Che cos'è la rabbia? La rabbia è una emozione tipica, considerata fondamentale da tutte le teorie psicologiche poiché per essa è possibile identificare una specifica origine funzionale, degli antecedenti caratteristici, delle manifestazioni espressive e delle modificazioni fisiologiche costanti, delle prevedibili tendenze all'azione. Essendo un'emozione primitiva, essa può essere osservata sia in bambini molto piccoli che in specie animali diverse dell'uomo.
Quindi, insieme alla gioia e al dolore, la rabbia è una tra le emozioni più precoci.
Essendo l'emozione la cui manifestazione viene maggiormente inibita dalla cultura
e dalle società attuali, molto interessanti risultano gli studi evolutivi, in
grado di analizzare le pure espressioni della rabbia, prima cioè che vengano apprese
quelle regole che ne controllano l'esibizione. Inoltre, la rabbia fa parte della
triade dell'ostilità insieme al disgusto e al disprezzo, e ne rappresenta il fulcro e l'emozione di base. Tali sentimenti si presentano
spesso in combinazione e pur avendo origini, vissuti e conseguenze diverse risulta
difficile identificare l'emozione che predomina sulle altre. Moltissimi risultano
essere i termini linguistici che si riferiscono a questa reazione emotiva: collera,
esasperazione, furore ed ira rappresentano lo stato emotivo intenso della rabbia;
altri invece esprimono lo stesso sentimento ma di intensità minore, come: irritazione,
fastidio, impazienza.
Da dove nasce la rabbia?
Per la maggior parte delle teorie la rabbia rappresenta la tipica reazione alla frustrazione e alla costrizione,
sia fisica che psicologica.
Pur rappresentandone i denominatori comuni, la costrizione e la frustrazione
non costituiscono in sé le condizioni sufficienti e neppure necessarie perché
si origini il sentimento della rabbia. La relazione causale che lega la frustrazione
alla rabbia non è affatto semplice. Altri fattori sembrano infatti implicati affinché
origini l'emozione della rabbia. La responsabilità e la consapevolezza che si
attribuisce alla persona che induce frustrazione o costrizione sembrano essere
altri importanti fattori.
Ancor più delle circostanze concrete del danno, quello che più pesa nell'attivare una emozione di rabbia sembra cioè essere la volontà che si attribuisce all'altro di ferire e l'eventuale possibilità di evitare l'evento o situazione frustrante.
Insomma ci si arrabbia quando qualcosa o qualcuno si oppone alla realizzazione
di un nostro bisogno, soprattutto quando viene percepita l'intenzionalità di ostacolare l'appagamento.
Contro chi ci si arrabbia?
L'emozione della rabbia può essere quindi definita come la reazione che consegue ad una precisa sequenza di eventi
Questo è quello che avviene in natura, anche se l'evoluzione sembra aver plasmato forti segnali che inducono la paura e di conseguenza la fuga, impedendo cosi l'aggressione dell'avversario. Nella specie umana, di solito, si assiste non solo ad una inibizione della tendenza all'azione di agg ressione e attacco ma addirittura al mascheramento dei segnali della rabbia verso l'oggetto frustrante. Nella specie umana, la cultura e le regole sociali a volte impediscono di dirigere la manifestazione e l'azione direttamente verso l'agente che scatena la rabbia.
Tre possono quindi essere i fondamentali destinatari finali della nostra rabbia:
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Come il corpo manifesta la rabbia?
Per quanto siano estremamente forti le pressioni contro la manifestazione della
rabbia, essa possiede una tipica espressione facciale, ben riconoscibile in tutte
le culture studiate. L'aggrottare violento della fronte e delle sopracciglia e
lo scoprire e digrignare i denti, rappresentano le modificazioni sintomatiche
del viso che meglio esprimono l'emozione della rabbia. Tutta la muscolatura del
corpo può estendersi fino all'immobilità.
Le sensazioni soggettive più frequenti possono essere: la paura di perdere il
controllo, l'irrigidimento della muscolatura, l'irrequietezza ed il calore. La
voce si fa più intensa, il tono sibilante, stridulo e minaccioso. L'organismo
si prepara all'azione, all'attacco e all'aggressione. Le variazioni psicofisiologiche
sono quelle tipiche di una forte attivazione del sistema nervoso autonomo simpatico,
ossia: accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione arteriosa e
dell'irrorazione dei vasi sanguigni periferici, aumento della tensione muscolare
e della sudorazione. Gli studi sugli effetti dell'inibizione delle manifestazioni
aggressive sembrano indicare che chi non esprime in alcun modo i propri sentimenti di rabbia tende a viverli per
un tempo più lungo.
Quali sono le funzioni della rabbia?
Le modificazioni psicofisiologiche che si manifestano attraverso la potente impulsività
e la forte propensione all'agire con modalità aggressive sono funzionali alla
rimozione dell'oggetto frustrante. La rabbia è sicuramente uno stato emotivo che aumenta nell'organismo il propellente
energetico utilizzabile per passare alle vie di fatto, siano queste azioni oppure
solo espressioni verbali. La rimozione dell'ostacolo che si oppone alla realizzazione
del bisogno può avvenire sia attraverso l'induzione della paura e la conseguente fuga sia mediante un violento attacco.
Le numerose ricerche compiute sui comportamenti di specie diverse dall'uomo, hanno dimostrato che l'ira e le conseguenti manifestazioni aggressive sono determinate da motivi direttamente o indirettamente legati alla sopravvivenza dell'individuo e delle specie. Gli animali spesso attaccano perché qualcosa li spaventa oppure perché vengono aggrediti da predatori, per avere la meglio sul rivale sessuale, per cacciare un intruso dal territorio o per difendere la propria prole. |
Negli uomini invece, i motivi alla base di un attacco di rabbia riguardano maggiormente la frustrazione di attività che erano connesse con l'immagine e la realizzazione di sé. Lo scopo in questo caso sembra più rivolto a modificare un comportamento che non si ritiene adeguato. L'arrabbiarsi, motivando chiaramente le motivazioni dello scontento, sembra infatti essere una procedura per ottenere un utile cambiamento.
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L'evoluzione della specie umana ha comportato modificazioni anche a livello psicologico. Che cosa è la Psicologia dell'Evoluzione?
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