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IL SEIKI, RELAX NATURALE | A cura di Stefania Foti |
Arriva dal Giappone un nuovo metodo contro lo stress, l’ansia, l’insonnia e molti altri disturbi. Si ispira allo shiatsu ma a differenza di questo, utilizza esclusivamente pratiche manuali delicate per far si che il corpo si liberi da solo dalle tensioni della vita quotidiana. Si chiama Seiki ed è stato creato alla fine degli anni Settanta dal maestro di shiatsu Akinobu Kishi il quale, dopo averlo ampiamente sperimentata, ha iniziato a insegnare la tecnica dapprima in patria per poi esportarla anche in Canada e in Europa con crescente successo.
Il concetto che sta alla base del Seiki (da “sei” positività, e “ki” energia) risiede nell’azione non invasiva. E per questo viene definito, a volte per approssimazione, massaggio e “non terapia”. Si tratta, invece, di un mix di shiatsu e uso dell’energia vitale, appunto del “ki” giapponese che è alla base anche del più popolare Reiki. Lo scopo è quello di risvegliare l’energia vitale interiore senza imporre un cambiamento o una manipolazione forte, ma piuttosto assecondando le richieste del corpo e aiutandolo ad attivarsi da solo verso la guarigione. È stato, dunque, pensato per superare gli stati di stress, i blocchi e le contrazioni. Permette di risolvere lombalgie e cervicalgie, stimola il sistema immunitario, contrasta mal di testa e insonnia.
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Stimolare l’energia
Come le tante discipline orientali questa tecnica di primo acchito può sembrare
nebulosa. I concetti chiave sono i medesimi delle altre discipline che vengono
dall’estremo Oriente: si lavora sui meridiani (canali energetici, che secondo
la medicina tradizionale cinese, attraversano il corpo), si stimola il Ki, l’energia
interna, ci si affida all’intelligenza del corpo e alla sua capacità di ritrovare
l’omeostasi, ovvero lo stato di equilibrio. A questo scopo l’operatore cerca le
risonanze di energia laddove c’è uno squilibrio che chiede di essere corretto.
Lo scopo della terapia non è indurre un cambiamento dall’esterno ma ripristinare
la capacità intrinseca che ciascuno ha di ascoltare le esigenze dell’organismo,
risvegliando l’energia sopita. Quasi come una mediazione del corpo. E quando la
connessione energetica viene attivata, chi riceve il trattamento diventa più flessibile,
sciolto e rilassato, in grado di espellere le tossine e ritrovare l’energia.
È importante che fra terapeuta e paziente ci sia un sentimento di fiducia reciproca;
solo così il corpo si rilassa e diventa più malleabile. Il dolore e le sensazioni
anormali possono essere chiaramente sentite e tutto il corpo diventa più consapevole.
Nel Seiki, l’operatore confida nell'intelligenza della natura e del corpo che
da sé già conosce la strada per il recupero della salute e dell’equilibrio. Il
ruolo dell’operatore è così solo quello di sostenere questa intelligenza innata.
La seduta tipo
È importante segnalare che in Italia è difficile poter effettuare una seduta
“pura” di Seiki poiché normalmente viene associata allo shiatsu, a cui effettivamente
è strettamente collegato. La differenza con lo shiatsu sta nel rapporto, nell’empatia
che si stabilisce fra operatore e persona ricevente.
Prima di iniziare la seduta si consiglia di indossare abiti comodi poiché rendono
più semplici le manovre. La sessione, che dura circa 45 minuti, viene preceduta
da un colloquio preliminare in cui l’operatore indaga su eventuali, particolari
patologie, e al contempo presta attenzione alla postura, al modo di muoversi, al modo di respirare della persona, per vedere ad esempio
se il respiro è alto (eseguito senza coinvolgere il diaframma, tipico delle persone
stressate) o addominale, o se c’è un blocco al livello del diaframma.
Nella fase successiva la persona viene fatta sdraiare sul tipico materassino
giapponese, il futon. Con le prime manovre viene toccata la zona dell’addome dove
secondo il Seiki, passa gran parte dell’energia e per valutare quale è lo stato
energetico della persona. Questa importante operazione verrà ripetuta anche più
avanti, nel corso della seduta, perché spesso accade che già durante il trattamento,
ci siano delle evoluzioni e un riequilibrio del flusso energetico complessivo.
L’operatore a questo punto esegue una sequenza di kata (pressioni), in cui è previsto di volta in volta una cambiamento di posizione
della persona che si sottopone al trattamento a seconda della forma scelta. La
forma yang, più semplice, richiede ad esempio l’alternanza delle posizioni laterale, prona,
supina e seduta mentre nella forma yin, più avanzata, la persona deve stare soltanto prona.
Manipolazioni specifiche
Si procede poi a trattamenti individuali, dunque in base alle esigenze del ricevente.
L’operatore lavora su alcune zone particolari che necessitano di maggior attenzione
per poi passare a quelle successive da cui viene richiamato. Durante il trattamento
la persona può provare una sensazione di calore, o di leggerezza. La pressione
esercitata non può essere definita fisica, ma è appunto una forte connessione
energetica.
Essenziale è il trattamento sui punti dei meridiani, che vengono chiamati tsubo. Il più importante è il meridiano Kyo, l’unico che sarebbe in grado secondo la tradizione orientale, di unire il microcosmo
del corpo con il microcosmo del ki, ovvero dell’energia assoluta. Il kyo è anche
il meridiano relativo alla cura del corpo, all’espulsione delle tossine: per questa
ragione, nelle manovre del Seiki, è quello che viene maggiormente stimolato.
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Cosa si ottiene
Il risultato di un ciclo di trattamenti Seiki è uno stato di espansione: ovvero
di maggior apertura all’ascolto di sé e di ciò che ci circonda, un senso di rilassamento,
il risveglio della capacità di eliminare le tossine e l’incremento della capacità
di corpo e mente di far fronte agli stress e agli squilibri energetici. Non esiste
il rischio che si formi alcun tipo di dipendenza dal trattamento e dall’operatore,
ma anzi chi vi si sottopone viene incoraggiato a trovare in se stesso le risorse
per migliorare le proprie condizioni psico-fisiche.
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