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LA PSICOCIBERNETICA |
A cura della Dott.ssa Monica Monaco |
Uno dei segreti principali alla base del benessere e del successo consiste nell'allineamento
dei propri obiettivi e desideri alla propria immagine interiore di noi stessi.
Molte condizioni quotidiane di malessere, infatti, nascono dall'impossibilità
di cambiare la realtà e richiedono un cambiamento personale che non può limitarsi
solo all'aria dei comportamenti ma che deve coinvolgere piuttosto l'intera concezione
di sé stessi. La Psicocibernetica è un approccio di aiuto alla mente nato a partire
dagli studi di M. Maxwell relativi a concetti e ad approcci psicologici utili
per affrontare le problematiche dell’identità che egli ha riscontrato in alcuni
casi in seguito alle operazioni da lui praticate come chirurgo plastico.
Questo metodo, basandosi sull'applicazione dei principi della cibernetica al
cervello umano, offre strumenti di cambiamento basati sulla programmazione mentale
di nuovi modelli di pensiero e di azione e sulla stimolazione di nuovi apprendimenti
volti a orientare verso nuove e positive immagini di se stessi.
Immagine dell'Io, benessere e successo
Un importante pilastro concettuale della psicocibernetica e delle sue chiavi
di cambiamento è il concetto psicologico di “immagine dell’Io”.
Ogni persona porta con sé quotidianamente una “immagine-guida” che dirige le
proprie azioni, i propri sentimenti e l'intero comportamento. Essa è un ritratto
interiore, un profilo personale che contiene delle credenze su se stessi, più
o meno definite e più o meno consapevoli, che strutturano quella che viene denominata
"immagine dell'Io”.
Tale auto-immagine rappresenta il metro di valutazione di se stessi, un manuale
interiore che contiene ciò che si ritiene di essere e di valere e che comprende,
di conseguenza, anche ciò che ci si può aspettare da se stessi e ciò che ci si
merita e a cui una persona può aspirare.
L'origine di questa fotografia profonda di se stessi si rintraccia nel passato
di ogni persona, nelle sue esperienze di successo e di fallimento, nelle frustrazioni,
nelle esperienze di gioia e di vergogna, nelle reazioni degli altri nei propri
confronti, e corrisponde ad una costruzione dell' “Io percepito” che inizia a
strutturarsi nella prima infanzia, ma che viene integrato nel corso di tutta la
vita.
Conseguentemente, tutti i sentimenti sperimentati su se stessi, come la sicurezza
o l’incapacità vissute in relazione alle esperienze che compongono la propria
storia personale, derivano dall’ “immagine dell'Io”, che spinge ad agire come
se si fosse la persona che si ritiene di essere.
Di conseguenza, quando un'idea su se stessi entra a far parte di questa immagine
diventa "vera" per la persona, la quale comincia ad agire basandosi su di essa
e a comportarsi "come se" essa fosse vera, attivando facilmente quello che viene
definita "profezia che si auto-avvera” che è in grado di rafforzare, sua volta,
l'immagine iniziale, generando un circolo vizioso o virtuoso a seconda dei casi.
La presenza di questo nucleo profondo che guida il comportamento spiega anche
la difficoltà frequente nel cambiare alcuni abitudini e modi di vivere attraverso
un'azione e metodi diretti solo ad aspetti dell’involucro individuale esterno,
ma che spesso entrano in contrasto con ciò che la persona pensa di poter essere
nel cuore dell’Io.
L'auto-immagine, tuttavia, è una struttura plastica che può essere modificata
attraverso l’approccio della Psicocibenetica: essa è il prodotto di un meccanismo
creativo che filtra la realtà e le esperienze attraverso le "immagini mentali"
che compongono l'immagine-chiave che si tende a mostrare nella vita reale, quella
che stabilisce ciò che si può fare, ciò che si può essere, descrivendo quella
che è stata definita come "la zona del possibile" di ogni persona.
Dal momento che ciò che uno pensa di sé non deriva dalla volontà, ma dalla composizione
in un mosaico di vissuti legati alle proprie esperienze, il cambiamento dell'immagine
personale registrata, secondo le osservazioni della Psicocibernetica, può seguire
lo stesso percorso senza implicare uno sforzo di volontà o anche in mancanza di
quest'ultima, come accade in presenza di problematiche depressive.
Ogni comportamento problematico, alla luce di questa prospettiva di studio, nasce
attraverso immagini mentali e attraverso queste ultime può essere modificato,
dal momento che il nostro cervello tende ad avvalersi dei dati presenti nella
propria memoria sotto forma di immagini, allo scopo di risolvere problemi e di
agire in determinate situazioni. L'apprendimento e l'allenamento di esperienze
nuove, di nuovi modi di pensare, di immaginare e di agire, anche se semplicemente
immaginato, mostra di poter modificare gli schemi tipici di reazione mentale e
comportamentale, generando una sensazione di maggiore padronanza che viene assorbita
ed entra gradualmente a far parte dell'immagine percepita dell’Io.
Il cervello come servo-meccanismo
La Psicocibernetica, inoltre, spiega il comportamento umano applicando ad esso
i principi e le conoscenze della cibernetica, una scienza che studia i meccanismi
di autoregolazione di comunicazione confrontando le similitudini tra macchine
ed organismi naturali, con particolare attenzione alla teleologia e allo studio
di ciò che accade e di ciò che è necessario per il raggiungimento di un determinato
scopo nei sistemi meccanici.
Secondo la prospettiva psicocibernetica ogni persona possiede un servo-meccanismo,
ossia una macchina che può essere usata per migliorare la propria vita, anche
se in alcuni casi tale dispositivo può funzionare come un vincolo negativo da
riprogrammare.
Tale meccanismo, in realtà, è un importante potenziale di successo e di benessere
posseduto grazie al naturale funzionamento del cervello e del sistema nervoso
che assolvono a funzioni simili a quelli di una calcolatrice elettronica e di
un sistema meccanico che si muove per il raggiungimento di uno scopo.
Più precisamente, le due funzioni innate del sistema nervoso umano, similmente
a ciò che si osserva in sistemi cibernetici, sono rispettivamente:
• quella di un "cervello elettronico" che tende spontaneamente alla risoluzione
di problemi, alla ricerca di risposte ad interrogativi e alla produzione di idee
nuove;
• quella di "sistema-guida", dal momento che esso conduce nella direzione giusta
per il raggiungimento di un certo scopo spingendo, per tal fine, a reagire correttamente
all'ambiente.
È possibile affermare, dunque, in modo generalizzato che il cervello umano può
operare secondo entrambe le modalità che connotano i servo-meccanismi meccanici.
Esso, infatti, si attiva:
1) nei casi in cui il bersaglio o la risposta da dare non sono manifesti e in
cui il compito è proprio quello di individuarli;
2) nelle condizioni in cui lo scopo-bersaglio da raggiungere o la risposta da
fornire sono noti e l'obiettivo è rappresentato dall’individuazione di queste
mete.
Il cervello agisce come un sistema-guida, ad esempio, quando si sta cercando
un oggetto all'interno di una borsa senza guardare, esplorando e procedendo per
tentativi fino a riconoscere al contatto qualche caratteristica di ciò che si
sta cercando.
Un esempio in cui il funzionamento del servo-meccanismo cerebrale è simile a
quello di una calcolatrice elettronica è offerto invece dal gesto di prendere
un bicchiere d’acqua per bere. In questo caso grazie ad un meccanismo automatico,
dopo aver scelto lo scopo (bere), il cervello attiva e mantiene azioni, più o
meno perfezionate e coordinate a seconda dell'età, volte al raggiungimento di
tale obiettivo. In questa prima tipologia di funzionamento meccanico il cervello
mostra di essere naturalmente predisposto a ricercare il successo dal momento
che tende a ricordare gli esiti positivi e a dimenticare i fallimenti, ripetendo
automaticamente le azioni che hanno portato al raggiungimento di uno scopo e diminuendo
il numero di tentativi inutili e infruttuosi in esperienze simili successive.
Principi-chiave di psicocibernetica
Esistono alcuni principi fondamentali che hanno portato allo sviluppo di numerosi
esercizi di Psicocibernetica e che guidano ogni pratica messa a punto nel contesto
di questo approccio.
Uno degli assunti fondamentali su cui si basano i metodi di aiuto realizzati
dalla Psicocibernetica in relazione a diverse problematiche psicologiche e comportamentali
è, come accennato, l'importanza dell'immaginazione che è in grado di stimolare il servo-meccanismo cerebrale a seguire schemi positivi
di pensiero e di azione. Il segreto dell'uso delle immagini mentali come stimolo
per i meccanismi automatici di successo risiede nella loro capacità di rendere
chiaro l'obiettivo che si desidera raggiungere. Le virtù attribuite all'immaginazione,
intesa come un metodo di riproduzione dei vissuti sensoriali, motori e cognitivo-emozionali,
derivano dalle scoperte relative alla sostanziale uguaglianza operata dal cervello
tra la "realtà vissuta" e la "realtà immaginata", sempre che ciò avvenga attraverso
pratiche multimodali di visualizzazione. Il cervello, infatti, nel corso di appropriati
e vividi esercizi di visualizzazione allena l’apprendimento e l'assimilazione
di nuovi schemi nello stesso modo in cui avviene nella realtà. Inoltre, numerosi
studi hanno dimostrato che ciò che viene vissuto intensamente a livello immaginativo
è in grado di produrre conseguenze psico-fisiche reali, sia a breve che a lungo
termine, producendo una graduale ristrutturazione del proprio “ io interiore”.
Sulla base di innumerevoli dimostrazioni di questi aspetti, sono stati progettati
esercizi di allenamento immaginativo del servo-meccanismo cerebrale per guidare
il miglioramento di capacità comportamentali quotidiane, di abilità atletiche,
di capacità di comunicazione e di vendita, fino a sviluppare pratiche di miglioramento
di aspetti di personalità.
Un secondo principio fondamentale che guida gli esercizi di Psicocibernetica
è la cosiddetta "legge di Couè" che sostiene che nello scontro tra volontà e immaginazione, prevale la seconda.
Ciò determina la constatazione che non è possibile, attraverso uno sforzo di volontà,
modificare comportamenti e abitudini che si sono consolidati nel tempo in seguito
ad azioni che derivano dalle proprie immagini interiori, dal momento che sarebbe
come parlare due linguaggi differenti. La conseguenza è strettamente connessa
al principio precedente: ciò che nasce dalle immagini interiori va modificato
con nuove immagini interiori. In Psicocibernetica la vittoria delle immagini sulla
volontà favorisce il successo dei percorsi personali di cambiamento anche in assenza
di una volontà forte (es. stati di scoraggiamento), purché ci sia una costanza
nell'esercizio che generalmente deriva dalla fiducia nel metodo.
Quest'ultima va assicurata rispettando le prescrizioni temporali cicliche che garantiscono il consolidamento di nuovi programmi mentali e quindi il cambiamento
comportamentale. Generalmente ogni programma richiede un allenamento di 30 minuti
al giorno seguendo un ciclo continuativo di 21 giorni di seguito o, nei casi più
complessi, di periodi più lunghi che possono giungere fino a tre mesi comprendendo
due o tre ripetizioni di ogni ciclo di base, intervallato da una settimana di
riposo.
Infine, la programmazione del servo-meccanismo mentale richiede di limitare gli sforzi consapevoli di cambiamento che possono rappresentare un blocco per il meccanismo creativo automatico: una
volta stabilito e immaginato adeguatamente l'obiettivo occorre alleggerire la
macchina intellettuale lasciandola agire passivamente e meccanicamente nei contesti
in cui si vuole applicare il cambiamento.
Dalla teoria alla pratica: le possibilità della psicocibernetica
Gli obiettivi che è possibile raggiungere attraverso percorsi guidati dall'approccio
psicocibernetico sono numerosi come mostra l'esperienza di applicazione in diversi
campi.
I più noti esercizi di Psicocibernetica trovano applicazione per favorire:
• il rilassamento e l'abbassamento dei vissuti di ansia;
• il miglioramento della qualità del sonno;
• la capacità di rispondere agli eventi stressanti con azioni positive e di compensazione;
• il miglioramento dei vissuti negativi generati dalla presenza di difetti fisici
o di malattie;
• lo sviluppo di un atteggiamento positivo di ricerca di soluzioni ai problemi
basato su l’uso dell’immaginazione creativa come chiave del funzionamento del
servo-meccanismo di successo;
• la ristrutturazione dell'immagine di sé e la sua riprogrammazione per il successo
e per il benessere;
• il miglioramento dell'accettazione di sé e dell'autostima;
• il riconoscimento anticipato di situazioni di pericolo o di fallimento;
• la destrutturazione di auto-valutazioni negative sbloccando i servo-meccanismi
orientati al fallimento e al pessimismo e ricucendo alcune cicatrici emotive;
• il controllo delle emozioni eccessive (timitezza, rabbia di aggressività) che
possono causare delle difficoltà nelle relazioni interpersonali o dei problemi
di somatizzazioni.
Più in generale, l'adozione di semplici esercizi di Psicocibernetica aiuta a
programmare cambiamenti positivi in rapporto a numerose abitudini comportamentali,
favorendo lo sviluppo di uno stile di vita positivo (alimentazione, attività fisica,
relazioni sociali, abitudini lavorative) e l'abbandono di quotidiane dipendenze
e vissuti negativi di sé.
MATERIALE BIBLIOGRAFICO E AUDIO SULL’ARGOMENTO
- Maxwell M., 1960, Psycho-cybernetics: a new way to get more living out of life, Prentice-hall, NY.
- Maxwell M.; Kennedy D., 2001, The New Psycho-cybernetics, Paperback
- Maxwell M.; Kennedy D.; Michael P., Psycho-cybernetics audio book, Audio renaissance
- Monaco M., 2008, Corso di psicocibernetica, A.M.
- Monaco M., 2007, Schede di esercizi di psicocibernetica. In Raccolta per percorso personale di psicocibernetica, A.M.
- Fontana S., 1998, Attraverso la mente. Manuale di psicocibernetica, ISU, Roma
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