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LA MONTAGNATERAPIA |
A cura di Barbara Celani, Psicologia in Movimento |
Salire su una cima, raggiungere una vetta, fare la scalata: tutte espressioni
che, attraverso il riferimento metaforico alla montagna, indicano il successo,
il raggiungimento degli obiettivi, l’andare verso l’alto. La montagna, dunque
come simbolo di determinazione, di punto di arrivo, di meta più o meno facilmente
raggiungibile che ben rappresenta l’idea di “farcela”. La premessa metaforica
mette in evidenza uno dei fattori che rende così efficace la montagnaterapia,
dove l’ambiente montano reale diventa luogo di terapia a vari livelli. Anche se
questo termine rimanda ad un aspetto “curativo”, si puà vedere la montagnaterapia
nell’ottica più ampia della promozione della salute e del benessere intesi come
qualcosa di più dell’assenza di malattia.
La montagnaterapia consiste in un approccio di tipo terapeutico-riabilitativo
e/o socio-educativo che prevede la montagna come ambiente idoneo allo svolgimento
di un lavoro terapeutico orientato alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione
di differenti problematiche, psichiatriche, fisiche, emotive, cognitive, legate
all’età evolutiva.
Tra le prime esperienze legate a questo originale approccio, si trovano quelle
dell’associazione francese Moi-je di Mezières, all’inizio degli anni ’90 e, in
Italia, quelle della Fondazione Emilia Bosis. Oggi, le attività di montagnaterapia
vengono progettate ed attuate principalmente nell’ambito del Servizio Sanitario
Nazionale o in contesti socio-sanitari accreditati, attraverso l’indispensabile
partecipazione del Club Alpino Italiano e di altri Enti o Associazioni accreditati
del settore.
Lo svolgimento delle attività di montagnaterapia necessita di fondamentali competenze
cliniche e richiede l’utilizzo di metodologie specifiche, legate alle attività
in senso stretto, ma anche alla formazione degli operatori e alla verifica dei
risultati.
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Combattere lo stress attraverso la montagna
Il contatto con l’ambiente montano e con la natura in generale si contrappone
efficacemente ai ritmi tutt’altro che naturali che caratterizzano la quotidianità
connotata da inquinamento acustico e atmosferico, stress, richieste, orari, scadenze,
fretta nel mangiare, nelle relazioni, negli spostamenti. Il messaggio costante
che arriva è che più si alza la soglia di sopportazione allo stress più si è adeguati
e meritevoli. In realtà sarebbe più funzionale imparare a “togliere” più che aggiungere,
trovare spazi per la rigenerazione, la gratificazione personale, la cura e l’attenzione
al corpo e alla mente.
La montagna offre una valida alternativa al mondo moderno caotico e frenetico
e si pone come “oasi” non solo per chi necessita di trattamenti terapeutici, ma
anche per l’uomo sano che nutre il suo benessere e si allontana dai problemi quotidiani,
rifugiandosi in un luogo metaforicamente e realisticamente “al di sopra” dell’ambiente
quotidiano. Giulio Scoppola, alpinista, psicologo della Asl RmE spiega: “Abitare
spazi impervi e non modificati dall’uomo, è una preziosa opportunità per ridinamizzare
la mente e il corpo dei malati”.
Navigando su internet ci si può imbattere in frasi come le seguenti, riferite
agli effetti della montagna:
“… sono convinta che la natura ci aiuta molto anche dal punto psicologico, io
trovo un grande benessere quando passo una giornata o più giornate in montagna,
ho proprio la sensazione di ricaricare le pile, di scoprire un po’ un’altra parte
di me stessa”
“La montagna mi fa staccare dalla frenesia di tutti i giorni. Niente pensieri quotidiani, quasi un mondo parallelo dove riesco veramente a rilassarmi… una semplice domenica passata in qualsiasi altro posto, anche se in totale relax, non riesce a togliermi dalla mente le faccende di tutti i giorni come un’escursione”
“… anche un certo desiderio di mettersi alla prova a livello fisico, voler capire quanto si tiene in situazioni diverse magari dal classico "tapis roulant", o godersi, inaspettatamente, un animale che ti passa davanti, o sentirsi proprio intorno quel silenzio, che si può definire un silenzio dell'anima che davvero ti mette in pace con te stessa, specie se si vive in una grande città, una vita molto frenetica, fatta di orari, di scadenze, etc...”
La montagna si presenta come terapeutica già a livello visivo, con i suoi colori vivaci, riposanti e intensi: i verdi e gli azzurri, i caldi colori gialli e rossi. A livello uditivo concede la calma, il silenzio e favorisce un ascolto più agevole del mondo interiore e un riavvicinamento agli elementi naturali come lo scorrere di un fiume, il cinguettìo degli uccelli, il rumore del vento. Inoltre, non si dimentichi l’impatto positivo sulla salute del camminare e del movimento: la valutazione di dati epidemiologici ha indotto l'OMS ad inserire ai primi posti tra gli interventi di promozione alla salute proprio l'aumento dell'attività fisica individuata come fattore di prevenzione e di terapia per patologie cardiovascolari, diabete, obesità, malattie cronico degenerative.
Non solo la psichiatria può trovare percorsi terapeutici utili nel rapporto con
la montagna ma anche altre branche della medicina stanno investendo in questa
risorsa, come la cardiologia, la chirurgia vascolare, anche come riabilitazione
nelle fasi post-operatorie. Altra patologia che registra miglioramenti significativi
con questa attività è il diabete di origine alimentare: con un regolare movimento
si può arrivare addirittura a non aver più bisogno del trattamento farmacologico,
in quanto i livelli di insulina si possono ridurre notevolmente.
Rispetto all'apparato osteo-artro-muscolare, camminare, scalare, arrampicarsi,
sono tutte attività che migliorano il tono muscolare, l’elasticità di tendini
e articolazioni, ostacolandone il deterioramento precoce. Inoltre, l’altitudine
rafforza i benefici dell’attività fisica anche perché si abbassa la percezione
della fatica.
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Un altro aspetto importante circa gli effetti benefici della montagnaterapia
riguarda, come accennato, le dinamiche relazionali. Ci si organizza in gruppi,
uniti dallo stesso obiettivo e ciò favorisce, in primis, un senso di appartenenza
che per qualcuno può rappresentare un’esperienza nuova. Camminando con altre persone,
dormendo in un rifugio, condividendo le esperienze, vengono annullate le diversità.
Paolo di Benedetto, psichiatra nella Asl di Rieti e coordinatore della montagnaterapia
nel centro Italia, afferma: “In montagna le differenze si annullano. Si è uguali
agli altri perché si condivide fatica, freddo, fame, sete. Inoltre, ci si sostiene
reciprocamente”.
In una situazione simile, si favorisce il senso di autoefficacia legato alla
consapevolezza e all’esperienza che le proprie azioni incidono sull’ambiente e
sono utili per se stessi e gli altri. Si sperimentano nuove strategie relazionali
e di problem solving, confrontandosi con limiti e possibilità.
Oltre alla sessione di lavoro strettamente pratica, è infatti utile fornire uno
spazio di elaborazione successivo, in cui depositare, condividere, costruire significati
rispetto alle dinamiche emerse, mantenendo la struttura del gruppo. Il gruppo
è un potente strumento di conoscenza e autoconoscenza che fornisce la possibilità
di riconoscersi attraverso gli altri, sperimentare relazioni e di introiettare
esperienze positive.
Cambio di stagione, passaggio dall’ora solare a quella legale, sbalzi termici e climatici: sono condizioni che in alcuni soggetti possono creare un vero e proprio disagio. La meteoropatia, infatti, è un complesso di disturbi sia a livello psicologico che fisico, associato ai...
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L'evoluzione della specie umana ha comportato modificazioni anche a livello psicologico. Che cosa è la Psicologia dell'Evoluzione?
L'emozione:il cuore che pulsa, le mani sudate, il respiro affannato, il tremore degli arti che accompagna sensazioni paura.
Ottimismo e pessimismo possono influire sulla salute, sul successo in ambito lavorativo, e nella vita in genere, e in definitiva sul benessere psico-fisico delle persone.