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L'ANTIGINNASTICA |
A cura di Andrea Carlucci |
Thérèse Bertherat nata a Lione, è chinesiterapeuta ed è colei che ha dato origine
all’Antiginnastica intorno al 1970 grazie all’incontro con Françoise Mezières
le cui scoperte hanno rivoluzionato tutte le teorie classiche in materia di meccanismi
corporei e tutte le pratiche di ginnastica medica e rieducativa.
L’Antiginnastica ha ripreso e integrato il Metodo Mezières fino a diventare una
pratica autonoma che non si limita ad un approccio meccanico volto soltanto ad
osservare le reazioni e le implicazioni muscolari ma va ad indagare anche gli
aspetti emotivi e le correlazioni psichiche in una prospettiva globale e unitaria
di corpo e mente.
Rappresenta uno strumento potentissimo che consente di uscire da modelli di movimenti
e di gesti stereotipati aiutando ciascuno a rieducare il proprio modo di muoversi
e di percepire il corpo, ad eliminare la stanchezza fisica e mentale, a dare respiro
e vitalità a tutti i muscoli e a permettere a tutto l’organismo di “funzionare”
in modo autonomo ed equilibrato
“La Tigre in corpo”
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L’immagine di sé
Con tale approccio Thérèse Bertherat invita ciascuna persona a conoscersi, a
guardarsi a fondo e a cercare attraverso le sensazioni le ragioni del proprio
corpo; le abitudini e un certo conformismo dettati da modelli estetici e culturali
portano a vivere una separazione fra sé ed il proprio corpo e a strutturare sistemi
di movimento spesso rigidi e poco armonici che col tempo provocano squilibri,
blocchi fisici e ripercussioni anche a livello psicosomatico.
Troppo spesso ormai si è abituati a considerare ogni parte del proprio corpo
come “spezzettata” e separata l’una dall’altra senza pensare che invece (come
dimostra la chinesiologia muscolare!) ogni elemento è in rapporto di dipendenza
con l’altro in una prospettiva globale della persona.
Altre volte capita di avere una ridotta capacità di percepirsi e di sentire il
proprio corpo: ciascuno ha una propria rappresentazione mentale del proprio corpo
costituita negli anni attraverso le sensazioni e l’abitudine ad “usare” alcune
parti del corpo in prevalenza rispetto ad altre.
Questa idea di corpo secondo l’Antiginnastica prende il nome di “homucolus sensitivo” ed ha una specifica rappresentazione. Esso è caratterizzato da una grande mandibola
e una lingua e labbra, palpebre e globi oculari; un pollice gigantesco e le altre
quattro dita. Polsi e gomiti sono piccolissimi e tenuti vicino ai fianchi così
come le ginocchia, le caviglie e i piedi. Il tronco e la schiena sono schiacciati
tra le spalle e i fianchi quasi non rappresentati.
Ecco, dunque, la rappresentazione e la dimensione delle aree sensitive e motorie
che è possibile percepire consciamente.
Minore è la grandezza della parte rappresentata (come nel caso della schiena,
della “tigre”), minore è la possibilità di sentire e percepire tale parte. Il
fatto di avere una limitata capacità di sentire una parte così nevralgica del
nostro corpo e centrale nell’Antiginnastica, porta ad un uso non corretto dei
muscoli di tale zona, quasi sempre tendente allo sforzo esasperato e al loro rafforzamento.
Durante le sedute di Antiginnastica si cerca di ridisegnare questa mappa caotica
e spesso confusa che si ha del proprio corpo, attraverso un lavoro che metta la
persona in sintonia coi propri muscoli e articolazioni, in grado di ascoltarsi,
di sensibilizzarsi su quelle zone fino a quel momento ignorate. Tutto ciò allo
scopo di percepire le giuste proporzioni, l’allineamento corretto delle diverse
parti del corpo e di riconoscere la realtà dei propri limiti fisiologici senza più cercare di forzarli.
Invece di volerne sempre travalicare i confini, si può accettare il proprio “territorio”
e riuscire a muoversi in esso a proprio agio.
La forma
Cos’è la forma?
Si sentono molte opinioni intorno alla bellezza, a volte si danno interpretazioni
molto diverse o spesso essa viene confusa con quello che non è.
Ogni persona ha bisogno che la forma del proprio corpo venga rispettata in tutta
la sua innata bellezza . Quindi, è necessario che il corpo sia in equilibrio;
ma si può essere tratti in inganno dal fatto che esso è capace di camminare senza
essere in equilibrio, di sopportare mille torsioni e adattarvisi, mille contorsioni,
piegature, distorsioni della forma senza che nemmeno ce ne si renda conto.
L’anatomia articolare e muscolare prevede che le articolazioni si incastrino
al millimetro e tutti i muscoli originino e terminino in punti precisi delle ossa.
Questo ordine rigoroso delle ossa e dei muscoli dona una forma precisa al corpo,
e tale forma, che non ha niente a che vedere con il “look”, determina tutti i
movimenti. Ciò significa che non è possibile fare ogni cosa con le braccia, le
gambe, la schiena o il collo.
La bellezza, dunque, sta nella forma naturale, non distorta e stretta dalle tensioni dei muscoli e con la “tigre” al proprio
posto, che distribuisce la forza dove e quando occorre. Allora i muscoli possono
muoversi tutti e secondo la loro totale capacità, mentre l’influsso nervoso circola
libero attraverso l’intero corpo; proprio in questa maniera si potrà affermare
di trovarsi in una condizione di buona salute.
La forma che è sana e la forma che è bella sono una e una sola forma corporea.
Il corpo è in grado di conservare per sempre il ricordo della sua forma ideale.
Anche quando il sistema muscolare costringe il corpo a trovarsi in una condizione
di disequilibrio e disarmonia i muscoli possono essere rieducati alla forma naturale.
Piccolo promemoria per la forma:
Di fronte ad uno specchio
In posizione eretta, con i piedi uniti e le braccia pendenti lungo i fianchi:
Bibliografia:
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