ATTIVITA' FISICA, RADICALI LIBERI E ANTIOSSIDANTI |
a cura del Prof. Pier Luigi Pompei
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Gli effetti benefici del connubio tra alimentazione ed esercizio fisico, come
si evince dalle parole del grande Ippocrate, sono note da tempi immemorabili.
Non c'e' dubbio infatti che l'attivita' fisica, soprattutto se esercitata in maniera
uniforme e costante nel tempo influisca positivamente su tutta una serie di parametri
fisiologici, costituendo sicuramente una forma di prevenzione di numerose patologie
derivanti da quella che potremmo definire, se mi consentite, la "sindrome del
sedentario". Tuttavia, l'esercizio fisico, lo sport e soprattutto l'attivita'
agonistica non sono scevri da effetti collaterali, che vanno tenuti in debita
considerazione ed eventualmente "vigilati" e, se possibile, prevenuti. Tutto questo
perche' il metabolismo aerobico durante l'esercizio fisico aumenta, incrementando
a sua volta, la produzione di radicali liberi.
I radicali liberi sono solo dannosi?
Teniamo presente che l'ossigeno e' presente per il 21% nel corpo umano. La maggior parte dell'ossigeno che entra nei processi metabolici mitocondriali si lega all'idrogeno formando quella molecola che tutti conosciamo come H2O, e cioe' l'acqua, così vitale ed importante per noi. Ma l'ossigeno puo' anche essere dannoso: alcuni suoi atomi fanno parte di molecole che appunto denominiamo radicali liberi molto instabili, per la presenza di uno o piu' elettroni liberi, molto "avidi" e quindi perennemente alla ricerca di altre molecole cui attaccarsi. Si formano per "perdita" di elettroni nelle varie tappe del loro trasporto. La conseguenza di questa unione e' una degenerazione cellulare. Tuttavia essi sono anche utili in quanto il nostro organismo utilizza questa capacita' di "demolizione" contro" virus o batteri, per spezzare e utilizzare l'ossigeno del corpo e per la contrazione del tessuto liscio dei vasi sanguigni, promuovendo così una corretta circolazione nel sangue. Quando il numero dei radicali liberi e' sotto controllo si e' in una condizione di equilibrio. Un eccesso, al contrario, porta ad una serie di conseguenze quali: danni tipici dell'invecchiamento, arteriosclerosi, danni a mucose ed altre strutture cellulari ed infine alterazioni alla catena genetica del DNA. I radicali liberi utili vengono prodotti da leucociti, dall'endotelio vascolare e dai globuli rossi e la loro produzione viene mantenuta nel giusto equilibrio da enzimi quali ad es. la superossidodismutasi.
Altri fattori, poi, contribuiscono alla formazione di radicali liberi: l'inquinamento dell'aria, insetticidi e prodotti chimici presenti nei cibi, il fumo di sigaretta, le radiazioni, lo stress fisico o emotivo ed alcuni medicinali.
Attività fisica e conseguenze sulla produzione di radicali liberi
Dati recenti nella letteratura scientifica evidenziano che i radicali liberi aumentano durante l'attivita' fisica , ma le nostre difese restano adeguate ed anzi migliorerebbero grazie all'intervento di enzimi che sarebbero "sovraregolati" proprio in virtu' dell'esercizio fisico. In effetti, riscontri positivi dell'attivita' fisica sono stati visti su malattie vascolari e tumori, la cui insorgenza e' strettamente legata allo stress ossidativo. Il rischio, cioe', sembra dipendere dall'intensita' dell'esercizio fisico e dallo stato di allenamento dei soggetti in questione. Quello che allora ci si chiede è:
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In conclusione, l'utilizzo di integratori per combattere lo stress ossidativo indotto dall'esercizio fisico e' un campo che richiede attenzione, prudenza e che va seguito in ambito clinico. Il consumo di una dieta adeguatamente equilibrata che comprende frutta, cereali e verdure e' una strategia alimentare gia' importante nell'ambito della prevenzione al danno da agenti ossidanti. Resta, tra l'altro, ancora da chiarire se l'azione antiossidante di tali sostanze sia legata a particolari interazioni con composti normalmente e naturalmente presenti nei cibi.
Bibliografia
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Antiossidanti (integrazione sportiva) | Attività fisica, radicali liberi e antiossidanti |
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