia, il freddo, il gelo potrebbero deteriorarli. Vanno puliti regolarmente,
asportando la terra e affilati, anche con una semplice pietra affilante, da ungere
con qualche goccia di olio.
Concimi e sementi
Per un buon orto è necessario disporre di un buon concime che può essere di due
tipi, mineralico e organico; quest’ultimo è più facile da usare e soprattutto da trovare in commercio. Meglio
reperirlo in campagna ove si può scegliere tra quello bovino e quello equino,
entrambi ottimi.
Le sementi sono reperibili non solo in qualsiasi negozio di giardinaggio ma spesso
anche nei supermercati, in buste sulle quali sono riportate le date di confezionamento
che ne indicano la “freschezza”. Attenzione a non lasciare mai le buste aperte
dopo l’uso nel caso non vengano utilizzati tutti i semi, poiché l’umidità potrebbe
deteriorarne il contenuto.
Acquistare sementi è una soluzione assai più economica rispetto all’acquisto
di piantine di vivaio ma prima di effettuare la semina è opportuno leggere con
attenzione le istruzioni sul retro della busta, per osservare il tempo di semina,
il tipo di irrigazione e l’esposizione al sole necessarie.
Attenzione anche nel caso si posseggano piccoli animali che con le loro deiezioni
possono rovinare l’orto e rendere vana la semina; in questo caso è opportuno effettuare
delle recinzioni dell'orto più o meno grandi.
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Bibliografia
Brino G., “Orti Urbani a Torino, un esperimento di autogestione”, Alinea Firenze 1982
Fabbri P., “Il verde nel paesaggio”, Guerini Milano, 1989
Conti S., “Mille Orti tra il cemento” in La Stampa, 19-12-1981
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