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FITOTERAPIA E CUORE 1/2 |
A cura di Anna Paola Tortora in collaborazione con il Dott. Antonio Scafuri |
Sono svariati gli ambiti di applicazione dell’arte erboristica. In alcuni casi
le piante si rivelano più efficaci mentre in altri il loro utilizzo è più limitato.
A dispetto di quello che si possa pensare, la fitoterapia può essere impiegata anche nella cura di alcune patologie del cuore: in particolare
essa trova impiego nell’approccio terapeutico delle malattie meno gravi dell’apparato circolatorio e cardiaco, patologie che a ben vedere rappresentano la maggioranza. In particolare il riferimento
è all’ipertensione; la fitoterapia, ad esempio, dà ottimi risultati nella cura dell’ipertensione
giovanile o post-menopausale, soprattutto nella fase iniziale della patologia,
quando questa non si manifesta con particolare gravità. L’arte erboristica in
questo caso può rappresentare un approccio terapeutico iniziale o essere un coadiuvante
della terapia farmacologica classica. In ogni caso è importante ricordare che,
mai come in questo caso, il consulto del medico è fondamentale prima di intraprendere qualsiasi cammino terapeutico così come uno screening
accurato che chiarisca l’origine delle manifestazioni e la loro gravità.
Relativamente ai dosaggi dei farmaci naturali che generalmente vengono calibrati
in base alla problematica e alla persona, abitualmente essi vengono prescritti
nella dose di una goccia pro chilo di peso, ma si tratta di una somministrazione
orientativa, la vera terapia deve essere stabilita da un medico che abbia esaminato
a fondo il paziente e la sua condizione, il suo metabolismo e altre situazioni
contingenti.
Il macerato glicerico del biancospino è molto utile nella cura delle forme aritmiche più lievi come le aritmie atriali, in particolare la fibrillazione atriale, una delle aritmie cardiache più frequenti. La droga trova impiego soprattutto
nel caso in cui un soggetto presenti palpitazioni o extrasistole atriali. Essa può essere utilizzato da sola o in abbinamento ad altri prodotti,
ad esempio il magnesio.
Come per quasi tutte le piante utilizzate dall’arte erboristica, anche il biancospino
modifica il suo impiego terapeutico a seconda del preparato prescelto. In particolare,
mentre la tintura madre di biancospino è particolarmente indicata per il trattamento
di stati d’ansia e stress e agisce principalmente sul sistema cerebrale, il gemmoderivato della pianta ha un impatto prevalentemente cardiogeno. Secondo alcuni studi
il macerato glicerico di biancospino agirebbe in modo molto efficace sulla chimica
della cellula miocardica; esso si comporta come i farmaci che agiscono sulle pompe
ioniche, fondamentali per l’attivazione elettrica del cuore.
Non è raro poi che l’ipertensione sia associata all’ansia; in questi casi la formulazione erboristica più indicata è la tintura madre
che agisce di più sulla sfera neurovegetativa e quindi incide principalmente sulla
soglia adrenergica. Contro l’ansia oltre al biancospino ottimi si rivelano anche
passiflora, melissa e avena, da utilizzare da soli o in combinazione.
Altra pianta che trova largo impiego nella cura di una patologia come l’ipertensione
è la tintura madre di aglio. In particolare prodotti a base di aglio sono dei riequilibratori naturali dei
livelli pressori: la pianta, infatti, alza la pressione quando questa è bassa
e viceversa la abbassa quando si è in presenza di ipertensione. Non si conoscono
ancora bene i meccanismi alla base di questa proprietà ma studi hanno dimostrato
come l’utilizzo dell’aglio in questi casi porti nella maggior parte dei casi a
risultati molto positivi. L’aglio, tra le varie proprietà, possiede quella di
ossigenare il corpo e depurare l’organismo. Una delle ipotesi più accreditate
sulla spiegazione del suo funzionamento come riequilibratore pressorio, è che
siano proprio le capacità sopradescritte a determinare gli ottimi risultati che
si possono ottenere con la pianta nella cura dell’ipertensione: l’eliminazione
di alcune sostanze ritenute tossiche, unita alle sue proprietà antiossidanti sui radicali liberi, sono infatti una combinazione vincente per combattere anche la pressione alta.
La terapia contro l’ipertensione che si basa sull’utilizzo della tintura madre
di aglio di norma prende avvio mediante somministrazione di dosaggi inizialmente
bassi che possono poi essere integrati nel tempo. Il motivo risiede nel fatto
che questa pianta, se assunta in grandi quantità da subito, può rendersi responsabile
della comparsa di gastriti. Altro punto fondamentale è quello relativo alla tendenza a dar luogo ad alitosi o a sudorazione sgradevole a causa delle sue componenti aromatiche: esistono
per questo alcune formulazioni in commercio che sono state private di queste caratteristiche
mediante alcuni processi di lavorazione particolari. Queste funzionano molto bene
nei giovani, soprattutto quando le ipertensioni sono determinate principalmente
dallo stress.
La maggior parte delle terapie contro la pressione alta include l’utilizzo di
farmaci con effetto diuretico. L’aumento della frequenza e della portata della
minzione, infatti, contribuiscono ad un notevole abbassamento dei livelli pressori.
La stragrande maggioranza delle piante possiede proprietà diuretiche, alcune però
le manifestano in modo più spiccato. Una di queste è la pilosella ma ottimo si rivela anche l’ortosifono. L’unico inconveniente dei diuretici è che essi possono determinare una perdita
eccessiva di sali minerali.
Per ovviare a questo, è possibile rivolgersi a piante diuretiche che
favoriscano
l’eliminazione di liquidi ma allo stesso tempo preservino la presenza
all’interno
dell’organismo dei sali minerali. La diminuzione di questi nel sangue
infatti può rendersi responsabile della comparsa di aritmie.
Nella fattispecie, una pianta eccezionale in tal senso è l’equiseto sotto forma di tintura madre. L’estratto secco di questa droga, invece, è un
potente rimineralizzante del calcio contenuto nelle ossa, indicato nel caso di fratture e di osteoporosi.
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Fitoterapia e cuore: ipertensione | Fitoterapia e cuore: Altre piante - Pressione bassa, ipotensione |
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