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LE PROPRIETÀ BENEFICHE DELLA CICORIA |
A cura di Marta Chiappetta |
La cicoria è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae (note anche come Compositae) che cresce in Europa, Asia, America settentrionale e meridionale, Africa boreale. La sua altezza può variare da 20 cm a un metro, il fusto è eretto con l’interno cavo; le foglie hanno la forma di lancia rovesciata che abbraccia il fusto. La pianta cresce in tutte le zone d’Italia fino a 1200 m, in particolare lungo i bordi dei sentieri, nei fossati e nei campi, e può essere coltivata nell’orto a scopi alimentari. La cicoria, soprattutto quella selvatica, ha un caratteristico sapore amaro: per il consumo alimentare le foglie vanno raccolte prima della fioritura e devono essere private della parte più interna.
La specie più comune e nota è Cichorium intybus L. ma esistono moltissime varianti, “sinonimi” della specie principale. In alcune zone d’Italia viene chiamata catalogna; altri nomi comunemente utilizzati sono cicoria da campo, da taglio, cicoria asparago.
È difficile individuare un’origine certa del nome, anche se la pianta è presente fin dai primi tempi della storia umana. Molto conosciuta nell’antico Egitto, la cicoria era ritenuta sacra e una panacea per molti disturbi. Venne nominata nel Papiro di Ebers, il primo trattato medico egiziano, e citata negli scritti del medico greco Galeno di Pergamo, che fin da allora individuò in essa delle proprietà nutritive utili per il fegato, teoria poi confermata dall’attuale ricerca scientifica. La cicoria, grazie alle sue virtù diuretiche e stomachiche, venne esaltata anche da Plinio il Vecchio nella sua “Storia Naturale”. Nel Medioevo venivano attribuite a questa pianta proprietà anafrodisiache e le radici venivano usate per combattere l’ittero, l’angina pectoris e le congestioni epatiche.
Gli usi alimentari della cicoria
La cicoria viene utilizzata principalmente in cucina e in ambito farmaceutico, grazie alle sue innumerevoli proprietà. In cucina si usano prevalentemente le foglie, fresche o cotte, mentre a scopo medicinale si utilizzano principalmente le radici.
Le foglie crude si possono consumare in insalata, scegliendo, tuttavia, le cicorie più tenere e giovani per evitare il gusto troppo amaro.
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Il caffè di cicoria
L’utilizzo della radice di cicoria come surrogato del caffè ha origine nel lontano passato, a cominciare dal periodo napoleonico quando ci fu il blocco delle navi inglesi (molte delle quali trasportavano caffè), fino a toccare altre epoche storiche, quando, ad esempio, non fu possibile utilizzare la famosa bevanda originaria delle Americhe, soprattutto per le classi più povere che non potevano permettersi i preziosi chicchi di caffè.
Il caffè di cicoria si ottiene dalla radice, la parte che possiede sostanze amare e zuccherine, tostata e macinata. Attualmente questa bevanda sta riscuotendo un rinnovato successo grazie all’interesse generale nei confronti dei prodotti biologici e per gli effetti benefici sull’organismo di chi l’assume come alternativa al caffè.
In Italia si può trovare facilmente nei negozi di alimenti biologici ma anche nei supermercati ben forniti nel reparto dei prodotti bio. La bevanda può essere consumata utilizzando la polvere estratta dalla cicoria preparata con il procedimento della moka classica, riproponendo in questo modo anche il tipico rituale del caffè. Un’altra modalità di preparazione consiste nel far bollire la polvere con acqua e berla dopo averla filtrata con un colino. In commercio esistono anche altre due formulazioni per la consumazione del caffè di cicoria: quella solubile, che ha, però, un gusto meno deciso, e quella in cialde da utilizzare con la macchina da caffè, a casa, a lavoro, al bar.
Il caffè di cicoria può essere dolcificato con miele, sciroppo d’agave o di acero oppure aromatizzato con zenzero e cannella; può anche essere mescolato al latte.
Proprietà salutari
La cicoria è un concentrato di virtù nutritive e uno dei più preziosi depurativi del sangue. Questa pianta aiuta a depurare il fegato, le vie biliari e tutto l’organismo, regola il colesterolo, aiuta la digestione e favorisce la motilità intestinale.
La radice contiene inulina, una fibra solubile spesso utilizzata negli integratori alimentari che favorisce la digestione e regola la funzionalità intestinale. Il sapore amaro è dovuto alla presenza dell’acido cicorico, sostanza che favorisce la secrezione della bile e la diuresi, con effetti positivi su ritenzione idrica e cellulite. La pianta è ricca di sali minerali essenziali per il benessere dell’organismo come potassio, calcio e ferro. Anche il quantitativo di vitamine, in particolare B, C, K e P, contenute nelle foglie e nelle radici, rende la cicoria un alimento utilissimo in caso di anoressia, astenia, anemia e artrite.
L’estratto di cicoria stimola l’appetito, è un ottimo lassativo e si utilizza frequentemente per trattare il colon irritabile, la flatulenza e la cattiva digestione. Sotto forma di decotto, la pianta è utile anche per trattare le dermatosi.
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Valori nutrizionali per 100 g
Acqua 92 g, Calorie 22 kcal/ 96 kj, Proteine 1,7 g, Carboidrati 4,7 g, Grassi 0,3 g, Fibre 4 g, zuccheri 0,7 g, Sodio 45 mg, Potassio 420 mg, Fosforo 47 mg, Ferro 0,9 mg, Magnesio 30 mg, Calcio 100 mg, Zinco 0,42 mg, Acido ascorbico (Vit. C) 24 mg, Acido Pantotenico (Vit. B5) 1.159 mg, Fillochinone (Vit. K) 297.6 mcg.
Avvertenze e controindicazioni
Il consumo di cicoria e del caffè estratto dalla sua radice, è sconsigliato in gravidanza (per la possibile stimolazione di contrazioni uterine) e in caso di ulcera e gastrite.
L’assunzione di quantità eccessive di inulina può provocare reazioni allergiche, dissenteria, gonfiore, crampi e flatulenza. La pianta non va utilizzata spesso e per molto tempo poiché contiene arsenico, anche se in minima quantità. Il consumo di cicoria è sconsigliato nei soggetti allergici alle Compositae e in associazione con i farmaci, poiché può ridurne l’effetto. Per quanto riguarda le possibili interazioni, rivolgersi al medico curante o al farmacista.
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