L'approccio della ginecologia cambia a seconda dell'età e del livello di maturazione
dell’apparato genitale della donna, attraverso fasi che partono dall'età prepuberale per passare all'adolescenza
e all'età fertile, dalla gravidanza alla menopausa. Ognuna di queste fasi può essere caratterizzata dalla presenza di disturbi
più o meno gravi e, in diversi casi, la prescrizione di farmaci naturali può essere
fortemente indicata. Ma esistono anche patologie in cui è auspicabile combinare
l’azione benefica delle piante a quella delle terapie standard e altre, invece, dove solo i farmaci di sintesi
possiedono una reale efficacia contro la patologia.
È importante, in ogni caso, che sia sempre un medico a prescrivere le cure adeguate,
anche se basate essenzialmente su principi di origine vegetale che non debbono
mai essere preparati “fai da te”.
Attualmente i farmaci a base di principi naturali vengono classificati come “integratori”.
In realtà, quelli contenuti in questi preparati sono pur sempre principi attivi
che esercitano un’azione sull’organismo, da qui la necessaria cautela nell'assunzione.
In ginecologia, in particolare, viene spesso privilegiato l’uso topico dei farmaci
naturali (creme, lavande, ovuli) poiché l’assorbimento del composto da parte dell'organismo
avviene in misura minore di quanto avverrebbe per via orale. Ciò non toglie che
ci siano in commercio diversi preparati a base di piante da assumere per bocca,
anche per disturbi di tipo ginecologico.
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Durante l’età prepuberale, ovvero prima che il primo ciclo mestruale
compaia
nell’adolescente, le piante possono rivelarsi molto indicate per la cura di patologie
di lieve entità come candidosi, vaginiti o leucorree di origine batterica. Esistono tante sostanze di origine naturale
di tipo antibatterico, antifungino e lenitivo che, anche in età infantile, si
sono mostrate molto efficaci, a meno che non ci si trovi di fronte a forme attive,
purulente e manifeste che però, di norma, non sono molto frequenti prima della
pubertà. Puntare al mantenimento dell’equilibrio della flora batterica vaginale
con sostanze più “soft” degli antifungini di sintesi è una scelta che riserva
indubbi vantaggi. Utilizzando, ad esempio, ovuli vaginali a base di calendula, una pianta con azione micostatica e antinfiammatoria. Un buon potere antisettico
ha anche la mirra mentre un'altra pianta largamente usata nei problemi ginecologici delle adolescenti
è l’echinacea che si rende particolarmente indicata nella cura di patologie come la candida
e altre infezioni batteriche e di funghi proprio per le sue proprietà antibatteriche,
antimicotiche, antivirali e di potenziamento delle difese immunitarie.
Differenti sono le problematiche della donna a livello genitale durante l’adolescenza
e atraverso tutto il lungo periodo dell’età fertile. Inizialmente, dopo la comparsa
del menarca, il ciclo mestruale della donna può tendere ad irregolarità nel
ritmo e nella durata, possono presentarsi dismenorrea e irritabilità, condizioni che interessano tanto il primo periodo post-menarcale
quanto l’età adulta. L’estratto secco dell’agnocasto è utile nella regolarizzazione del ciclo mestruale, poiché interviene sulla
concentrazione di prolattina tipica delle fasi premestruali e agisce bene anche
sulla dismenorrea. Il rubus compostum, una pianta appartenente alla famiglia delle rosacee, è in grado di regolare
i prodotti ormonali di origine ovarica poiché agisce sull’ipofisi e ha anche un’azione antinfiammatoria
che agisce sui dolori provocati dal menarca. Anche il magnesio è consigliato grazie alla sua azione rilassante.
Tra i preparati che aiutano la donna ad affrontare un ciclo mestruale irregolare
e doloroso c'è anche è il ribes nigrum che agisce stimolando il corticosurrene e favorisce la secrezione di ormoni
antinfiammatori naturali; altri rimedi utili sono il ficus caria e la sorbus domestica. Per combattere le mestruazioni dolorose è consigliato anche servirsi di preparati
a base di arpagofito (volgarmente detto artiglio del diavolo), una pianta con proprietà antireumatiche in grado di alleviare l’intensità
del dolore del ciclo mestruale. Infine combinazioni di piante come camomilla, luppolo, rosolaccio, melissa, tiglio e primula.
Non è raro che i fastidi legati al ciclo mestruale siano accompagnati da frequenti
mal di testa e cefalee. In questo caso sono indicati preparati a base di arpagofito composto, quintessenza di lavanda e primessenza di menta complex.
In tutti i casi, le assunzioni dovrebbero essere precedute da una visita medica
che stabilisca l’origine dei dolori del ciclo mestruale escludendo che siano indicatori
di patologie specifiche o da affrontare con cure mirate.
Contro i disturbi causati dalla sindrome premestruale - sia per quelli fisici come il gonfiore, il dolore nella zona inguinale e delle
mammelle, sia per quelli che interessano la sfera dell’umore come la tensione
o lo stato di malessere generale - sono consigliati farmaci naturali a base di
agnocasto. Un buon sostegno deriva anche dal magnesio mentre più specificatamente contro la mastalgia nella sindrome premestruale
è utile il decotto di menta che ha un’azione decongestionante.
Per combattere le candidosi in età adulta il consiglio è quello di rivolgersi
a composti ad azione micostatica a base di acido borico: sono lavande, creme, compresse a rilascio graduale e donano sollievo grazie
all’azione lenitiva di cui sono dotati.
Sempre relativamente all’età fertile, non è raro che si presentino disturbi che
interessano la sfera sessuale. Il riferimento è in particolare al calo del desiderio,
all’incapacità di raggiungere l’orgasmo e alla secchezza vaginale che spesso può provocare dolore durante i rapporti.
Nel primo caso la fitoterapia viene in aiuto con estratti e tinture madri a base
di ginkgo biloba, ginseng, radice di liquirizia e salvia officinale. Quando invece la problematica è relativa all’incapacità di provare piacere
durante l’atto sessuale, validi alleati sono sempre creme e unguenti a base di
ginkgo biloba e preparati e tinture madri a base di aloe vera, menta e citronella. Per combattere la secchezza vaginale è consigliato l’uso di ovuli a base di
calendula.
La mancanza di studi approfonditi sugli effetti dei principi attivi dei composti
naturali sul feto e sul futuro bambino, fa sì che l'utilizzo
della fitoterapia in questa fase debba essere limitato, se non escluso. Tra i
pochi prodotti naturali ammessi in gravidanza (con tutte le cautele del caso)
vi sono lo zenzero, utilizzato per calmare la sensazione di nausea che accompagna la gestazione
soprattutto nel primo periodo (ma studi recenti si stanno concentrando su una
presunta correlazione tra l’uso della pianta e aborti ricorrenti o parti pre-termine)
e il succo di mirtillo contro le cistiti ricorrenti e nella batteriuria asintomatica, in questo caso
dimostrando un’efficacia
superiore al placebo.
Nel delicato momento dell’allattamento la natura viene in aiuto mediante preparati
come creme a base di colostro e calendula. Spalmati intorno al capezzolo, aiutano la riepitelizzazione e hanno un’azione
benefica anche sul lattante.
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L’impiego della fitoterapia risulta particolarmente efficace nel periodo
della
menopausa, se caratterizzata da disturbi come la secchezza vaginale, la difficoltà
a dormire e gli sbalzi d’umore, le cistiti ma soprattutto disturbi vasomotori e le cosiddette 'vampate di calore'.
Le piante contengono anche ormoni, i fitoestrogeni appunto; questi, se assunti nelle giuste dosi e nei periodi
corretti, sono in grado di limitare e arginare i disturbi derivanti dalla transizione
menopausale. Per quanto riguarda le cistiti una prevenzione efficace è quella
della somministrazione del mirtillo rosso.
Dal trifoglio rosso si estraggono fitoestrogeni e dunque
i prodotti che ne contrengono gli estratti si rivelano di buona
utilità nel periodo della menopausa. Essi agiscono modulando i recettori degli
estrogeni, hanno quindi un impatto
non diretto ma mediato; studi scientifici inoltre hanno dimostrato una scarsa
correlazione tra l’uso di fitoestrogeni e comparsa di tumori della sfera genitale
femminile. Nonostante
ciò, la somministrazione di fitoestrogeni nelle donne affette da tumore estrogeno
ricettivo è da sconsigliare.
Altre piante che contenengono questi principi attivi sono l’angelica, l’aletris, l’erba medica, la salvia, il luppolo, il ginseng, l’alchemilla, la verbena, la salsapariglia, la soia, l’agnocasto e la cimicifuga mentre l'ortica ha azione antiandrogena.
La cimicifuga racemosa, il resveratrolo e il trifoglio rosso, sono altre risorse naturali usate in ambito ginecologico. L'ultimo si è rivelato
particolarmente
efficace poiché contiene un mix di principi attivi presenti nelle altre due: ha
un’azione calmante, aiuta nelle cistiti frequenti in abbinamento con il mirtillo
rosso ed è molto indicata per contrastare le vampate. Il resveratrolo, estratto dalla buccia d’uva rossa con forte potere antiossidante e presente
in
molte creme per il viso, esiste sotto forma di spray sublinguale e ha proprietà
antiossidante, antinfiammatoria ed endotelio protettiva.
Studi su popolazioni la cui dieta è ricca di soia, come quelle asiatiche o dell'est europeo, hanno messo in evidenza una minore
incidenza dei tumori della mammella e dell’endometrio. Potrebbe esserci, dunque,
una correlazione tra un elevato consumo di soia, o più in generale dei fitoestrogeni,
e la prevenzione delle neoplasie ormono-correlate ma il condizionale è d'obbligo,
visto che gli studi, allo stato attuale, rimangono prettamente osservazionali.
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