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ATTIVITA' SPORTIVA E BIORITMI |
A cura del Prof. Mario Testi
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In realtà ognuno di noi sceglie in un modo diverso, in funzione delle proprie caratteristiche e delle proprie sensazioni. Infatti, è, crediamo, un'osservazione usuale per ognuno quella di sentirsi meglio, più in forma, in certe ore del giorno piuttosto che in altre. Ci sono alcuni che carburano solo nel pomeriggio ed altri che invece hanno nel mattino il periodo più redditizio della giornata. Così come c'è chi preferisce dormire molto la mattina e far tardi la sera (i gufi) e chi si trova meglio con il comportamento contrario (le allodole).Anche nell'attività sportiva si sente l'influenza della variabilità dell'efficienza fisica e psichica così che, a parte chi non può scegliere altrimenti, alcuni preferiscono gareggiare o fare sport in certi momenti del giorno piuttosto che in altri. Queste particolari situazioni, che hanno una spiegazione scientifica, in realtà per molti anni non sono state ben comprese, così come non si dava molta importanza a tutti i problemi che derivavano dai cambiamenti dei normali ritmi di vita. Basti pensare a coloro che lavorano in aziende a ciclo continuo e che quindi sono sottoposti a periodici cambi di turno, per capire quanto invece questi problemi siano importanti.
A dimostrazione della presenza nel nostro organismo di una specie d'orologio biologico, che quando è desincronizzato, quando cioè si crea una sfasatura tra questo e l'orologio esterno, è causa di una serie di notevoli problemi, basta ricordare il fenomeno del "Jet Lag", che consiste nell'insieme di disturbi cui si va incontro quando ci si sposta dal proprio fuso verso gli altri fusi orari (andando in America, o in Giappone per esempio). |
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Interessanti sono gli studi compiuti sull'alimentazione, per esempio, che hanno permesso di dimostrare come, avendo cibo a volontà, il soggetto non si alimenta a caso, ma segue un periodismo preciso. Al contrario, se il cibo è disponibile solo poche ore al giorno, il soggetto si adatta ad aver fame solo in quel periodo. |
Come queste, molte altre sono state le osservazioni inerenti la cronobiologia
che hanno dato utili indicazioni alla ricerca scientifica. Molto importante è
per esempio il contributo dato dalla farmacologia. Infatti, conoscendo con quale
ritmo all'interno dell'organismo sono prodotte le sostanze ormonali e non, è possibile
impostare più correttamente le varie terapie.A regolare in modo così preciso l'orologio del corpo provvede una speciale parte
del nostro cervello denominata ipotalamo. Peraltro questo timer ha bisogno di un continuo controllo e di una continua regolazione
da parte di segnali di riferimento esterni. Sono, infatti, ben pochi i meccanismi
biologici che seguono il proprio ritmo qualsiasi cosa accada nel mondo esterno.
La maggior parte di loro, al contrario, ha bisogno di continui aggiustamenti.Il
principale segnale esterno di riferimento è proprio rappresentato dal susseguirsi dei giorni e delle notti e quindi dell'alternarsi del sonno con la
veglia. A dimostrazione di ciò basti pensare a quelle persone che, a scopo di studio
o altro, si "esiliano" per lunghi periodi in profonde grotte senza più cognizione
della luce. Ebbene questi soggetti automaticamente perdono il ritmo normale delle
24 ore per acquisirne uno nuovo del tutto speciale. La perdita del sonno rappresenta quindi un elemento di disturbo notevole nel normale ritmo di funzionamento biologico dell'organismo. Da ciò derivano
una serie d'alterazioni che possono inficiare in modo significativo la prestazione
sportiva, quando questa avviene, per esempio, dopo una notte passata insonne. Ma
quali sono le conseguenze legate alla perdita del sonno? La principale fra loro
sembra sia legata alla riduzione delle capacità psicoattitudinali ed in particolare del livello di stimolazione nervosa e della coordinazione neuro-motoria. Altri fattori alterati possono essere la frequenza cardiaca di base (che si abbassa), la concentrazione di glicogeno nei muscoli, specie quelli posturali che non si riposano a letto (anche questa ridotta), la forza muscolare. Minor accordo c'è da parte dei vari autori sull'andamento del quadro ormonale
ed in particolare degli ormoni più importanti per la reattività dell'organismo
all'ambiente esterno, come il cortisolo, l'adrenalina, la tirosina etc. La perdita
di sonno ha anche effetti psicologici che secondo alcuni sono dimostrati dalle occasionali perdite d'attenzione, considerate come piccole crisi di sonno (micro-sleep) della durata di pochi secondi.
Come si vede, sono molti i fattori che sono coinvolti da una notte passata in
bianco, anche se la maggior parte degli autori sono propensi a pensare che gli effetti peggiori , anche sulla capacità di prestazione, sono dovuti essenzialmente all'intorpidimento delle capacità di risposta del
sistema nervoso centrale agli stimoli esterni. Ciò causa, infatti, la perdita della precisione nei movimenti quando questi
sono continuamente variabili (come negli sport di squadra o nelle situazioni di
gruppo) oppure di rallentamento quando sono invece monotoni e ripetitivi. Si capisce
bene come in una situazione di questo tipo fare esercizi che richiedono grande
attenzione per la tecnica d'esecuzione o per l'uso d'attrezzi, può risultare assai
più complicato ed in alcuni casi anche non scevro da rischi.Un altro aspetto legato
alla riduzione delle capacità neuro-muscolari è l'aumento del costo energetico
del gesto atletico. Ciò è dovuto al fatto che il soggetto stanco ed assonnato
non riesce più a muovere i propri muscoli con la coordinazione abituale e così
per fare lo stesso sforzo consuma molta più energia.
Cosa si deve dedurre da queste parziali indicazioni?
Certamente la prima considerazione porterebbe ad invitare tutti ad astenersi da tali pratiche ed a godersi il meritato riposo notturno così come madre natura ha previsto. Dal punto di vista del gesto atletico, considerato lo scadimento delle capacità neuro-motorie, gli accorgimenti più opportuni sono quelli di evitare prestazioni o gare che richiedono elevati livelli d'attenzione, prontezza di riflessi esasperata, velocità di movimenti; mentre sono da preferire quelle situazioni nelle quali i gesti sono semplici, eseguiti a bassa velocità sia di movimento che di corsa (anche se non troppo da risultare noiosi) e che comunque non rischiano di mettere in condizioni di pericolo, per qualche pausa da micro-sleep, né lo sportivo stesso, né i compagni. Vanno bene, per esempio, in palestra le attività di sviluppo della fitness cardiovascolare, mentre meno consigliabili sono i lavori con i pesi o macchine per lo sviluppo del tono-trofismo muscolare. Quest'ultimi non tanto per il materializzarsi d'eventuali fattori di rischio, quanto per la minore efficacia.
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