Un nuovo approccio per il trattamento antietà, non solo del viso e del collo ma anche del corpo, è rappresentato dal soft lift con i fili in PDO (polidiossanone), procedura medica caratterizzata da una minima invasività e che offre risultati
naturali. La metodica è anche chiamata con l’acronimo di E.T.N., Embedding Therapy Needle, terapia mediante aghi posizionati nella cute, veicolanti fili che promuovono
un effetto liftante soft e rivitalizzante.
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Il polidiossanone è un filo di origine sintetica, utilizzato per la sutura del
sottocute e delle strutture profonde. Esso è caratterizzato da un lento riassorbimento
(circa 180 gg), da lunga tenuta e soprattutto da ridotta colonizzazione batterica.
I fili di polidiossanone sono dei medical-device già utilizzati da tempo, efficacemente, sia in chirurgia generale che in chirurgia
cardiovascolare, per ottenere un effetto stimolante sulla proliferazione del collagene
e dare sostegno al tessuto. Si tratta di fili auto-ancoranti che sono utilizzati,
tra l’altro, per definire il contorno del viso e perciò nominati anche Contour Thread Lift. Questi dispositivi, oltre che definire meglio il profilo mandibolare, trovano
indicazione anche per altre zone come:
regione frontale e sopraciliare
regione perioculare
regione zigomatico/malare
regione della guancia
regione sottomentale
collo
décolleté
interno braccia
interno coscia
faccia anteriore di coscia
glutei
La procedura consiste nel posizionare i fili, montati su aghi molto piccoli e
sottili, nel derma facilitando il riposizionamento parziale della pelle cadente.
È opportuno utilizzare aghi che, rispetto al corrispondente ago tradizionale,
abbiano lo stesso diametro esterno ma un diametro interno maggiore poiché così,
a parità di volume, il paziente proverà meno fastidio.
Terapia meno invasiva e meno costosa del lifting chirurgico (ma non sostituisce quest’ultimo), quella con i fili richiede minor tempo di
applicazione rispetto ad un intervento chirurgico, tanto che viene considerato
come un “lunchtime lift”, ossia lifting della pausa pranzo (come pure la laserlisi) richiedendo, mediamente, appena un'ora di tempo.
L’azione dei fili non è quella di lift immediato, ma di maggiore compattezza
cutanea. In definitiva rispetto al lifting chirurgico, in casi selezionati e caratterizzati
da piccola/modica ptosi, si può usare la metodica dei fili che è:
- meno impegnativa della chirurgia;
- meno stressante per il paziente;
- ben tollerata;
- non richiede anestesia;
- non richiede ricovero;
- è esente da effetti collaterali di tipo chirurgico;
- dona buona tensione tissutale.
I microfili di polidiossanone hanno uno spessore compreso all’incirca tra 0.05
e 0,20 mm e vengono inseriti, in fase di lavorazione, in aghi molto sottili come
quelli da insulina o poco più spessi. La lunghezza degli aghi e quindi dei fili
varia in relazione alla zona da trattare: quelli per il corpo, a causa delle zone
più ampie, saranno normalmente più lunghi di quelli del viso, dove la superficie
cutanea è mediamente di minori dimensioni. L’applicazione, almeno nella maggior
parte dei casi, non prevede anestesia, è in genere sufficiente trattare con ghiaccio
la zona sottoposta alla terapia.
Il posizionamento degli aghi, (e dei relativi fili), avviene mediante impianti
che seguono le linee di tensione della cute e comunque formando una rete in grado
di distendere il tessuto. Le sedute: una o più sedute distanziate mediamente 3/4
mesi l’una dall’altra.
Dopo il trattamento, il paziente può ritornare subito dopo alle normali attività
quotidiane; la presenza di eventuali lividi può essere mascherata con camouflage.
Meccanismo di azione
L’inserimento dei fili nella cute crea un parziale sollevamento biologico autoindotto,
mediante due meccanismi:
1) Biostimolazione propriamente detta: l’azione dei fili determina un buon effetto
tonificante, mediante un incremento del metabolismo ed un effetto trofico stimolate
sul microcircolo, con miglioramento della luminosità cutanea.
2) Azione di stimolo meccanico: si tratta di un azione di soft-lift. Infatti l’input
meccanico, applicato ad un corpo, determina degli effetti che variano in base
alla qualità ed alla quantità della stimolazione stessa. Nell’individuo che svolge
con costanza una attività fisica equilibrata, tutte le strutture corporee subiscono
dei cambiamenti in positivo, compresa la pelle che apparirà in una migliore condizione.
Al contrario, l’assenza di attività fisica, cioè di stimolazione meccanica (si
pensi al soggetto portatore di una frattura e quindi ingessato) provocherà una
riduzione della muscolatura ed una caduta del trofismo cutaneo. La tensione esercitata
da mezzi di contenzione (calze elastiche), sull’arto inferiore produrrà effetti
benefici sulla circolazione. Se, con uno strumento apposito, si effettua una azione
di peeling cutaneo, lo stesso organo, a causa dell’asportazione meccanica degli
strati più superficiali, risulterà più luminoso. Sappiamo anche che i punti di
sutura, accostando i bordi della ferita, permettono la cicatrizzazione ma è altrettanto
vero che se i punti sono posizionati non correttamente l’evoluzione della ferita,
sottoposta ad anomala tensione, non sarà più fisiologica. Sotto la spinta ormonale,
caratterizzante l’inizio della vita fertile della donna insieme ad una crescita
precoce, la pelle, sottoposta a impulsi ciclici e soprattutto meccanici, può perdere
la sua fisiologica compattezza, aprendo alla comparsa delle smagliature.
Una stimolazione meccanica, quindi (si tratti di compressione, stiramento o trazione),
crea una risposta del corpo che può essere positiva o meno in base al tipo di
stimolazione esercitata. Ciò accade anche con i fili in estetica i quali, depositati
nel derma, assumono a causa del loro posizionamento nell’ago che li contiene una
forma a V molto stretta; successivamente il filo, sottoposto alle tensioni del
tessuto, tende ad aprirsi, come un ombrello, creando un arco di tensione responsabile
di una modica distensione tissutale. Si realizza inoltre una stimolazione del
derma che viene assorbita dal tessuto ove il filo è immerso e quindi dalla matrice
interposta fra le cellule e dalle cellule stesse; queste ultime percepiscono lo
stiramento assimilandolo per mezzo di alcune strutture recettoriali, i CD-18,
localizzati all’esterno delle cellule stesse. Il tessuto connettivo è ricco di
fibroblasti che provvedono allo stato di salute della cute; queste cellule, sensibili
all’azione dei fili cominciano, sollecitati dalla spinta meccanica, a produrre
collagene e tutti i componenti responsabili del turgore cutaneo. Inoltre possono
assumere potenzialità contrattili tali da esercitare modica trazione sui tessuti
circostanti.
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Dopo circa 6/8 mesi, i fili si riassorbono completamente per azione idrolitica,
in maniera del tutto naturale ed innocua ma la biostimolazione e l’effetto lifting
durano ancora, poiché il supporto prodotto dai fili avrà generato una importante
stimolazione endogena i cui benefici saranno visibili molto più a lungo.
Possono giovarsi di questa terapia non solo pelli modicamente senescenti, ma
anche pazienti con piccole cicatrici da acne, poiché il lieve stiramento tissutale
può contribuire ad una attenuazione delle cicatrici.
Infine, ci sono alcuni fili caratterizzati dalla presenza di spine mono o bidirezionali
che possono essere usati insieme o meno ai succitati fili mono-filamento. L’azione
è quella di favorire l’aggregazione (gathering) dei tessuti con un effetto soft-lift
ed una rivitalizzazione che si comincia a rendere evidente dopo 15-20 giorni con
il ringiovanimento della texture cutanea. Successivamente, il processo benefico
sulla pelle continua, rafforzandosi nei mesi successivi.
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