La stagione estiva e il caldo torrido possono comportare la comparsa di svariati
disagi derivanti dagli effetti che l'innalzamento delle temperature hanno sull'organismo:
estrema sudorazione, pressione bassa e stanchezza generalizzata sono solo alcuni
di questi.
In commercio esistono molti integratori studiati per far fronte a tali disagi,
la scelta della cura però deve essere oculata e non può prescindere da un'analisi
preventiva del soggetto. Nessun rimedio è infatti adatto a tutti. Per combattere
i sintomi del caldo le piante possono offrire un valido aiuto ma anche in questi
caso, prima di assumere qualsiasi prodotto, è importante valutare lo stato di
salute
dell'individuo. Naturale, infatti, non è sinonimo di innocuo.
A prescindere da qualsiasi soluzione si intenda adottare, bere molta acqua è
sempre uno dei moniti principali nella stagione estiva per garantire al corpo
una corretta idratazione, condizione non sempre facile da mantenere in periodi
di caldo estremo.
Fatte queste premesse, si può iniziare ad analizzare caso per caso i disturbi
e le eventuali soluzioni che la natura offre per combatterli.
Chi soffre di pressione bassa normalmente vede aggravarsi questa condizione con l'arrivo del grande caldo,
ma problemi di ipotensione con l'innalzamento delle temperature possono interessare
anche soggetti normotesi. Nell'immaginario comune la liquirizia è considerata
una pianta in grado di alzare i livelli della pressione, in realtà non è del tutto
vero. La droga nel paziente iperteso può generare infatti una tendenza al rialzo,
mentre nel normoteso l'effetto della liquirizia è minimo. Per poter apprezzare
un innalzamento dei livelli pressori sarebbero dunque necessarie dosi molto più
consistenti di quelle normalmente consumate.
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Altre piante possono avere un'azione più solida e più stabile sulla pressione,
ma per essere realmente efficace, la terapia dovrebbe iniziare prima dell'arrivo
del gran caldo, preparando il fisico ad affrontare l'afa e i suoi effetti sull'organismo.
Ciò non significa che questi rimedi non possiedano effetti anche nell'immediato
e non possano essere impiegati anche nel momento in cui il disturbo si presenta.
Alcuni esempi sono rappresentati dalla cannella e l'eleuterococco (una pianta che non ha però la violenza del ginseng) e droghe ad attività tonico stimolante contenenti caffeina, come il guaranà o la noce di cola. L'eleuterococco ha un'azione molto più prolungata rispetto al ginseng che invece
agisce con un rilascio più immediato. Più attenzione deve essere fatta nell'assunzione
del guaranà e della noce di cola, erbe il cui utilizzo deve essere limitato per
gli effetti collaterali che possono portare (tachicardia e stato di agitazione);
queste piante sono sconsigliate per le persone che soffrono di insonnia.
Un'azione tonico-stimolante è posseduta anche dalla damiana: questa droga può aiutare nei mesi più caldi ma valgono le stesse raccomandazioni
relative all'utilizzo di noce di cola e del guaranà. Tutte le erbe sopra elencate
possono essere consumate sotto forma di estratti come tintura madre ma anche tisane;
in questo secondo caso l'aggiunta di liquirizia al composto non guasta per rendere più gradevole il sapore del prodotto non
possedendo, come visto, proprietà determinanti nella regolazione dei livelli pressiori.
Tutte le piante di cui si è parlato sopra hanno un'azione fortificante e tonica e restituiscono vigore all'organismo. Le tisane confezionate con le erbe elencate
possono essere assunte tranquillamente anche fredde senza che alcun principio
attivo in esse contenuto si disperda.
Utili alla causa, e quindi consigliati sopratutto nei mesi più caldi, sono anche
i preparati (tisane o decotti) fatti con piante particolarmente ricche di sali minerali. Una di queste è l'equiseto, il cui sapore però è molto sgradevole. La pianta può essere assunta sia sotto
forma di tisana che in polvere, in capsule. La seconda modalità è da preferire
alla prima per due ragioni: perché si evita di perdere parte dei sali contenuti
nella droga e in più si ovvia anche al problema del cattivo gusto della pianta.
Il tè, sia quello nero che quello verde, è una pianta con un buon contenuto di sali
minerali. È consigliato anche a chi soffre di ipertensione: l'erba infatti apporta
sali ma possiede anche un'importante attività diuretica, caratteristica che si
sposa quindi con le necessità dei soggetti che tendono ad avere la pressione troppo
alta.
Altra fonte naturale di sali minerali è il carcadè (o karkadè). Con la pianta è possibile confezionare bevande piacevoli e rinfrescanti. Il
suo sapore è gradevole e anche in questo caso il preparato può essere bevuto sia
caldo che freddo. L'infuso per essere efficace deve essere molto concentrato (deve
avere quindi un colore rosso molto carico). Per rendere ancora più gradevole il
composto al palato il consiglio è di dolcificare la bevanda, ancora calda, con
zucchero di canna, non raffinato, anch'esso fonte di sali minerali.
Nonostante possa sembrare un paradosso, bere bevande calde d'estate, aumentando
così la temperatura corporea, può talvolta aiutare a combattere il caldo: diminuendo
il differenziale tra il calore del corpo e quello esterno, si riduce la sudorazione.
Non è un caso che in luoghi molto caldi, come il deserto, le popolazioni siano
solite bere il tè caldo alla menta. A differenza di quello che si può pensare
la menta non è una pianta rinfrescante ma nonostante questo è adatta per essere consumata
nelle stagioni più calde: la droga al contrario ha proprietà riscaldanti ed è
proprio questa sua dote che fa sì che dopo la sua assunzione subentri una sensazione
di sollievo dal caldo.
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Per chi tende a sudare molto, un consiglio può essere quello di assumere salvia e timo, sotto forma di differenti estratti a seconda della preferenza: le due droghe
tendono infatti a ridurre la diaforesi. Le due erbe possono essere impiegate anche
per fare degli impacchi da concentrare sulle zone che tendono a sudare di più,
come ad esempio mani e piedi.
Un altro problema che si presenta di frequente nella stagione estiva, in coincidenza
con il grande caldo, è la comparsa di una sensazione di pesantezza delle gambe della quale soffrono soprattutto i soggetti normalmente già affetti da problemi
di vene e capillari fragili. Normalmente il consiglio che viene dato in questi
casi è di assumere sostanze diuretiche poiché la problematica è spesso determinata
dalla ritenzione idrica. Nei mesi più caldi, però, questa potrebbe non essere
la strategia giusta: il senso di pesantezza, infatti, con il caldo è indice di
una difficoltà dei liquidi contenuti nell'organismo di ritornare verso il centro
del corpo. L'obiettivo quindi non deve essere drenare ma facilitare e sostenere
la circolazione sanguigna. In questi casi quindi per sconfiggere i disturbi è
indicato assumere piante in grado di svolgere questa funzione, come l'ippocastano, il rusco, la centella, la vite rossa e il mirtillo, sia per uso locale che sistemico.
Quando i problemi alle vene e ai capillari sono più seri, insieme alle piante
sopracitate può essere indicato assumere in combinazione alcuni gemmoderivati:
per i problemi di tipo venoso l'alternanza di cornus sanguinea e tamarix gallica dà ottimi risultati (20 giorni il primo e 20 il secondo) abbinati invece ad
una presenza costante di aesculus ippocastanum, sorbus domestica e castanea vesca. Questi gemmoderivati hanno un potente effetto vasotonico (ripristinano dunque
l'elasticità delle vene) e aiutano anche il drenaggio linfatico (specialmente
sorbus e castanea). Per rafforzare i capillari è molto utile la vitamina C.
Esistono piante che aiutano ad espellere il calore da dentro il corpo: i soggetti
“caldi” sono quelli che peggio tollerano la stagione estiva. Si pensi a quelle
persone che tendono ad avere le guance rosse, quelle che secondo la tradizione
Ippocratico-Galenica sono definite affette da un eccesso di fuoco. In questo caso
è molto potente l'effetto della curcuma. Un'azione rinfrescante interna la hanno sia il cardo mariano che la piantaggine, sotto forma di infuso o anche di tintura. Questi rimedi sono utili anche se
l'eccesso di caldo che contraddistingue tali soggetti arriva a determinare anche
la comparsa di infiammazioni a carico dell'intestino. Un altro disturbo collegato
al gran caldo, infatti, è la dissenteria: per chi usa generalmente i lassativi,
il consiglio è di ridurre al minimo il loro impiego. Là dove ci fosse un problema
legato a feci troppo acquose, sarebbe necessario assumere piante con effetto astringente
come la piantaggine, le foglie di mirtillo e di noce, per evitare che il corpo perda troppi sali minerali.
Un'azione benefica contro gli effetti del caldo può esercitarla una bevanda rinfrescante
come il decotto di lattuga che si ottiene lasciando in infusione in due litri d'acqua un cespo della pianta:
il preparato così ottenuto può essere bevuto durante l'arco di tutta la giornata.
La lattuga ha anche un'azione rilassante e si rivela utile anche per combattere
le tensioni nervose tipiche del periodo estivo, in cui le fatiche dell'anno lavorativo,
prima delle vacanze, unitamente al gran caldo, rischiano di rappresentare un forte
fattore di stress. Da evitare nella stagione estiva invece sono le bevande gassate.
A volte l'afa e il caldo tendono a far mancare il respiro: chi soffre di difficoltà respiratorie, di affanno e di oppressione polmonare, fattori questi legati ovviamente al
tasso di umidità, può assumere il gemmoderivato di viburnum lantana, una pianta con una forte azione polmonare che facilita l'apertura dei bronchi.
È interessante, infine, trattare di alcune piante che possiedono un'azione protettiva
rispetto all'azione solare. Filtri naturali sono l'olio d'oliva e l'amido. In questo caso è necessario precisare come sia impossibile stabilire il grado
di protezione che possono offrire queste droghe che non sono contenute nemmeno
all'interno della lista dei prodotti ammessi dalla normativa. Il consiglio è quindi di rivolgersi esclusivamente a preparati ad hoc ed evitare formulazioni “fai da te” per proteggersi dalla dannosità dei raggi
solari.
Per preparare la pelle all'esposizione, in particolare per quelle persone che hanno una carnagione molto chiara e tendono
a scottarsi facilmente, esiste un'associazione di gemmoderivati che risale al
tempo di Paul Henry (che ha circa 60 anni di sperimentazione sul campo con centinaia
di casi trattati) che consiste nell'assumere nei due mesi precedenti alla stagione
estiva una combinazione di ribes nigrum e ficus carica per rendere la pelle più resistente al sole. In questo senso possono essere
utili anche i carotenoidi e derivati. Dopodiché la pelle deve essere protetta con i prodotti specifici
presenti in commercio.
Per proteggere i capelli è possibile utilizzare olio di rosmarino, d'argan e di cocco.
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