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GYMBOY®: L’ALLENAMENTO PER I PIÙ GIOVANI |
A cura di Rocco Di Simone |
Fino a qualche anno fa si pensava che l’unico lavoro fisico praticabile dai ragazzi
al di sotto dei 12 anni fosse quello di tipo aerobico. Oggi, è stato dimostrato che è possibile allenare anche la forza, sia pure
con le dovute precauzioni ed i necessari accorgimenti. Allenare un bambino come
se fosse un adulto in miniatura è fondamentalmente sbagliato: a causa dei continui
mutamenti fisiologici che lo coinvolgono e ne determinano la crescita psico-fisica,
un bambino deve essere allenato in maniera completamente diversa rispetto all’adulto.
Le differenze più importanti sono da ricercarsi nell’apparato cardiovascolare
ed in quello respiratorio.
Per quanto riguarda il primo, è bene ricordare che i bambini possiedono organi
interni di dimensioni minori rispetto all’adulto, a partire dal cuore. Il loro muscolo cardiaco è in grado di espellere, in un singolo battito, una
quantità di sangue inferiore, ha cioè una gittata sistolica limitata se paragonata
a quella di un cuore adulto che ha una capacità di circa 70 ml. Per compensare
questa differenza, il cuore del bambino mantiene un battito accelerato che lo
porta ad avere una frequenza cardiaca massima superiore. Un ventenne può avere
una FCMax pari a 200 mentre un bambino può anche arrivare a 215. I battiti maggiori
però, non riescono comunque a compensare totalmente il più basso volume sistolico.
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I bambini solitamente prediligono saltare, lanciare, arrampicarsi, in teoria
tutte attività di tipo anaerobico. Le attività di tipo naturale come queste sono
fondamentali al fine di maturare gli schemi motori e migliorare elementi come
equilibrio, propriocezione, forza, attività neuromuscolare. Questa predilezione
per le attività anaerobiche, più che una predisposizione fisiologica legata all’età.
è piuttosto una predilezione pratica. Gli studi metabolici a disposizione sui
soggetti di età pre-pubere ci informano che, a causa della limitata capacità di
glicolisi anaerobica e a causa della limitata produzione di enzima PFK (PhosfoFruttoKinasi)
necessari nel processo di ricarica dell’ATP (l’energia utilizzata dai muscoli
durante uno sforzo fisico), i livelli di forza derivanti dalla produzione di energia
tramite il metabolismo anaerobico non sono così alti rispetto a quelli prodotti
tramite il sistema metabolico aerobico. È da aggiungere, però, che in soggetti
così giovani la demarcazione tra sistema anaerobico ed aerobico non è così netta
come in soggetti adulti. In pratica in un bambino i due sistemi energetici collaborano
e interagiscono senza che ci sia tra i due una netta linea di confine. L’organismo
di un bambino è così complesso e in continua evoluzione che la richiesta energetica
(qualunque essa sia in base al tipo di sforzo) viene soddisfatta al di là dei
normali schemi fisiologici presenti in un soggetto maturo.
In conclusione, si può affermare che l’attività da prediligere in un soggetto
in giovane età dovrebbe essere più sbilanciata verso la zona aerobica (uno sforzo
di intensità media per un tempo prolungato). Le attività di tipo anaerobico (sforzi
di intensità maggiore per tempi più brevi) tipo salti e lanci, non devono però
essere dimenticate poiché aiutano lo sviluppo di componenti fondamentali alla
crescita fisiologica e biomeccanica altrettanto importanti.
Quello che deve essere evitato tassativamente nella scelta dei gesti anaerobici
è di sovraccaricare troppo la struttura scheletrica poiché ancora in crescita.
Un carico eccessivo sulle strutture ossee potrebbe infatti aumentare sensibilmente
il rischio di fratture e traumi. Inoltre, un eccessivo lavoro di forza porta l’organismo
ad una produzione naturale di testosterone. L’aumento di questo ormone nel sangue
potrebbe facilitare la saldatura prematura dei dischetti cartilaginei nelle ossa
lunghe che si potrebbe tradurre in una ridotta crescita in altezza. È per questo
che si sente spesso dire che una attività con opposizione di resistenza (i pesi) eseguita prematuramente può portare ad un blocco della crescita. Le attività
di questo tipo dovrebbero iniziare presumibilmente dopo i 15-16 anni in maniera
graduale e con le dovute precauzioni. Prima è però possibile eseguire degli esercizi
con carichi ridotti, per un numero di ripetizioni alto che non sovraccarichino
la struttura ossea ma gettino comunque le basi per un adeguato sviluppo della
forza in età adulta. In questo contesto, si colloca appunto il circuito Gymboy®,
un sistema di allenamento a metà tra quello di forza e quello aerobico.
Il sistema si avvale di macchinari studiati per seguire gli schemi biomeccanici
dei bambini. Le macchine Gymboy® sono progettate per rendere il movimento fisico
il più naturale possibile: si evita di sovraccaricare la struttura vertebrale
e i carichi utilizzati sono tali da stimolare lo sviluppo di forza resistente
senza entrare nel lavoro di forza ipertrofica e forza pura. I programmi eseguiti
si basano sulla tecnica del Circuit Training (allenamento a circuito). Normalmente, in palestra, si esegue un dato esercizio
avvalendosi del classico formato “Serie per Ripetizioni”, in pratica un dato movimento
viene ripetuto più volte (ripetizioni) per un dato numero di serie con delle pause
(recupero) tra una serie e l’altra. Per i bambini, questo schema allenante non
è molto appropriato. I bambini hanno bisogno di lavorare in maniera più continua
per mantenere alta l’interazione tra sistema aerobico ed anaerobico. Per questo
Gymboy® consente di lavorare a circuito con più macchine isotoniche diverse, ognuna
delle quali realizza un gesto motorio differente. Il bambino parte lavorando su
un dato attrezzo ripetendo il gesto per un numero di volte alto (le ripetizioni
vanno da 15 a 25); terminato l’esercizio ci si sposta su un altro attrezzo per
compiere un gesto motorio diverso con un recupero tra un esercizio e l’altro molto
basso (20/30 secondi), il tempo necessario per spostarsi e prepararsi per l’esercizio
successivo. Ogni circuito di lavoro è composto da 4/5 macchine. Al termine di
un circuito, il bambino avrà bisogno di riposare (3/4 minuti) prima di ripeterlo
nuovamente. In questo modo, oltre a realizzare un lavoro corretto dal punto di
vista biomeccanico e bioenergetico, si compie una attività fisica che richiama
gli schemi dei giochi che più piacciono ai bambini. Inoltre, il lavoro non viene
svolto da un singolo soggetto ma da un gruppo. Ogni bambino inizia il suo allenamento
da una macchina diversa e, spostandosi alla successiva, dà modo al compagno che
lo segue di occupare un attrezzo nuovo. Più che un esercizio ginnico, il Gymboy®
agli occhi del bambino appare come un gioco semplice e divertente che lo mette
in contatto continuo con i suoi coetanei. L’interazione tra bambini è utile non
solo sotto il profilo ludico ma anche sotto quello della motivazione e della sana
competizione. Pensiamo ai ragazzi con qualche problema di obesità o di mobilità
articolare: fare attività con altri coetanei sotto forma di gioco è utile per
spronare a fare sempre meglio evitando il plateau da allenamento o addirittura
l’abbandono dell’attività fisica.
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Si ringrazia per il materiale fotografico e per la collaborazione il Dottor Marco Scalisi, Responsabile Scientifico in Teca: www.tecafitness.com
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