11 novembre 2016
Panino a scuola, sì, no, forse
Sta facendo discutere genitori e operatori del settore scolastico (e non solo), una sentenza emessa dal Tribunale di Torino che permette alle famiglie dei piccoli alunni di preparare il loro pasto a casa per consumarlo a scuola. La questione andava avanti da ben tre anni, dopo che un gruppo di genitori aveva istituito un Comitato assistito legalmente per contrastare il "caro mensa", ovvero la quota obbligatoria da versare mensilmente per assicurare il pasto ai loro bambini. Il Ministero dell'Istruzione si era opposto alla richiesta del Comitato ma un primo gruppo di 58 famiglie ha vinto la causa in Corte d'Appello e il Tribunale di Torino ha infine decretato che il pasto da casa a scuola è un diritto di tutti, estendibile quindi ben oltre il gruppo che ha sollevato il caso. Non è finita qui, però: dovrà ora pronunciarsi la Corte di Cassazione, cui il Ministero dell'Istruzione ha fatto ricorso. Intanto, però, il dibattito resta aperto. E nel dibattito, si è inserita anche la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) che ha posto l'accento sia sulle problematiche sanitarie che comporterebbe la mensa 'fai da te', sia su quelle educative. Ha dichiarato un membro della Giunta SItI, anche direttore UOC Igiene Alimenti e Nutrizione del Dipartimento Sanità Pubblica di Bologna, Dott.ssa Guberti: "Il consumo di pasti, di provenienza diversa dalla mensa scolastica, da consumare a scuola deve, comunque, garantire la possibilità che questi vengano conservati in ambienti e a temperature idonee per evitare contaminazioni o deterioramenti. Ne consegue che saranno necessarie idonee apparecchiature frigorifere e/o per il riscaldamento. La scelta di somministrare esclusivamente alimenti conservabili a temperatura ambiente finirebbe col penalizzare la varietà e la qualità nutrizionale dei pasti consumati. Inoltre dovrà essere garantita la sorveglianza da parte di personale della scuola affinché ciascuno consumi il proprio pasto per evitare gli inconvenienti (allergie e intolleranze) o contaminazioni, dal momento che oltre il 50% delle tossinfezione alimentari interessa preparazioni domestiche." C'è poi il problema, come detto, della ricaduta sul piano educativo. Secondo il presidente SItI Carlo Signorelli, di cui leggo le dichiarazioni sul sito del Corriere della Sera, consentire a un bambino di portarsi il panino da casa crea discriminazione, tra chi si può permettere la retta della mensa e chi no. "Per un messaggio educativo alimentare efficace" - sostiene Signorelli -"tutti i bambini devono sentirsi uguali di fronte al pasto. È quindi necessario anche fornire pasti a prezzi accessibili a tutti, magari ricorrendo agli alimenti della dieta mediterranea più economica”.

- Tema: Pillole di benessere
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