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DALL’ORA ALLA MARATONA | A cura del Prof. Giancarlo Pellis |
Premessa
La differenze tra le discipline di 1h di corsa e la maratona è sostanziale soprattutto nell’approccio psicologico:
- nella prima viene calcolata la strada percorsa in 60 minuti. Ciò determina
che
chi pratica tale disciplina ha la consapevolezza che basta correre, anche piano,
in quanto il tempo passa e la strada percorsa è proporzionale al proprio impegno
profuso in 60 minuti;
- nella maratona invece, si deve correre (o camminare) per 42.195 metri, ovvero
si deve raggiungere la meta in quanto il traguardo non viene incontro
A tali sostanziali differenze, si contrappone una precisa analogia, ovvero il
coinvolgimento dei processi energetici che sono richiesti per le prestazioni cicliche
ripetitive dalla durata oltre i 40-50 secondi.
Ambedue le discipline, infatti, hanno una durata molto superiore al tempo sopra
indicato e di conseguenza sono subordinate alla massima potenza aerobica (VO2
max) che l’atleta riesce a produrre.
Il VO2 max è il fattore biologico che “accomuna” la macchina umana in tutte le
discipline sportive ed individua la capacità di utilizzo dell’ossigeno (O2) da
parte dei muscoli durante l’esercizio fisico di lunga durata.
VO2 max e velocità della corsa
L’aspetto principale che interessa la prestazione si identifica nella velocità
media di corsa quale rapporto tra il tempo e la distanza percorsa.
A tale proposito il prof. R. Margaria (Fisiologia muscolare e meccanica del movimento,
Ed. Scientifiche e tecniche Mondadori, 1975) ha determinato la correlazione tra
la velocità ed il VO2 max (massima potenza organica) espresso in [ml/kg/min] (fig.1).
La velocità e la durata della corsa, quindi, dipendono dalla funzionalità dei
sistemi energetici aerobico ed anaerobico lattacido.
In particolare il sistema aerobico consente un lavoro prolungato ma svolto ad
una velocità tale da richiedere costantemente una quantità di ATP pari a quella
che può essere sistematicamente resintetizzata, a livello mitocondriale, dall’O2
apportato dal apparato cardio-respiratorio (steady state).
A velocità più elevate il sistema aerobico viene affiancato dal sistema anaerobico
lattacido che, producendo acido lattico, tende ad affaticare il muscolo limitandone
il tempo di lavoro.
Quindi maggiore è il tempo per il quale si protrae la prestazione, più esclusivo
è l’apporto energetico determinato dal sistema aerobico e ovviamente minore sarà
il contributo dei sistemi anaerobici.
Tale concetto permette di identificare nella maratona (prestazione con tempi
superiori alle 2h), una disciplina quasi esclusivamente aerobica e quindi quasi
esclusivamente condizionata dalla funzionalità del sistema aerobico.
La compensazione Anaerobica
discipline | h. | min. | sec. | [m] | VO2 |
3000 | 0 | 7 | 20 | 87,14 | |
5000 | 0 | 12 | 37 | 84,60 | |
10000 | 0 | 26 | 18 | 87,51 | |
21097 | 0 | 58 | 23 | 78,01 | |
42195 | 2 | 3 | 59 | 74,20 | |
1 ora | 0 | 0 | 0 | 21285 | 76,46 |
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