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IL PH DEGLI ALIMENTI |
A cura di Alessandra Mallarino |
Qual è il significato della parola “ph” e perché è così importante per la salute? Per pH si intende una scala grazie
alla quale è possibile misurare l’acidità; il termine risale agli inizi del 1900 ed è collegato al Chimico Soren Sorensen.
La traduzione dal tedesco significa Potenz Hydrogen, ovvero potenza dell’idrogeno.
La p (operatore), rappresenta due operazioni da applicare alla concentrazione idrogenionica
(H+) in una soluzione acquosa. Il pH ha dei valori che vanno da 0 (molto acido)
fino a un massimo di 14.14 (molto alcalino). Ad esempio l’acqua pura ha un pH
di 7,07, mentre la frutta ha un pH generalmente acido, così come è molto acido
l’ambiente gastrico che oscilla da 1 a 1,6.
Gli ambienti troppo alcalini permettono e favoriscono la moltiplicazione batterica,
ecco perché è importante conoscere il pH degli alimenti poiché ciascuno di essi
può favorire una reazione acida (vedi la frutta) oppure alcalina, con conseguente neutralizzazione degli acidi.
Tutti gli alimenti hanno una particolare e specifica composizione chimica e un
determinato grado di acidità. Quest’ultimo aspetto è molto importante per lo sviluppo
dei microrganismi; infatti, negli alimenti con un pH inferiore a 4,5 i microrganismi
sporigeni non si sviluppano, mentre se il valore va oltre il 4,5 lo sviluppo e la moltiplicazione
di tali germi è favorita. Un alimento acido, scatena una reazione chimica in base alla quale ne consegue una sottrazione
di sali minerali all’organismo, al contrario un alimento alcalino tende a non sottrarre sali minerali fungendo da bilancia. Da ciò deriva che
una corretta alimentazione non dovrebbe eccedere né in soli cibi acidi e nemmeno
in cibi prettamente alcalini, ma trovare il giusto equilibrio di entrambi. Questo
si riflette anche in un equilibrio a livello ematico in cui la situazione di bilanciamento
si ha quando il sangue è basico-alcalino.
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Quali sono i principali acidi contenuti in questi alimenti?
Tra gli altri, l’acido citrico negli agrumi come il limone, l’acido malico e benzoico nelle prugne, nei frutti di bosco e nelle mele. L’acido tannico si trova nel caffè e nel tè, nella frutta acerba e nel vino rosso (anche in
questo caso solo l’eccesso può causare degli scompensi all’organismo). Questi
acidi, insieme alla frutta e alla verdura che li contengono, non sono nocivi,
basta consumarli in modo non eccessivo, ma sempre equilibrato. Ad esempio un surplus
di alimenti nella cui composizione eccedono l’acido urico, le purine, l’acido lattico o l’ossalico, possono a lungo provocare dei problemi e dei danni alla salute. Chi è sofferente
di calcoli renali, ad esempio, dovrà fare attenzione ai cibi ricchi di acido ossalico
(spinaci, bietole, barbabietola rossa, cacao).
In tutti i cibi sopra citati, si è visto che la peculiarità è la loro ricca composizione
a livello di acidi. Ecco che allora è bene imparare a riportare la situazione
in equilibrio, attraverso il semplice consumo di alcuni tipi di verdura quali
ad esempio le carote, sedano, cavolo, germogli, oppure frutta: ananas, uva, fragole
e ciliegie.
Una reazione di tipo alcalina è prodotta da alcuni alimenti tra cui quelli sopra
citati e anche da altri quali ad esempio zucca, crema di latte, mela, pera, tisane
ecc.
In virtù di quanto detto sopra è bene allora conoscere e classificare gli alimenti
che rientrano nel nostro consumo quotidiano dal punto di vista del loro specifico
pH.
ALIMENTI AD ALTA ACIDITÁ
(pH < 4.5) pH |
pH |
Mele | 3.4 |
Ciliege | 3.5 |
Succo di limone | 2.4 |
Pesche | 3.8 |
Pere | 4.1 |
Sott'aceti | 3.9 |
Succo di pomodoro | 4.3 |
Succo d'arancia | 3.7 |
ALIMENTI A BASSA ACIDITÁ
(pH > 4.5) pH |
pH |
Asparagi | 5.5 |
Fagioli | 5.4 |
Carote | 5.2 |
Fichi | 5.0 |
Funghi | 5.8 |
Patate | 5.2 |
Spinaci | 5.4 |
Come si fa a conoscere a livello sensoriale un alimento acido?
L’acido è riconoscibile poiché conferisce all’alimento di cui ne caratterizza
la composizione, un sapore aspro e a livello chimico, se si usa la cartina di
tornasole su di esso, questa si colorerà di rosso. Gli alimenti acidi si neutralizzano
grazie alla combinazione con le sostanze basiche (anche chiamate alcaline). In ambito medico si usano diverse sostanze acide, basti pensare alla comune
aspirina (acido acetilsalicilico) o alla vitamina C (usata come integratore–acido ascorbico).
Nell’organismo dell’uomo i vari liquidi organici, come ad esempio il sangue,
l’urina e la saliva sono classificati come acidi, cioè il loro pH è compreso tra
0 e 7,06 mentre quelli neutri hanno 7,07 e quelli alcalini tra 7,08 e 14,14. Da
questi concetti scaturisce il rapporto Acido/Basico il quale, se è in equilibrio,
permette all’organismo di “stare in salute”; dunque non vi dovrebbero essere condizioni
troppo acide o troppo basiche. Se invece, si propende abitualmente verso un eccesso
di acidità, possono scaturire malattie denominate da “degenerazione cellulare”.
L’acidità dell’organismo è legata a due fattori: da una parte il ricambio cellulare
e dall’altra parte le scelte alimentari, ma esistono delle condizioni “aggiuntive”
che possono contribuire allo sviluppo dei medesimi, come ad esempio malattie ematologiche,
attività agonistiche (molto intense), malattie dermatologiche in cui il turnover
cellulare è particolarmente intenso.
Se una persona è sana e non presenta particolari patologie, è assolutamente in
grado di fare semplici trasformazioni partendo dagli acidi naturali in carbonati
alcalini, per riportare a una situazione di equilibrio l’intero sistema organico.
Se invece il corpo è stressato, una parte di questi acidi non è tamponata ed entra
in circolo (a livello ematico).
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Riferimenti bibliografici
- Dale A., Arthritis and common sense, Witkower Press Incorporated - Hartford, Connecticut, Usa, 1956.
- Antognetti, P., Latte e formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini. Macro/Edizioni, Diegaro di Cesena (FO)
- Silvestroni P., Fondamenti di chimica, 10a ed. CEA, 1996
- Villani F., Letture di microbiologia degli alimenti, 2007.
- Tedesco A., Igiene degli alimenti, Hoepli Editore, Milano
- Tiecco G., Igiene e tecnologie degli alimenti, Edagricole, Bologna
- Cappelli P., Vannucchi V., Chimica degli alimenti, Zanichelli
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