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LE ORIGINI DELLE ARTI MARZIALI Le arti marziali delle grandi tradizioni orientali suscitano un grande interesse e curiosità anche in Occidente e ciò spinge ad interrogarsi sulla loro origine geografica e temporale, nonché su eventuali influenze sulla cultura e sulle tradizioni del Vecchio Continente. |
In India e in Cina negli ultimi millecinquecento anni si sono sviluppate diverse
arti marziali; molte si praticano ancora, e provengono quasi tutte dalle scuole
d’origine. Ma l’esperienza e il contributo giapponese nella pratica del combattimento
individuale, con o senza armi, sono certamente tra i più antichi, raffinati e
durevoli mai documentati: ora il Giappone è il paese dell’Asia con più varietà
di arti marziali e un punto di riferimento per gli appassionati di tutto il mondo.
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I centri soprasensibili, in cui l’energia sale a livello superficiale, costituiscono i punti vitali (Kyusho) distribuiti su tutto il corpo. Secondo la medicina tradizionale cinese, essi seguono i 14 meridiani che corrispondono ai canali nei quali scorre il "Ki" (energia o soffio vitale) in 365 punti del nostro corpo. Essi rappresentano i punti vulnerabili che un praticante di arti marziali deve conoscere per realizzare la massima efficacia nel combattimento. |
Il termine Wushu si può semplicemente tradurre con “arte marziale”; si tratta di una delle prime arti d’origine cinese ad avere una storia millenaria e presenta al suo interno una serie di nobili discipline. |
Il Tai Chi Chuan (o Tai Chi o Tai Ci) è un'antica arte marziale cinese che nasce come sistema di autodifesa e che si è trasformato nel corso dei secoli in una raffinata forma di esercizio per la salute ed il benessere. La sua pratica consiste principalmente nell'esecuzione di una serie di movimenti lenti e circolari che ricordano una danza silenziosa, ma in realtà mimano la lotta con un opponente immaginario. |
JUDO
Seguendo un rigido codice morale il Judo insegna principalmente il controllo della mente e del corpo: una cultura fisica, una filosofia conosciuta col nome di “via gentile”. La parola Ju-do è infatti costituita da due ideogrammi, dove "Ju" significa flessibilità, dolcezza e "do", letteralmente "via", rappresenta il concetto tipicamente orientale di cammino, percorso. |
KARATE
Il Karate, è uno sport completo che coinvolge tutti i muscoli e le articolazioni
del corpo. Per questa ragione è consigliato allo stesso modo per bambini, adolescenti
e adulti, ai quali è offerta la possibilità di elevarsi, all'interno della disciplina,
attraverso sette gradi culminanti nella cintura nera.
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Elegante arte di autodifesa finalizzata alla neutralizzazione mediante bloccaggi, leve articolari e proiezioni di uno o più aggressori armati o disarmati, l'Aikido è soprattutto sintesi ed evoluzione di antiche tecniche mutate dal Jujutsu classico e dal Kenjutsu (la pratica della spada), da cui trae la propria originalità ed efficacia in una serie di movimenti basati sul principio della rotazione sferica. |
Il Kyudo o l'"arte del tiro con l'arco" venne rivoluzionata nel XV secolo dall’eroe mitico della tormentata storia giapponese, Heki Danjo Masatsugo. I suoi insegnamenti vennero seguiti e codificati dai guerrieri che li trasmisero per generazioni e in questo modo la scuola Heki si diffuse in tutto il Giappone differenziandosi in vari stili. |
Il Kendo è la leggendaria scherma tradizionale dei Samurai, letteralmente Via (“do”) della spada (“Ken”). Arte marziale giapponese per eccellenza, si pratica utilizzando lo shinai, un bastone formato da quattro canne di bambù, in sostituzione della vera e propria spada, la katana. |
Il Kung Fu proviene dalla millenaria arte da combattimento cinese, e proprio per il suo alto valore sociale è considerato lo sport tradizionale della Cina. Il termine kung fu rappresenta tuttavia anche il nome con cui sono maggiormente note in Occidente le arti marziali tradizionali cinesi, ovvero il nome collettivo che racchiude al suo interno la miriade di tecniche e stili di combattimento diffusi sul territorio cinese. |
Tae Kwon Do, in coreano, significa letteralmente Arte di calciare e di colpire con il pugno, da “Tae” calciare, “Kwon” colpire con il pugno e “Do” via, arte. Si tratta di una disciplina marziale che si è sviluppata attraverso i secoli, attingendo tecniche veloci e lineari dalle forme di combattimento giapponesi, come il karate, e movimenti fluidi e circolari dagli stili cinesi, come il Kung Fu. |
Letteralmente la parola Sumo significa strattonarsi l'uno con l'altro: il fine non è quindi quello di colpire, come in altre arti marziali, ma quello di riuscire a sbilanciare l’equilibrio di un avversario con particolari caratteristiche: i lottatori, o sumatori sono infatti uomini insolitamente alti e poderosi, scelti per la loro incredibile grandezza e condizionati per mezzo dell’allenamento e di diete appropriate in modo da raggiungere proporzioni colossali. |
Il Jūjutsu, conosciuto anche come Jūjitsu, è l'arte marziale giapponese della flessibilità. La parola Jutsu, letteralmente metodo, arte o tecnica si associa a “jū” - flessibile, cedevole, morbido - ad indicare appunto la particolarità di esecuzione. Il Jūjutsu era praticato dai bushi (guerrieri) che se ne servivano per sconfiggere gli avversari provocandone anche la morte, a mani nude o con armi. Lo spirito di quest’arte insegna che occorre assorbire l’energia dell’attaccante e attraverso il controllo e l’armonia restituire la stessa potenza. |
Il termine Shôrinji è una trascrizione fonetica di “Shaolin-tsi”, nome del tempio Shaolin. L’arte marziale giapponese dello Shôrinji-kempô si identifica come uno stile particolare di Karate studiato dai religiosi zen durante gli esercizi di non-meditazione “Zazen”, originale per le sue tecniche di pugno, forti e veloci, e per gli agili spostamenti delle gambe. |
Il Kalari Payat è un’arte da combattimento che affonda le sue radici nella tradizione
vedica di 3500 anni fa prendendo linfa vitale dai concetti dello yoga e della
danza indiana nel comune patrimonio della medicina ayurveda. Kalari significa
letteralmente "addestramento per il campo di battaglia" e rappresenta, quindi,
il luogo dove si pratica l'arte marziale: deriva dal sanscrito khaloorika che
sta anche per esercitazioni militari.
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Pencak Silat è la denominazione ufficiale usata per indicare l’arte marziale praticata nel sud-est asiatico: Indonesia, Malesia, Singapore, Brunei Darussalam, sud Filippine, sud Tailandia e varie isole vicine. In questa disciplina si trova la perfetta sintesi delle sofisticate tecniche di braccia e di movimenti delle gambe che permettono scientifici sbilanciamenti dell'aggressore, oltre che leve articolari e proiezioni. |
Le origini, la pratica, le tecniche e le armi della antichissima arte del "Ninjutsu", termine intraducibile che però potrebbe essere definita come “l’arte della furtività” intesa anche come creazione e perpetuazione di un’aura di mistero. |
Il Kiai è un grido pieno di forza ed intenzione a costituire il desiderio di portare a compimento una tecnica marziale. Nelle pratiche marziali il Kiai è di estrema importanza e la sua arte, che raggiunse i livelli massimi nel Giappone Feudale, è ancora oggi impiegata in molte discipline come il karate, il judo e l’aikido. |
Sistema di etica e atteggiamento morale, il Bushido ha rappresentato per secoli
l’ispirazione della pratica “jutsu” dei guerrieri giapponesi e la guida al raggiungimento
di scopi supremi e remoti. La parola “budo”, infatti, è formata dalla combinazione
dell’ideogramma “bu” che identifica la dimensione più specificatamente militare
della cultura giapponese, con l’ideogramma “do”, tradotto come via, dottrina,
modo di vedere e motivare il comportamento in senso filosofico o religioso.
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L'ARTE DEL COMBATTIMENTO CON LA LANCIA La lancia, come in molte altre realtà militari, era l’arma tipica della antica fanteria giapponese e, per significato tradizionale, veniva dopo l’arco e le frecce. Il fluire armonioso delle tecniche di attacco e difesa fanno ancora oggi della disciplina della lancia uno dei metodi di coordinazione più efficaci anche se l'arma è riservata ad un praticante esperto e con un ottimo bagaglio tecnico. |
Il Bo - un bastone - è sicuramente l'arma principale del Kobudo e, secondo fonti storiche, diffusa sull’isola giapponese di Okinawa più del to-de (l’antenato del Karate) stesso. Per i praticanti moderni il Bo, oltre a metterli in grado di combattere con un oggetto facilmente reperibile, offre anche la possibilità di condizionare la parte superiore del corpo e di sviluppare l’equilibrio. |
IL TESSENJUTSU. L’ARTE DEL COMBATTIMENTO DEL VENTAGLIO DA GUERRA Usati nelle grandi cerimonie o come ornamento, i ventagli giapponesi sono considerati da sempre esemplari di artigianato di una eleganza senza pari, ma anche un’arma letale specializzata dell’epoca feudale degli shôgun Tokugawa. |
Arte complementare giapponese, il Suiei sutsu rappresenta la disciplina dell’acquaticità, del saper nuotare o attraversare corsi d'acqua indossando un’armatura. A questa tecnica si affianca l’ashi garami o arte della lotta nell’acqua che comprende colpi particolarmente efficaci e raffinati per sconfiggere l’avversario. |
IL BAJUTSU, L'ARTE DELL'EQUITAZIONE MILITARE GIAPPONESE
Il bajutsu è l'arte dell'equitazione militare che, assieme al ken jutsu ed al kyu jutsu, era alla base dell'addestramento marziale di ogni samurai. Conosciuta anche come jobajutsu, quando si riferiva alla terraferma, e suieijutsu o subajutsu per l’attraversamento di distese d’acqua, ha rappresentato per secoli il segno dell’effettivo dominio miliare e politico del samurai giapponese. |
BHARAT NATYAM - LA DANZA SACRA INDIANA DA GUERRA
Il bajutsu è l'arte dell'equitazione militare che, assieme al ken jutsu ed al kyu jutsu, era alla base dell'addestramento marziale di ogni samurai. Conosciuta anche come jobajutsu, quando si riferiva alla terraferma, e suieijutsu o subajutsu per l’attraversamento di distese d’acqua, ha rappresentato per secoli il segno dell’effettivo dominio miliare e politico del samurai giapponese. |
SHUAI JIAO E BOKE, LO SPIRITO DELLA LOTTA Lo Shuai Jiao è un metodo tradizionale di lotta cinese progenitore dello judo. Arte nata in Cina circa cinquemila anni fa comprendente la lotta corpo a corpo e le proiezioni, si basa sui principi presenti in quasi tutte le tecniche di combattimento, ossia agilità, scioltezza, coordinazione, equilibrio e forza. A differenza dello Shuai Jiao, le origini del Boke risalgono all’XI secolo. L’originalità e la caratteristica bellezza di questa arte che esprime la tradizione e il carattere del popolo mongolo, è oggi praticata e seguita anche dai cinesi. |
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Il termine bunkai nell’originale scrittura giapponese è formato da due cangi (ideogrammi): il primo significa “parte di qualcosa”, il secondo indica l’azione di “slegare, liberare o sciogliere”. Nella sua interezza bunkai vuol dunque dire scomporre, smontare, dissociare e più in generale ridurre qualcosa di complesso alle sue componenti fondamentali. Nel karate la parola bunkai è generalmente usata per indicare l’applicazione pratica di un kata. |
MUAY THAI, LA BOXE THAILANDESE Muay Thai è un’arte marziale tradizionale del popolo thailandese, praticata in Thailandia e nel resto del mondo principalmente nella sua versione sportiva (boxe thailandese), e definita impropriamente con il termine anglosassone Thai boxe (o Thai boxing). |
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