LA DRUNKOREXIA |
A cura di Francesca Soccorsi |
La drunkorexia fa parte dei disordini del comportamento alimentare e, come rivelano dati recenti, è un fenomeno in forte crescita tra gli adolescenti:
si calcola che circa il 30% dei giovani fra i 18 e i 24 anni sia vittima di un
disturbo che, come la parola stessa dice, si colloca a metà fra ubriachezza (dall’inglese
drunk, ubriaco) e anoressia. A definirne le caratteristiche in modo scientifico è stata un’équipe di ricercatori
statunitensi dell’Università del Missouri di Columbia. La patologia ha dapprima
preso piede, infatti, negli Stati Uniti, in particolare nell’ambiente dei campus
universitari, per poi arrivare in Europa, partendo dalla Gran Bretagna e interessando
progressivamente tutti gli altri Paesi, tra cui Spagna, Francia e Italia.
Le cause
L’alcol è una sostanza altamente calorica. Succede così che chi non vuole rinunciare
alla linea ma non sa dire di no a cocktail e aperitivi decida di compensare l’apporto
calorico derivato dagli alcolici tagliando gli alimenti. E, poiché l’ago della
bilancia è un’ossessione prevalentemente femminile, sono in particolare le ragazze
a essere vittima del disturbo: la drunkorexia risponde perfettamente al must imperante
che vuole le adolescenti magre e capaci di divertirsi, ossia di bere. Non solo:
molte ragazze anoressiche, sebbene ossessionate dal conteggio delle calorie, bevono
alcolici in quantità perché questi riescono a calmare l’ansia e il male di vivere
tipici del loro stato, procurano un senso di sazietà e consentono con facilità
di autoindursi il vomito, caratteristica delle persone con disturbi del comportamento alimentare.
In più gli alcolici sono resi sempre più attraenti da abili operazioni di marketing:
le ragazze, in particolare, sono attirate dai cosiddetti girlie drinks, colorati,
dolci, confezionati con immagini dei cartoon, ma pur sempre bevande alcoliche.
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Le conseguenze
L’ubriacatura o, come dicono gli anglosassoni, il binge drinking, costituisce un forte stress per l’organismo adulto e ancor più per quello degli
adolescenti, nei quali riduce la formazione di nuovi neuroni. Inoltre, fisiologicamente
i giovani sono meno protetti dall’alcol poiché il loro corredo enzimatico non
è ancora del tutto efficiente. L’alcol, quando introdotto in eccesso, provoca
danni al fegato, riduce la capacità dei polmoni di filtrare le sostanze estranee
inalate con il respiro, altera le pulsazioni cardiache, influisce sulla vasodilatazione
di vene e arterie.
Nelle ragazze, in particolare, l’uso precoce di alcolici induce disturbi del comportamento,
dell’apprendimento, della memoria e provoca modificazioni morfologiche di alcune
parti del cervello che non compaiono nei bevitori maschi. Inoltre l’interazione
alcol-assetto ormonale provoca ritardo del menarca, altera il ciclo mestruale,
diminuisce la fertilità e, alla lunga, può aumentare il rischio di tumore al seno, oltre che interferire con il buon esito di una gravidanza e con la salute del
feto. Infine le ragazze, che sono più sottoposte a stress per motivi ormonali,
hanno maggior rischio di disordini affettivi, depressione e disturbi alimentari.
Insomma, le conseguenze della drunkorexia sono devastanti e, se possibile, addirittura
peggiori di quelle indotte da anoressia e bulimia. Mentre, infatti, nel caso di
queste ultime il corpo assimila sempre meno calorie arrivando a un dimagrimento
complessivo anche notevole e tuttavia “omogeneo”, con la drunkorexia il fisico
è costretto a un introito calorico elevato, ma completamente sbilanciato sugli
alcolici; in più le calorie introdotte arrivano tutte da una sostanza che, se
assunta in grandi quantità, è un vero e proprio veleno per l’organismo. I dati
attualmente in possesso degli esperti, poi, sembrerebbero dimostrare che chi è
drunkorexico negli anni diventa un potenziale alcolista, con tutte le conseguenze
legate a questa forma di dipendenza.
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Bibliografia
- Musolino G., Drunkorexia, “Cultura Fisica”, Anno LI, pagg. 38-40, Novembre-Dicembre 2008.
- Mancinelli R, Guiducci M.S., La donna e l’alcol: vulnerabilità biologica?, in La donna e l’alcol: aspetti clinici, epidemiologici e di prevenzione, a
cura del Comitato Pari Opportunità dell’Istituto Superiore di Sanità, Annuario
dell’Istituto Superiore di Sanità 2004.
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