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IL COMPORTAMENTO DI VOTO - PSICOLOGIA POLITICA |
A cura della Dott.ssa Monica Monaco |
Le strategie di scelta: dalla razionalità alle scorciatoie cognitive
La preferenza espressa attraverso il voto rappresenta principalmente una dichiarazione
di fiducia e di condivisione che oggi appare sempre più lontana dalle modalità
di scelta che guidavano il voto in tempi passati, quando l’influenza mediatica
era meno incisiva.
L’attuale comportamento di voto, infatti, appare come un processo di scelta sempre
più “personalizzata”, cioè mosso in modo crescente dalle caratteristiche individuali
dei candidati, aspetti che giocano un ruolo più importante di quelli che in passato
avevano un peso maggiore, quali le ideologie, le tradizioni, i valori e gli interessi
delle classi sociali, delle famiglie e dei singoli elettori.
I comportamenti più ponderati e razionali che alimentavano l’espressione delle
preferenze in passato, oggi appaiono sostituiti da scorciatoie di pensiero più
approssimative, un atteggiamento che può essere considerato una risposta naturale
al crescente, e talvolta confuso, numero di informazioni, spesso contrastanti,
trasmesse dai mass media quotidianamente. Così, nella psicologia politica, il
pensiero logico lascia il posto a forme decisionali brevi e imprecise, definite
“euristiche”, ossia strategie cognitive brevi che vengono messe in atto quando
si ha la consapevolezza che mancano importanti dati certi sulla realtà per fare
delle valutazioni precise.
In ambito politico il ricorso ad euristiche sembra giustificato da numerosi fattori tra cui:
Pertanto, sembra comprensibile che, per far fronte alla difficoltà crescente
nel comprendere i programmi politici e alle incertezze rispetto alle promesse
sfiduciate dai partiti opposti o dimostratesi inattendibili, vengano messi in
atto comportamenti più intuitivi, guidati più spesso da impressioni emotive come
simpatia e fiducia o, ancor peggio, dal desiderio di allontanare personaggi che
suscitano, più o meno spontaneamente, antipatia, incertezze sul futuro e timori.
Anche in questo settore della vita cresce l’importanza di “ciò che appare”, in
una politica che si adatta di conseguenza a produrre “personaggi, piuttosto che
a giocare sulle ideologie, sulla necessità di dimostrare competenze, sulle reali
capacità dimostrate in un passato e in una storia che viene invece costantemente
rimessa in discussione e ricostruita attraverso le narrazioni di leaders sempre
più carismatici e seducenti.
L’immagine del candidato
Come nella società americana, la scelta elettorale italiana appare crescentemente
influenzata ed influenzabile dall’“immagine del politico”, fatta di ciò che dice,
di come lo dice, della personalità che mostra in pubblico, catturata dalle telecamere
e dalle fotografie scattate anche nel privato-intimo, fino a costruire una rappresentazione
di un Sé che deve trasmettere la possibilità di rispondere ai bisogni degli elettori
che altrimenti non lo sceglieranno.
La constatazione di ciò comporta che, dalla televisione ai giornali, viene giocata
una campagna elettorale sempre più basata sulla possibilità di accattivarsi simpatie,
di affascinare il popolo, di apparire più simili e vicini agli elettori o quantomeno
alla loro immagine ideale.
La tendenza degli elettori a lasciarsi guidare dagli aspetti di personalità ricavati
attraverso pochi, spesso selezionati, momenti di comparse televisive è aggravata
da una ulteriore propensione a giudicare i politici sulla base di semplificazioni
cognitive ed emotive. Come mostrano alcuni studi (Caprara G.V., 1997; Caprara
G.V., Barbaranelli C., Zimbardo P.), infatti, gli elettori invitati a descrivere
la personalità che ritengono propria dei leader politici, fanno riferimento esclusivamente
ad aspetti legati ai tratti dell’energia e dell’ammicalità, trascurando le altre
dimensioni della personalità ben più importanti per affidare razionalmente il
governo del proprio paese.
Pertanto, nel processo di percezione della personalità del politico che guida
gli elettori, quei fattori più superficiali e legati all’immagine, definiti “attrattori”,
sembrano giocare un ruolo più forte, indipendentemente dalle preferenze politiche
espresse dai votanti e dallo schieramento politico in cui si colloca il candidato
che viene giudicato.
Agendo come una calamita, caratteristiche connesse ad aspetti esteriori quali
l’innovatività e la sincerità, sembrano catturare l’attenzione degli elettori,
portando ad una generalizzazione della positività della personalità del candidato
prescelto.
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Altre ricerche di psicologia politica si sono concentrate sullo studio delle
determinanti del comportamento di voto (Caprara G.V., Barbaranelli C., 2000) ed
hanno rilevato che il voto viene innanzitutto guidato dalle cosiddette “attese
di vantaggi e svantaggi”.
È presente perciò una tendenza secondo la quale il voto è dato ai rappresentanti
politici che si ritiene possano produrre i cambiamenti sociali desiderati che
risultano essere principalmente la crescita della democrazia, della giustizia
sociale, dell’equità fiscale, del lavoro e della stabilità economica.
Un altro fattore che influenza l’espressione del voto è la “propensione a non
rischiare” che è guidata da una tendenza conservativa degli elettori che, rassicurati
dalla conoscenza di alcuni punti certi, sono poco disponibili a mettere a rischio
l’equilibrio ambito e spesso percepito come instabile.
Per tali ragioni in ogni elezione esiste un vantaggio dei politici che concorrono
per il rinnovo delle cariche piuttosto che di quelli che devono ancora farsi conoscere
dagli elettori, un processo che invece deve superare la paura delle novità e deve
rispondere al bisogno di rassicurazioni, quasi come se il politico dovesse aspirare
a diventare il “padre” di una grande famiglia di figli bisognosi di certezze.
Ciò si aggiunge alla naturale tendenza della memoria degli elettori ad essere più sensibile al cosiddetto “effetto recency”, ossia a ricordare meglio eventi accaduti o narrati di recente su cui viene consolidata la propria scelta di voto, malgrado i complessi intrecci della storia narrata durante un governo. La conseguenza è che, come accade nella conversazione telefonica in cui è possibile chiudere una lite lasciando una sensazione positiva finale basata sugli ultimi minuti di comunicazione, è altrettanto possibile chiudere un periodo di governo con memorie positive che potranno guidare alla conferma dello stesso o viceversa chiudere in negativo un lungo periodo positivo. Ciò dipende dall’andamento della campagna elettorale, dagli ultimi eventi politici e dalle capacità di sottolineare i propri pregi e gli altrui difetti dei partiti.
Esiste poi un ulteriore fattore che può influenzare l’espressione del voto, costituito
dalla “presunta approvazione del voto da parte delle persone importanti”.
In relazione a questo aspetto, la preoccupazione di essere disapprovati da familiari,
amici, parenti sembra giocare un peso maggiore sugli elettori di sinistra, mentre
quelli di destra sono più centrati sull’approvazione che potrebbero ricevere dai
propri cari votando lo schieramento “familiare”, un rinforzo positivo che influenza
meno il comportamento rispetto alla possibile “punizione” rappresentata dalla
disapprovazione.
Il comportamento di astinenza
Così come il comportamento di voto, anche quello di astinenza è guidato dagli stessi fattori che conducono al voto intuitivo. Il risultato è un crescente atteggiamento di rifiuto della politica, la frequente tendenza a non esercitare il proprio diritto-dovere, come un dispetto motivato dalle sensazioni di sfiducia, dalla difficoltà a credere a nuove promesse e dalla tendenza a cercare di risolvere le proprie problematiche quotidiane in una dimensione più piccola, più quotidiana e vissuta come più controllabile del cambiamento sociale.
Bibliografia
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L'evoluzione della specie umana ha comportato modificazioni anche a livello psicologico. Che cosa è la Psicologia dell'Evoluzione?
L'emozione:il cuore che pulsa, le mani sudate, il respiro affannato, il tremore degli arti che accompagna sensazioni paura.
Ottimismo e pessimismo possono influire sulla salute, sul successo in ambito lavorativo, e nella vita in genere, e in definitiva sul benessere psico-fisico delle persone.