25 settembre 2015
La carica dei 208 (esami inutili?)
"Quando c'è la salute, c'è tutto" formulò il giornalista e scrittore Gandolin (al secolo Luigi Arnaldo Vassallo) oltre un secolo fa. Ma quando la salute non c'è, che fare? Analisi, accertamenti…, certo. E se non ci sono nemmeno quelle? O quantomeno, se non ce li si può permettere? E' quanto si chiedono in tanti, in questi giorni da quando il Ministero della Salute, in virtù della famigerata "spending review" che sta investendo vari settori della vita pubblica, ha stilato una lista di prestazioni sanitarie (ben 208!) che in un futuro molto vicino, se prescritte dal proprio medico, potranno essere effettuate solo a pagamento, senza neppure le agevolazioni del 'ticket'. L'iniziativa ministeriale muove dalla constatazione che ogni anno il Servizio Sanitario Nazionale spende 13 miliardi per esami e visite "inappropriate". Esami e visite che i medici di base prescrivono non per reale necessità del paziente ma per eccessivo scrupolo (tanto poi è l'SSN che paga, pare sottinteso). I medici si sono sentiti chiamati in causa e non l'hanno presa bene, tanto più che quando il provvedimento diventerà esecutivo, coloro che prescriveranno esami o interventi che rientrano nella 'black list' saranno soggetti a sanzioni pecuniarie. A scorrere la lista delle diagnosi "a rischio" (nel senso che alcune di loro possono essere prescritte solo a certe condizioni) si trova un po' di tutto, dalle risonanze magnetiche ai test allergici, dalle prestazioni odontoiatriche all'esame del colesterolo totale. Si intravedono già piogge di contestazioni, ricorsi, discussioni su interpretazioni più o meno errate. I detrattori del provvedimento parlano di attacco al fondamentale rapporto di fiducia tra il medico e il paziente, con il primo che potrebbe rifiutare di fare una prescrizione per timore di una multa (che nelle parole del Ministro della Salute non scatterebbe automaticamente) e il secondo che, di fronte alla prospettiva di pagare per un esame costoso, possa rinunciarvi del tutto. Il tema è delicato, non c'è dubbio. E l'impressione è che il Ministero faccia sul serio, tanto che si parla già di scioperi nel mondo sanitario. Un compromesso che metta d'accordo Governo, medici e pazienti è auspicabile purché nel solco di quello che recita l'articolo 32 della Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività".

- Tema: Pillole di benessere
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