L’ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO IN ETA’ PRESCOLARE |
A cura della dott.ssa Teresa Canali |
Per definire le modalità di alimentazione ottimali bisogna considerare le diverse
fasce di età. All’età di un anno il bambino ha sviluppato e sta sviluppando una
serie di capacità e competenze: è in grado di prendere e rifiutare un alimento,
di masticare e digerire cibi di diversa consistenza. Alla fine del 1° anno di
vita il bambino fa le sue prime esperienze sensoriali e gustative e assaggia molti
degli alimenti consumati dai genitori che rappresentano il modello alimentare
che il piccolo apprende. Dal punto di vista alimentare il bambino può seguire
una dieta libera, variata che comprende tutti i gruppi alimentari.
Nella fascia di età 1-3 anni le principali modificazioni dell’alimentazione riguardano la progressiva inclusione di tutti gli alimenti nella dieta e il completamento della loro somministrazione in forma solida. Per quanto riguarda la suddivisione dei pasti il bambino si adatta gradualmente alla frequenza dei pasti dell’adulto, con una scansione della giornata alimentare in 4/5 momenti. Il piccolo apprende il ritmo regolare dei pasti e acquisisce maggiori capacità di autoregolazione relative al grado di fame e sazietà.
Lo sviluppo delle abitudini alimentari
Nella prima infanzia iniziano a strutturarsi i gusti e le abitudini alimentari che formeranno lo stile alimentare dell’età adulta, per cui coltivare corrette abitudini alimentari da parte di tutti i componenti della famiglia è fondamentale per indirizzare il bambino verso uno stile alimentare salutare.
Lo sviluppo delle abitudini alimentari è influenzato dalla struttura familiare, dal livello culturale e dalle interazioni familiari. Se la famiglia ha abitudini alimentari corrette e relazioni interpersonali positive, si svilupperanno stili alimentari e comportamenti alimentari corretti, senza eccessi, carenze e ribellioni. Nel periodo che va dal 2° al 4° anno di vita, di passaggio dall’asilo nido alla scuola dell’infanzia, il bambino può essere restio ai cambiamenti alimentari e avere una scarsa attitudine a fare nuove esperienze gustative. In questa fase il bambino si nutre di un solo alimento per poi rifiutarlo e passare ad un altro che diventa il suo preferito. Le irregolarità alimentari comuni in questa fase della crescita, possono destare preoccupazione nella madre circa l’adeguatezza della dieta. In caso di rifiuto temporaneo di un alimento è importante non insistere, ma proporlo successivamente, incuriosendo la sua attenzione con sfiziose ricette. La madre deve porre particolare attenzione all’appetito del bambino, interpretando correttamente i segnali di fame-sazietà evitando di sovra-alimentarlo o sotto-alimentarlo. I bambini vanno alimentati seguendo gli stimoli fisiologici e non deve essere indotti a finire il piatto se sono sazi: va rispettato il senso di autoregolazione del piccolo che è già presente nei primi anni di vita.
In questo periodo bisogna evitare di ricorrere ad alimenti dolci o salati per far mangiare il bambino, in quanto l’abitudine ad assumere cibi palatabili potrebbe incidere negativamente nelle costruzione delle abitudini alimentari.
Qual è il fabbisogno energetico nell’infanzia?
Al termine del primo anno di vita, si ha una ridotta accelerazione dell’accrescimento e cambia il rapporto fra crescita ponderale e staturale a favore di quest’ultima. Il bambino perde l’aspetto paffutello dei primi mesi di vita ed assume un aspetto più magro ed asciutto. Lo sviluppo del bambino comporta necessariamente variazioni nel fabbisogno energetico e di nutrienti.
Il fabbisogno energetico espresso in intervallo di valori (range), per maschi e femmine da 1 a 3 anni viene riportato in tabella1.
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Tab. 1 Range di fabbisogno energetico per bambini da 1 a 3 anni, suddivisi nei due sessi per classi di età. Fonte: Larn 1996. I valori sono puramente indicativi, bisogna tenere conto del peso reale o desiderabile del bambino e del profilo di attività . |
Le basi della corretta nutrizione
A partire dalla prima infanzia è importante che il bambino non si abitui a sapori dolci, quindi bisogna limitare l’uso di bevande come succhi di frutta, aranciata e simili. Queste bevande non devono sostituire l’acqua ai pasti o la porzione di frutta fresca, in quanto l’utilizzo troppo frequente espone il bambino a rischi potenziali di carie, dislipidemie, predisposizione a sovrappeso e obesità.
Ci sono anche alimenti dietetici per la prima infanzia appositamente arricchiti di ferro come i fiocchi di cereali per la prima colazione e il “latte di crescita” formulato per le soddisfare le esigenze nutrizionali della fascia di età 1-3 anni.
La giornata alimentare del bambino
La giornata alimentare del bambino va ripartita in 4 o 5 pasti, partendo dalla prima colazione che deve essere sempre presente, i due pasti principali, pranzo e cena intervallati da uno o due spuntini. La ripartizione del fabbisogno energetico giornaliero va suddivisa secondo le seguenti percentuali:
La prima colazione
La colazione è il primo pasto della giornata del bambino, necessario dopo il
digiuno notturno, deve essere nutriente ed equilibrata. Sarebbe auspicabile che
tutta la famiglia si riunisse a tavola, consumando la prima colazione con calma
in modo da dare l’esempio al bambino. Dopo l’anno di vita i bambini possono assumere
latte vaccino fresco con qualche biscotto o fette biscottate o pane. Per la fascia
di età 12-36 mesi sono disponibili i “latti di crescita”, formulati per questa
fascia di età, caratterizzati dall’integrazione di alcuni sali minerali quali
ferro e calcio e acidi grassi essenziali importanti per la crescita.
Lo spuntino mattutino e la merenda pomeridiana
Lo spuntino di metà mattino non deve superare il 5% del fabbisogno energetico giornaliero. E’ il momento della giornata più adatto a offrire frutta fresca a pezzetti. Sono da evitare merendine, snacks dolci o salati in quanto ricchi di zuccheri semplici e grassi, che comprometterebbero l’appetito del pranzo. La merenda pomeridiana sarà composta da latte con cereali o frullato di latte e frutta o yogurt.
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Il pranzo e la cena costituiscono rispettivamente il 40 e il 30% dell’apporto calorico giornaliero. Nel menù il primo piatto sarà previsto tutti i giorni a pranzo e a cena alternando piatti asciutti con piatti in brodo o passati di verdure. Il formato della pastina sarà sempre più simile a quello dell’adulto. In questo periodo si comincerà la separazione delle portate, distinguendo il primo dal secondo piatto e affiancando alla carne o al pesce le verdure. E’ possibile introdurre con gradualità i piatti unici tipo gnocchetti di semolino o gnocchetti di patate al ragù o le lasagne.
Il piatto unico è una portata “strategica” che fornisce il giusto apporto di nutrienti in proporzioni corrette. Essendo un piatto completo ed equilibrato e quindi esaustivo della quota prevista per il pasto, va accompagnato solo da un contorno di verdura di stagione e frutta fresca a completamento del pasto.
L’assunzione dei diversi alimenti nel menù settimanale potrà essere effettuata con questa frequenza:
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Condimenti: utilizzare preferibilmente olio extra vergine di oliva, sia a crudo che per la cottura. Sono da evitare soffritti e fritture. Sale: Dopo l’anno di vita si può incominciare ad usare il sale con moderazione, preferibilmente iodato.
Schema dietetico giornaliero tipo per un bambino di 1 - 2 anni
Colazione
Spuntino del mattino
Pranzo
Merendina pomeridiana
Cena
Colazione
Spuntino del mattino
Pranzo
Merenda pomeridiana
Cena
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