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L’ECOGRAFIA |
di Fabio Raja |
Caratteristiche generali
L’ecografia si basa su un semplice fenomeno fisico: i cristalli di quarzo attraversati
da una corrente elettrica generano delle onde sonore che, però, non sono udite
dall’orecchio umano e perciò sono chiamate ultrasuoni.
Questo fatto accade nel trasduttore che è quel dispositivo che il medico tiene in mano e appoggia sul corpo del
paziente, mentre esegue l’esame.
Il trasduttore , chiamato anche sonda, ha la forma di una saponetta, ma può avere anche altre forme, come quella di
una grossa matita, ed è collegato alla macchina con un cavo.
Gli ultrasuoni, generati nella sonda , si spostano come onde d’acqua prodotte da un sasso gettato in uno stagno e,
come queste, se trovano un ostacolo, tornano indietro.
È lo stesso fenomeno che avviene se si emette un urlo in una caverna: dopo pochi
istanti si può ascoltare l’eco della voce che è rimbalzata sulle pareti della
grotta.
La sonda dell’ecografo non solo genera gli ultrasuoni, nello stesso tempo può udire gli
echi di ritorno. Funziona, in altre parole, anche da orecchio.
Conoscendo la velocità con la quale gli ultrasuoni si muovono, e misurando il
tempo trascorso dal momento in cui sono stati prodotti a quello in cui la sonda
sente gli echi di ritorno, la macchina è in grado di misurare la distanza dell’ostacolo
che ha provocato l’eco.
Lo stesso principio è usato per localizzare i branchi di pesce. Il sonar del peschereccio è come un ecografo: emette onde sonore che viaggiano nell’acqua,
rimbalzano sulle grandi masse di pesce e sono captate dalla nave che è in grado
di localizzarli con precisione.
Gli ostacoli che gli ultrasuoni incontrano nel corpo umano, sono gli organi interni che avendo
struttura e natura differenti rimandano gli echi in misura diversa.
Le ossa, come uno specchio, riflettono completamente gli ultrasuoni che tornano
indietro tutti appena ne incontrano la superficie. Una cisti ripiena di liquido,
invece, non fa resistenza alcuna ed è attraversata facilmente. Tra questi due
estremi c’è un’ampia gradazione: ci sono strutture del corpo umano che lasciano
passare un po’ di ultrasuoni e ne mandano indietro altri, come avviene, per esempio
per il fegato, muscoli, tiroide e altri. La sonda, perciò, udirà echi di ritorno
più o meno forti. Il computer interno della macchina trasforma gli echi in puntini
più o meno scuri, secondo la forza dell’eco, che formano le immagini che si muovono
sullo schermo.
Queste semplici spiegazioni fanno capire che l’ecografia non è adatta allo studio
delle ossa, mentre gli organi compatti (fegato, milza, pancreas, utero, tiroide,
muscoli, e molti altri) possono essere esplorati bene.
Allo stesso modo l’ecografia ci permette di visualizzare organi solidi con cavità
piene di liquido, come il cuore ed i reni.
Ci sono, poi, altri organi come la vescica, le cui pareti possono essere studiate
a condizione che sia ripiena d’urina.
Il nascituro può essere visto in tutti i suoi dettagli, organo sessuale compreso,
anche perché si trova dentro il sacco amniotico che è pieno di liquido.
Gli ultrasuoni viaggiano benissimo nell’acqua, un po’ meno nei solidi e malissimo
nell’aria.
I gas come l’aria sono nemici degli ultrasuoni, poiché in corrispondenza di una
sacca d’aria, questi sono sparsi in tutte le direzioni.
Gli amanti dei film di guerra ricorderanno che il sommergibile inseguito dal
nemico cercava di “confondere” il sonar facendo fuoriuscire delle bolle d’aria.
Per questo il medico, prima di eseguire l’esame, cosparge abbondantemente il paziente
con un gel acquoso che ha lo scopo di eliminare l’aria tra la sonda e la pelle,
creando uno strato liquido.
Ben si comprende, perciò, che organi che contengono gas, come i polmoni, non
possono essere studiati con l’ecografia. Anche l’intestino, che generalmente contiene
gas, non si presta ad uno studio completo con l’ecografia, mentre lo stomaco è
visibile solo in parte. Poiché l’intestino si trova davanti ad alcuni organi,
questi possono essere mal distinguibili; ed è per questo che i medici consigliano,
ai pazienti che devono fare un’ecografia dell’addome, diete e farmaci che riducono
la quantità di gas intestinale.
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L’ecodoppler
Con l’ecografia, associata alla tecnica dopple , si può esaminare il flusso del sangue nel cuore e nei vasi.
Sarà capitato a tutti di udire la sirena di un’ambulanza senza riuscire a vederla;
eppure dalle caratteristiche del suono si riesce a comprendere se si sta avvicinando
o allontanando. Questo è, in parole povere, l’effetto doppler.
Un fascio d’ultrasuoni che colpisce un liquido che scorre in un vaso può far
capire la direzione e la velocità del flusso. Mettendo insieme l’ecografia e la
doppler è possibile osservare non solo le eventuali modificazioni della forma del cuore,
delle arterie e delle vene, ma anche le caratteristiche del flusso del sangue
al loro interno.
L’ecografia endoscopica
Sebbene l’ecografia sia utilizzata, prevalentemente, appoggiando la sonda sulla
superficie esterna del corpo, talora è necessario introdurla all'interno per studiare
organi che sarebbero mal distinguibili da fuori.
Per questo sono state disegnate sonde di forma adatta per essere messe nella
cavità rettale, attraverso l’ano, al fine di indagare la prostata e le pareti
dell’ultima parte dell’intestino o, nella vagina, per esplorare l’apparato genitale
femminile. Più recentemente si sono affermate tecniche che, facendo penetrare
la sonda ancora più in profondità, per esempio nell’esofago e nello stomaco, permettono
di scrutare da vicino molti organi nel torace e nell’addome e forniscono immagini
con dettagli molto precisi.
L’ecografia interventistica
La capacità dell’ecografia di mostrare immagini in tempo reale permette un altro importante utilizzo degli ultrasuoni. Introducendo un ago,
per esempio, all’interno di un organo, è possibile con l’ecografia vederlo, mentre
viene spostato e perciò si può collocarne la punta esattamente nel punto desiderato.
Con questo metodo si è in grado di eseguire prelievi in vari organi come mammella, tiroide, rene, linfonodi, prostata, fegato e altri
ancora. Il materiale, così prelevato, sarà poi esaminato al microscopio per capire
la reale natura della lesione.
È inoltre possibile, con l’aiuto dell’ecografia, mettere piccole protesi, drenaggi
ed altri dispositivi, in profondità, per risolvere situazioni che, sino a pochi
anni or sono, avrebbero richiesto un intervento chirurgico più complesso.
Recentemente, con l’ecografia, è stato possibile eseguire veri e propri interventi
chirurgici dentro l’utero materno, su feti che presentavano gravi alterazioni,
per consentire loro di svilupparsi e nascere regolarmente.
Qualche consiglio
Accanto a questi pregi indiscutibili, tuttavia, l’ecografia presenta aspetti
che ne suggeriscono un utilizzo prudente e accorto. L’ecografia è più di altri
esami legata all’esperienza dell’operatore. Un esame radiografico, come una Mammografia
o una TAC una volta eseguito, può essere “letto” da medici differenti, in luoghi
e tempi diversi, e, in tal modo, il paziente ha la possibilità di sentire più
pareri. L’ecografia, invece, non presenta questo vantaggio e, se il paziente vuole
avere un secondo parere, deve nuovamente eseguire l’esame presso un altro specialista.
È evidente, perciò, che è bene scegliere con attenzione il medico, preparato
nel particolare esame che vogliamo eseguire, perché è possibile che un ecografista
con grande esperienza in un determinato campo, non ne abbia altrettanta in altri.
Un altro difetto , per così dire, dell’ecografia consiste nel fatto che quest’esame permette
di vedere molti dettagli, anche troppi. Può sembrare un paradosso, ma l’ecografia mostra talora immagini che sono in relazione ad alterazioni prive d’importanza, presenti da molti anni
senza che l’individuo ne patisca alcuna conseguenza.
È comprensibile, tuttavia, che molti pazienti si spaventino e si preoccupino
se l’ecografia svela la presenza di una cisti renale o altre alterazioni, assolutamente
innocenti, della mammella o di altri organi.
Per questo è opportuno che l’ecografia sia prescritta dal medico, e non fatta
su iniziativa del paziente, solo se esistono motivate ragioni per eseguirla e
che il medico deve spiegare al collega ecografista.
L’ecografia è, in conclusione, un esame innocuo, ma non per questo si deve abusarne
o eseguirlo senza un preciso motivo che solo il medico di fiducia è in grado di
segnalare.
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