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LA FEBBRE ED I MECCANISMI DI REGOLAZIONE DELLA TEMPERATURA DEL CORPO UMANO |
A cura del dott. Fabio Raja |
Se la temperatura del nostro appartamento è troppo alta, possiamo abbassarla
aprendo le finestre, cioè favorendo la fuoriuscita del calore, mentre se essa
è troppo bassa per i nostri gusti non ci resta che mettere più legna nel camino
e tener ben chiuse porte e finestre. Allo stesso modo si comporta l'organismo.
Quando la temperatura corporea aumenta, l'ipotalamo cerca di ridurla, incrementando
la dispersione di calore attraverso la pelle, mentre un abbassamento della temperatura
corporea è contrastato dall'aumento della produzione del calore interno e dalla
riduzione delle perdite attraverso la cute.
Il calore interno è prodotto dall'attività delle cellule dell'organismo: i muscoli, il fegato, tutti gli organi addominali ed il cervello sono grandi
produttori di calore. I muscoli, in particolare, contraendosi, riscaldano il sangue
che distribuisce il calore a tutto l'organismo; si comportano, perciò, come il
motore di un'auto che la fa muovere e nello stesso tempo si riscalda.
La dispersione del calore avviene invece attraverso la vasta rete di vasi sanguigni
che sono subito sotto la superficie della pelle. Quando questi vasi si restringono, diminuisce la quantità di sangue che vi
circola e, di conseguenza, si riducono le perdite di calore verso l'esterno. La
pelle diventa fredda e pallida. Mentre quando i vasi sanguigni si dilatano, aumenta
il flusso del sangue e la dispersione del calore nell'ambiente, così essa si fa
calda ed arrossata. La sudorazione è un altro modo per perdere calore: il sudore, evaporando, sottrae calore all'organismo e lo raffredda.
Un maratoneta al culmine dello sforzo, apparirà caldo, arrossato, fradicio di sudore. Cerca,infatti, di eliminare l'eccesso di calore prodotto dall'intensa attività muscolare.Una sentinella, in una notte fredda, batte i piedi, è scossa da brividi (che altro non sono che vigorose contrazioni muscolari che generano calore) e la sua pelle è fredda e pallida a causa del restringimento dei vasi che, in tal modo, cercano di trattenere il calore prodotto.Un caso anomalo è quello di chi si espone al freddo dopo abbondanti libagioni. Il freddo dovrebbe, infatti, provocargli una vasocostrizione cutanea, ma poiché l'alcool è un potente vasodilatatore, questo meccanismo di difesa viene messo fuori uso. Accade così che, anche al freddo, l'ubriaco appare caldo ed arrossato. Questo gli da una sensazione di benessere, ma. in quello stesso momento, il suo organismo sta dissipando una gran quantità di calore. E' come se si sforzasse di riscaldare la casa, in una fredda giornata d'inverno, tenendo porte e finestre aperte. |
E' chiaro che quando la legna sarà esaurita la temperatura andrà giù rapidamente, così l'organismo andrà velocemente incontro all'ipotermia e all'assideramento. E' evidente che in condizioni estreme, quando i meccanismi di protezione diventano inefficaci, la temperatura può salire eccessivamente (ipertermia) come si ha nel colpo di calore, o scendere eccessivamente (ipotermia) come capita nell'assideramento. Sono situazioni pericolose perché le funzioni dell'organismo ne vengono gravemente alterate. La febbre è una cosa diversa dall'ipertermia.
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Deriva da un'anormale regolazione del termostato ipotalamico. E' come se un'immaginaria
mano lo avesse spostato su di una temperatura più elevata.
Nella febbre l'ipotalamo viene programmato su una temperatura più alta dei 36,5-37
°C e metterà in atto, perciò, quei provvedimenti che normalmente avvia quando
l'organismo si trova a combattere contro il freddo: aumento di produzione del
calore e riduzione delle perdite.
L'ipertermia si differenzia, perciò, dalla febbre perché nella prima il termostato
ipotalamico è regolato normalmente, mentre nella febbre è regolato su di una temperatura
superiore. Nell'ipertermia l'organismo lotta contro il caldo per raffreddarsi,
mentre nella febbre lotta contro il freddo per riscaldarsi.
Cos'è che altera, nella febbre, la regolazione dell'ipotalamo?
Le cause sono molte: virus, batteri e loro tossine, parassiti, reazioni immunitarie,
ormoni, farmaci e sostanze sintetiche possono provocare febbre. I medici chiamano
queste cause pirogeni esogeni , che significa, in buona sostanza, elementi estranei all'organismo ed in grado di dare febbre . Molte cellule dell'organismo, in particolare quelle preposte alle difese immunitarie,
quando vengono a contatto con questi pirogeni, liberano delle sostanze chiamate
citochine.
Nell'ipotalamo, le citochine danno l'avvio alla produzione delle prostaglandine E che regolano il termostato ipotalamico su di una temperatura più alta. L'organismo
comincia a lottare contro il freddo e per innalzare la temperatura, aumenta la
produzione del calore interno mediante i brividi, l'aumento della frequenza dei
battiti del cuore, e aumento del tono muscolare. Inoltre riduce la dispersione
del calore: le estremità diventano fredde e la sudorazione si riduce.
Le citochine, inoltre, hanno un effetto sulla corteccia cerebrale; esse, infatti,
danno sonnolenza, disappetenza, malessere generale e ridotta capacità di concentrazione.
E' come se il nostro organismo ci consigliasse di metterci a letto, a riposo,
per risparmiare le energie che saranno molto utili per lottare contro la malattia. Anche la febbre ha un significato finalistico, cioè ha un fine, uno scopo, che è quello
di creare condizioni sfavorevoli alla vita dei virus e batteri che, infatti, ad
alte temperature non hanno vita facile.
Per questo non ha senso contrastare la febbre nel corso di malattie infettive
poiché la febbre non è la malattia, ma un mezzo che la natura ci ha dato per combatterla.
Sfortunatamente come i virus e i batteri, anche le nostre cellule non vivono molto
bene a temperature elevate e questo provoca uno stato di malessere.
Perciò di fronte ad una febbre elevata la cui causa è nota, è ragionevole cercare
di abbassarla con farmaci poiché, oggi, abbiamo altri modi per combattere la malattia
che causa la febbre. La febbre può essere abbassata con farmaci, come l'aspirina,
il paracetamolo ed altri antinfiammatori non steroidei , che sono farmaci contro l'infiammazione, ma che non hanno nessuna parentela
con il cortisone.Questi farmaci ostacolano la produzione delle prostaglandine.
E' consigliabile associare l'Aspirina con la Vitamina C , perché ci sono degli effetti addizionali che contribuiscono a ridurre i tempi
di guarigione delle malattie influenzali e da raffreddamento. Inoltre quest'associazione
aumenta la capacità dello stomaco di tollerare l'Aspirina. Infatti, gli antinfiammatori non steroidei hanno degli effetti buoni contro la febbre, i dolori muscolari ed il mal di
testa, che di solito accompagnano le malattie febbrili, ma possono avere, anche,
delle conseguenze negative sullo stomaco. In soggetti predisposti, od in caso
d'assunzioni prolungate, possono determinare guai seri, come emorragie dallo stomaco
o formazione di ulcere. Per tali motivi è consigliabile assumere questi farmaci
subito dopo aver mangiato ( può essere sufficiente anche un bicchiere di latte)
giacché il cibo ne riduce l'effetto lesivo sullo stomaco.Non ha, invece, senso combattere la febbre con sistemi fisici, come le spugnature
fredde.
Come abbiamo visto, infatti, un organismo in preda alla febbre è un organismo
che combatte contro il freddo ed aumentare, perciò, la dispersione di calore con
borse del ghiaccio o spugnature fredde non fa che aumentare la sensazione di malessere
e sottopone l'organismo ad un impegno ancora più gravoso, tanto è vero che quando
abbiamo la febbre, istintivamente, cerchiamo di coprirci il più possibile.
Qual è, allora, la migliore strategia in caso di febbre?
Se la febbre ha una causa conosciuta, come accade quando abbiamo l'influenza o malattie da raffreddamento, dobbiamo:
Se la febbre persiste a lungo, o la sua causa è oscura, è necessario consultare il medico che ci aiuterà a capire che cosa la ha prodotta e, nel caso, ci autorizzerà ad assumere antifebbrili senza correre alcun rischio.
La cataratta è la malattia oculare più conosciuta nell'anziano, ma ci sono altre patologie che, se non riconosciute e curate in tempo, possono portare alla cecità. Glaucoma e retinopatia diabetica, per esempio, possono essere trattate a seguito di una tempestiva diagnosi fatta...
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