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IL BAREFOOTING |
A cura di Rocco Di Simone |
Il BareFooting nasce in Nuova Zelanda per poi approdare rapidamente negli Stati Uniti diffondendosi
con il tempo anche in Europa, Italia compresa, ove le persone che lo praticano
sono conosciute anche come gimnopodisti o nati scalzi.
Una vera filosofia di vita, più che una disciplina, il Barefooting attira le
persone che amano vivere, camminare o correre a piedi nudi riappropriandosi degli spazi naturali e delle sensazioni che può trasmettere
al corpo il contatto diretto col terreno.
Per migliaia di anni gli esseri umani hanno vissuto scalzi: l’abitudine al contatto
con il terreno permetteva loro di avere una pianta forte e resistente, senza che
il piede provasse fastidio o fosse soggetto ad irritazioni. Nell’età moderna e
fino ai primi anni ‘60, soprattutto nei mesi più caldi, in quasi tutta Europa
erano ancora in molti a fare a meno delle calzature, almeno finché l'assenza di
queste ultime non venisse identificata con la povertà o con la ‘sciatteria’. In
tempi più recenti, la tendenza a vivere e camminare a piedi nudi è stata gradualmente
ripresa da coloro che hanno avvertito la voglia o l’esigenza di riscoprire le
sensazioni legate alla libertà di muoversi senza costrizioni. A piedi nudi, d’altronde,
è possibile camminare, correre e addirittura scalare monti e sentieri. E a chi
chiede ai BareFooters perché stare a piedi nudi si sentiranno probabilmente rispondere:
“Perché no?”
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Aspetti medici legati al camminare scalzi
I piedi sono un complesso intreccio di muscoli, tendini e terminazioni nervose. Per
mantenerli in forma bisogna allenarli costantemente. Calzare sempre delle scarpe
non aiuta, anzi pregiudica spesso il naturale sviluppo di una parte fondamentale
del corpo umano. Lasciare il piede libero di muoversi aiuta innanzitutto a prevenire
patologie gravi alla schiena, alle anche e alle ginocchia. È dimostrato che i
popoli abituati a vivere scalzi presentano piedi generalmente sani e basterebbe
questo a far sì che ogni genitore incoraggi i propri figli a camminare a piedi
nudi in ogni occasione possibile: in spiaggia, al parco, in casa. Le patologie
plantari, nella maggior parte dei casi, si possono risolvere naturalmente entro
i primi anni di età, semplicemente favorendo la camminata a piedi nudi. Anche
piedi adulti e malandati possono beneficiarne: calli, dita a martello, alluce valgo, duroni sono spesso curabili semplicemente dedicando un po’ di tempo della giornata
ad una sana camminata a piedi nudi, tanto più se si indossano normalmente scarpe
costrittive o, nel caso delle donne, calzature con tacchi alti ove questi ultimi,
peraltro, provocano facilmente gonfiore e tensioni muscolari. La camminata scalza,
inoltre, attiva in maniera straordinaria tutta la muscolatura di cosce e glutei
come provano tanti sport che vengono praticati a piedi nudi come il beach tennis,
il beach volley, il pilates, lo yoga, il karate e il judo.
Tra i vari vantaggi offerti dalla camminata a piedi nudi vi sono il sostegno
ai dischi intervertebrali e quindi a tutta la spina dorsale e, soprattutto per
le donne, la riduzione delle vene varicose e la stimolazione della circolazione sanguigna di tutto il corpo. Per chi soffre
spesso di malattie da raffreddamento, il contatto dei piedi con superfici fresche
è in grado di allenare il corpo alla produzione di calore, aumentando in tal modo
le difese immunitarie. È inoltre dimostrato che la cattiva salute del piede può
essere la concausa di patologie come le cardiopatie, le malattie dell’apparato
digerente, fino all’insorgenza di tumori e delle malattie renali.
Per favorire l’adattamento dei piedi alla camminata a contatto con il suolo è possibile eseguire degli esercizi specifici su dei percorsi appositamente preparati. Per farlo, si possono utilizzare elementi naturali quali muschio, aghi di conifera, foglie, pigne, corteccia d’albero, paglia, sabbia e qualche sassolino non appuntito. Questi materiali possono essere sistemati su dei teli di plastica, in modo da creare dei veri e propri corridoi. In aggiunta, si possono utilizzare delle assi di legno o altro materiale su cui camminare in equilibrio a piedi nudi. Sul percorso, possono inoltre essere appoggiati piccoli oggetti come lacci, rami di piccole dimensioni o elementi similari che possono essere presi tra le dita dei piedi, in modo da allenarne la presa. Queste attività, oltre che ludiche, sono molto importanti per favorire il corretto sviluppo del piede.
Il BareFooting è un modo di concepire il movimento naturale, ma può diventare
una vera e propria attività sportiva con il BareFooting Hiking, vale a dire la scalata a piedi nudi sui monti, che richiede, però, una certa
esperienza. Alcuni dei motivi che spingono i BareFooters a fare escursioni in
montagna sono:
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Diventare BareFooter Hikers
È consigliabile iniziare con delle superfici facili come sabbia o erba. Passare
qualche ora del giorno a piedi nudi in un parco cittadino è un ottimo punto di
partenza. Nel momento in cui la pianta del piede si sarà inspessita sufficientemente,
iniziare a sperimentare dei brevi percorsi montani, scegliendo dei tragitti corti
e vicino casa. Anche i sentieri artificiali sono un ottimo modo per allenarsi.
Una volta raggiunta una certa resistenza e sicurezza, ci si può cimentare con
dei percorsi via via più impegnativi. Iniziare, potrà essere un po’ traumatico,
soprattutto le prime volte, come accade sempre con le attività nuove ma dopo un
primo periodo di adattamento comincerà a diventare più facile, sino a che il camminare
a piedi nudi sarà del tutto naturale. Durante le prime escursioni si perderà molto
tempo a controllare dove si mettono i piedi, per paura di farsi male, ad esempio
con qualche sasso appuntito. Andando avanti, si procederà sempre più spediti,
grazie anche al miglioramento delle capacità tattili e sensoriali di tutto il
corpo. Le prime uscite dovrebbero essere effettuate sempre in compagnia, in alternativa
si suggerisce di scegliere dei sentieri conosciuti, per evitare spiacevoli imprevisti.
Alla fine della prima giornata, i piedi saranno un po’ stanchi e indolenziti,
ma è del tutto normale. Le uscite successive saranno sempre più divertenti e meno
traumatiche. Ad ogni modo bisogna procedere sempre con gradualità, in modo da
permettere un fisiologico adattamento. Mediamente, un BareFooter Hiker dovrebbe
essere in grado di affrontare percorsi di 6-8 Km dopo circa uno o due mesi di
allenamento.
Si ringrazia per la collaborazione e il materiale fotografico il Sig. Paolo Selis, Presidente del Club dei Nati Scalzi www.nati-scalzi.org
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