“Per correre non servono le gambe”; è questa la grande rivoluzione del ChiRunning. Rispetto agli approcci più classici, come il Power Running, si tratta di una
metodologia olistica e innovativa applicata alla corsa che consente di bilanciare gli sforzi ed evitare gli infortuni. Essa integra
alla perfezione la tecnica di corsa con gli insegnamenti dell’antica arte del
Tai Chi secondo i principi del “non-agire” per cui il “chi”, che è l’energia che anima
tutte le cose, deve scorrere liberamente attraverso un sistema di meridiani che
distribuiscono l’energia in tutte le parti del nostro corpo. Dunque, non solo
allenamento ma una modalità che aiuta a vedere e considerare la vita in maniera
autentica che ha molta affinità con discipline come lo Yoga, il Karate, il Chi Kung (o Qi Gong) e ovviamente il Tai Chi Chuan. Lo sguardo è oltre il
raggiungimento del risultato immediato e pratico, l’obiettivo va a porsi all’interno
del proprio sé ed è strettamente legato alla spiritualità e allo sviluppo della
consapevolezza. Anche nei principi e nei termini si segnala una netta distanza
con l’allenamento standard:
Chi Running
Allenamento classico
Finezza.
Movimento intelligente.
Gestire l'energia.
Costruire energia.
Rilassarsi per andare più veloce.
Forza del “core” (addominali bassi).
Allenamento intelligente.
Scoprire, esplorare.
Mente che collabora col corpo.
Imparare dal corpo.
Ascoltate il corpo.
Progresso graduale.
Forza.
Sforzo fisico.
Spendere energia.
Bruciare energia.
Spingere di più per andare più veloce.
Forza delle gambe.
Allenamento faticoso.
Comandare, forzare, dare ordini, costringere.
Mente che domina il corpo.
Sfidare il corpo.
Forzare il corpo.
Adesso, subito, ad ogni costo.
Origini
Il successo e la diffusione del ChiRunning originano dagli Stati Uniti a seguito
della pubblicazione di un libro scritto dal maratoneta, istruttore e ricercatore
Danny Dreyer.
Negli ultimi anni la pratica del ChiRunning si è progressivamente diffusa dagli
Stati Uniti a molti altri paesi, fino a costituire un vero e proprio fenomeno
di massa: dopo aver venduto più di 150.000 copie in patria ed essere stato tradotto
in 14 lingue, il manuale di Danny e Katherine Dreyer è giunto in Italia in un’edizione
appositamente curata da Gary Brackett, allievo di Dreyer, pioniere del “movimento”
e primo istruttore autorizzato di ChiRunning in Italia. Dreyer, mettendo a punto
la sua metodologia, è partito dal dato che il 65% di coloro che praticano la corsa
negli Stati Uniti vanno incontro, almeno una volta l’anno, ad un infortunio. Ciò
viene motivato dall'autore dal fatto che la corsa è troppo focalizzata sul potenziamento,
a discapito dell’organismo considerato nella sua totalità.
Danny Dreyer individua nel chirunning 4 “Chi- skills” che non sono altro che
i quattro principi con i quali chiunque abbia intenzione di cambiare la propria
maniera di correre dovrà confrontarsi da subito:
• Concentrazione
• Percezione corporea
• Respirazione
• Rilassamento
Tecnica di corsa
Cambio di passo, nuovo e più efficace assetto posturale, controllo dell’appoggio
del piede e continua ricerca del migliore rilassamento del corpo durante la corsa
sono alcune delle innovazioni tecniche che caratterizzano questa disciplina.
L’allineamento posturale che si traduce nel mantenimento di giusti rapporti tra
punti precisi del corpo (lobo dell’orecchio, spalla, ossa iliache, malleolo esterno)
e il rilassamento sono due condizioni inscindibili e indispensabili per svolgere
una corsa efficace. L’una deve comprendere l’altra. Il controllo del baricentro
presuppone un appoggio che va a porsi sulla parte mediana del piede bilanciato
con un’inclinazione verso l’avanti del tronco così da sfruttare meglio l’azione
propulsiva naturale della forza di gravità per spingersi in avanti; in questo
modo diminuisce, inevitabilmente, la fatica degli arti inferiori che dovranno
spingere meno ma soprattutto si annullano tutta una serie di microtraumi e contraccolpi
a carico della colonna vertebrale e delle articolazioni del ginocchio del bacino
e della caviglia.
Per avere un corretto allineamento posturale occorre mantenere una posizione
del bacino, che deve essere leggermente spostato in avanti. In questa azione non
bisogna contrarre i glutei ma portare lo sforzo sulla parte bassa dei muscoli
addominali. I piedi devono essere paralleli e alla stessa larghezza del bacino.
Il corpo deve essere inclinato in avanti per consentire alle gambe un minore
impatto e quindi un minore rischio di traumi. Questo “sbilanciamento” in avanti
deve partire dai piedi e di conseguenza tutto il movimento delle gambe deve avvenire
dietro il tronco così da rispettare la regola di equilibrio propria del Tai Chi.
Ovviamente le braccia offrono un valido contributo nell’azione di spinta. Non
a caso è proprio questo “l’assetto” di corsa dei più grandi maratoneti del Kenya
e dell’Africa Orientale che sempre più si impongono durante le competizioni internazionali
di più alto livello.
Durante un workshop di ChiRunning si è invitati a prendere coscienza del proprio
modo di correre anche attraverso l’uso di video, rivedendo la propria azione,
imparando a sentire il giusto assetto e a riconoscere la maniera di spingere più
efficace. Ovviamente si lascia tempo al corpo di abituarsi alle nuove indicazioni
e ai nuovi stimoli; non vi è mai costrizione e imposizione. Col passare del tempo
ci si potrà stupire che qualcosa nel proprio modo di correre è cambiato ma soprattutto
che grazie a questa “riprogrammazione” si sta meglio, si fa meno fatica e si avvertiranno
sempre meno dolori articolari.
Si ringrazia per la cortese collaborazione e per il materiale fotografico Gary
Brackett, primo istruttore di Chirunning in Italia. www.chicorrente.com
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