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LA DIETA PER LA DISBIOSI INTESTINALE |
A cura del Prof. Maurizio Fraticelli |
Sull’organo cute, a livello vaginale e nell’intestino dell'organismo umano si
apprezzano varie e numerose popolazioni di germi che rivestono importanza fondamentale
nel mantenimento dello stato di salute dell’uomo.
Infatti tali microsistemi non solo, come è intuibile, costituiscono la prima
barriera dell'organismo contro le infezioni, ma hanno anche numerose altre funzioni
tali da permettere un corretto funzionamento del corpo umano.
Nell’apparato gastroenterico, soprattutto a livello intestinale si riscontrano
una notevole quantità di germi, tra i quali: clostridi, enterobatteri, enterococchi,
lattobacilli, stafilococchi e l'escherichia coli. Tuttavia, nell'intestino non
troviamo solo batteri, ma anche virus, miceti ed altri ancora.
La cosa più importante è che questa la flora intestinale è detta “fisiologica”, in quanto è in simbiosi con l'organismo.
Questa simbiosi, da cui traggono vantaggio sia l'organismo sia la microflora,
viene definita eubiosi.
La “normalità” della microflora è determinata e mantenuta da un corretto apporto di ossigeno,
da una idonea acidità, nonché da fattori meccanici come la peristalsi, cioè i
fisiologici movimenti dell’intestino.
L’alta acidità dello stomaco, unita ad una buona presenza di ossigeno, permette,
in condizioni fisiologiche di trovare solo il “lactobacillus acidophilus” ed i “lieviti”. L'intestino è capace di tenere attivo con il suo microambiente una vivace
flora batterica fisiologica, in grado di produrre i cosidetti gli antibiotici
naturali, che possono annientare una notevole quantità di germi patogeni. Non
si deve dimenticare che l’intestino, grazie alla sua sviluppatissima rete linfatica
è tra l’altro, il luogo di azione delle difese immunitarie. L'attività di questo
sistema di difesa viene modulata dal tipo di microflora presente.
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Numerose sono le cause in grado di creare alterazione della normale flora batterica
intestinale. Una o più cause, anche intersecandosi tra loro possono infatti determinare
una rottura dell'equilibrio dell'ecosistema microbico intestinale, con l’aumento
di germi patologici.
Questa condizione viene chiamata comunemente disbiosi.
CAUSE ALIMENTARI: diete incongrue, caratterizzate da una carenza di fibre e scarso consumo di
vegetali e ricche di generi alimentari raffinati come farine e zucchero, oppure
scarsa assunzione di prodotti caseari;
CAUSE JATROGENE: tanti sono i farmaci in grado di creare condizione di disbiosi, sopratutto
l’abuso di antibiotici, sulfamidici, corticosteroidi, pillola anticoncezionale,
lassativi.
CAUSE INQUINANTI: i coloranti alimentari, i conservanti ed i pesticidi sono in grado, agendo
per un tempo sufficientemente ampio, di creare svariate situazioni patologiche
tra cui anche la disbiosi.
CAUSE PATOLOGICHE: gravi infezioni intestinali e del pancreas; parassitosi, ecc.
Fra tutte le cause elencate riveste particolare importanza l’uso eccessivo e
non giustificato di antibiotici, divenuta particolarmente importante negli ultimi
decenni. Infatti gli antibiotici e i sulfamidici con la loro azione possono uccidere
o ridurre l’azione dei batteri intestinali residenti. I corticosteroidi possono
ridurre l'efficienza del sistema immunitario. Da non trascurare, quindi, come
causa di disbiosi intestinale le intossicazioni da metalli pesanti (piombo, cadmio,
mercurio).
Infine molto importanti nel determinare la disbiosi sono anche i traumi psichici
e lo stress che agiscono attraverso meccanismi immunologici ed endocrini.
Le disbiosi sopra ricordate sono dette patologiche. Accanto ad esse e di frequente riscontro, devono essere considerate le cosiddette
disbiosi parafisiologiche, appannaggio del bambino, causate da immaturità dell’immunità, da turbe della
motilità intestinale, da anomalie dell’acidità gastriche.
L’alterazione della microflora intestinale non porta solo a conseguenze locali,
in quanto, poiché nell’intestino stesso è largamente rappresentato il sistema
immunitario, si verificheranno situazioni spiacevoli anche a distanza.
Tra le patologie locali più frequenti, nel caso di disbiosi, abbiamo le colite,
le poliposi, i diverticoli.
Le disbiosi svolgono anche un ruolo nel determinismo di alcune patologie epatiche.
L’alterazione della microflora intestinale è responsabile, insieme ad altri fattori,
di disturbi reumatico-simili, insufficienze venose arti inferiori; sindromi emorroidarie,
aterosclerosi e ipertensione.
La disbiosi influenza anche la comparsa di intolleranze e allergie intestinali
dovute essenzialmente ad un'aumentata penetrazione di macromolecole nell'intestino
e ad una insufficiente attività difensive locali.
L’alterazione microbica intestinale provoca la formazione, a causa dell’anomalo
metabolismo batterico, di sostanze tossiche: fenolo, indolo, ammoniaca che affaticano
il fegato e pancreas con cattiva digestione degli alimenti ed amplificazione della
disbiosi; il cattivo funzionamento epatico, con accumulo dei suindicati prodotti
tossici porterà ad ulteriori anomalie con presenza di segni neurologici e psichici.
Per la diagnosi è molto importante sapere la storia clinica del paziente, in
particolare avere notizie sull’assunzione di determinati farmaci, il tipo di alimentazione
seguita, tutto questo insieme ad altre informazioni ci potrà indirizzare verso
la diagnosi di disbiosi intestinale; che sarà rafforzata se il paziente presenta
anche dei sintomi: flatulenza, diarrea, gengivite cronica, gastrite.
Spesso nei pazienti con anomalie della flora batterica “fisiologica” si possono apprezzare alterazioni delle transaminasi e dell’acidità delle feci.
In caso di disbiosi intestinale grave può comparire nelle urine lo scatolo.
Un ausilio per la diagnosi ci può essere data dai test kinesiologici, anche la
bioelettronica mediante il test delle AEV può risultare utile.
Una volta fatta la diagnosi di disbiosi, la principale misura terapeutica è la
dieta, associata a profonde ed ampie terapie drenanti in grado di pulire a fondo
l’organismo, ripristinando equilibri persi. La dieta viene supportata dall’assunzione
di bioterapici, ossia i "fermenti lattici" (o batteri lattici). I batteri lattici sono chiamati in tal modo in quanto
sono in grado, di produrre grandi quantità di acido lattico. Alcuni di queste
classi di batteri sono: lactobacillus, lactococcus, streptococcus, pediococcus.
Il Lactobacillus acidophilus presenta ottime doti terapeutiche, in quanto, è estremamente efficace nei confronti
di diversi germi patogeni, producendo antibiotici molto attivi contenenti la acidofillina
e la lactocidina.
L'uomo nel corso della storia ha sempre mostrato interesse per i batteri lattici
come testimoniano una serie di antichi documenti, nonché iscrizioni murali, che
indicano un uso quasi quotidiano di fermenti lattici nelle civiltà egizie ed assiro-babilonesi.
Fu merito del microbiologo russo Metchnikoff, se i concetti dell’eubiosi si sono
diffusi in occidente. L’ insigne studioso elaborò una teoria suggestiva ed affascinante
correlando la longevità delle popolazioni balcaniche con il largo consumo di prodotti
fermentati quali: yogurt, koumis kefir, mazum e dahi. Ai giorni nostri, accanto
alle affermazioni un tempo basate sull’empirismo, si sono ormai raccolte una serie
di prove scientifiche che hanno permesso di delineare con chiarezza che i batteri
lattici sono veramente in grado di coprire un ruolo terapeutico per l'uomo. L'azione
terapeutica dei batteri lattici giustifica la loro presenza nelle preparazioni
alimentari.
Alcuni interessanti studi indicherebbero che il Lactobacillus acidophilus a livello
locale intestinale sarebbe in grado di inibire la formazione di tumori. È stato
provato che i lattobacilli finora menzionati hanno attività di stimolazione del
sistema immune.
Altre azioni imputabili al Lactobacillus acidophilus ed alle altre categorie
di germi eubiotici sarebbero quelle di ridurre il colesterolo, mediante la produzione
di metaboliti in grado di inibire la sintesi di colesterolo.
Alcuni batteri presenti nei bioterapici sono in grado, a causa della loro attività
di aumentare l’acidità nell’intestino, di inibire la crescita germi in grado di
produrre sostanze tossiche.
Un buon bioterapico deve avere:
1) Numerosi fermenti lattici, per consentire almeno ad una parte di essi di superare
l’acidità acida dello stomaco e quindi di poter colonizzare l'intero tubo digerente;
2) Devono essere assunti vivi e quindi attivi e per questo la tecnica migliore
è la liofilizzazione. Nei preparati liofilizzati, i germi sono pronti per svolgere
il loro compito.
La somministrazione di fermenti lattici vivi per un adeguato periodo può risolvere
brillantemente alcune situazioni quali: flatulenza, borborigmi, meteorismo e dolori
addominali, regolarizzazione contemporaneamente il quadro della funzionalità intestinale.
In tal senso agisce il probiotico Symbioflor ricco di germi fisiologici. Questi
lisati assolvono alla funzione di stimolo del sistema immune, esplicando la loro
azione, tra gli altri punti di attacco, sul MALT (Mucosal-Associated Lymphoid
Tissue) intestinale, sostenendo la microflora fisiologica e la capacità di autoguarigione
dell’organismo e sono quindi utili coadiuvanti in molte patologie come infezioni
acute e croniche, dermatiti atopiche, malattie gastrointestinali, allergie.
BIBLIOGRAFIA
Guyton A.C., Trattato di fisiologia medica, Ed. Piccin, 1987
Monesi, Istologia Umana, Ed. Piccin
La disbiosi intestinale, Antica Stamperia Marziale, Tivoli, 2001
La Medicina Biologica – Terapia Microbiologica, Ed. Guna, 2004
Il Sistema Symbioflor, Ed. Guna, 2004
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