I bambini sono naturalmente esposti al rischio di numerose affezioni. Le malattie
di natura infettiva trovano generalmente risoluzione spontanea in breve tempo;
non è raro, però, che genitori e medico di famiglia decidano di somministrare
farmaci aggressivi per accelerare la guarigione del bambino. Sarebbe buona norma
che il ricorso all’intervento terapeutico fosse meno frequente; in particolare
la somministrazione di farmaci antibiotici, che dovrebbe invece essere limitato
ai casi in cui l’organismo del piccolo paziente non riesce a combattere da solo
la patologia.
La maggior parte delle patologie che affliggono i più piccoli hanno un decorso
spontaneo senza lasciare conseguenze sulla salute del bambino. Complicazioni gravi,
infatti, sopraggiungono solo quando la malattia si inserisce in una situazione
di salute già compromessa. In tal caso è ovvio che il ricorso ad una terapia farmacologica
mirata e aggressiva sia d’obbligo e più tempestiva possibile.
Per tutti gli altri casi, quelli in cui il ricorso ai farmaci è mirato ad alleggerire
la condizione in cui si trova il piccolo paziente, il ricorso alla Fitoterapia, alla Gemmoterapia e all’Aromaterapia può essere particolarmente indicato, soprattutto nei più piccoli, poiché i farmaci
d’origine naturale sono in grado di svolgere il compito di dare sollievo ad un
fisico debilitato dalla patologia ma senza intossicare l’organismo del bambino,
semplicemente agendo sui sintomi della malattia e apportando dei benefici.
Oltre il 40% dei medicinali attualmente in commercio e presenti sul prontuario
contengono principi vegetali. Sono oltre 8000 i principi che compaiono tra i prodotti
farmaceuticie oltre 500 di questi si ritrovano all’interno degli antibiotici.
Oggi la maggior parte degli alcaloidi sono prodotti di sintesi, ovvero chimici, ma se si analizzano le proprietà e
i principi attivi delle varie specie vegetali ci si accorge che le piante inferiori
sono grandi produttrici di principi antibiotici mentre da quelle superiori è possibile
ottenere sostanze che inibiscono la crescita dei batteri.
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Quando si parla di medicamenti a base di principi vegetali è però importante
sapere che spesso non è possibile isolare un unico principio attivo come responsabile
delle proprietà guaritrici di una pianta. È infatti l’insieme dei principi di
un vegetale e la loro sinergia a rappresentare l’arma vincente. Nonostante, come
detto, molti dei farmaci di sintesi siano composti da principi di origine vegetale,
è sempre preferibile, quando è possibile, adottare rimedi totalmente naturali
per una serie di motivi: il primo è che le proprietà medicamentose risiedono proprio
nella sinergia dei principi presenti nell’erba, risultato questo impossibile da
ottenere con la medicina di sintesi; spesso i principi attivi benefici non sono
riproducibili in laboratorio (è il caso ad esempio del biancospino o della foglia di eucalipto); in ultimo in alcuni casi le proprietà curative della pianta scompaiono nel
processo di frazionamento e sintesi.
Sono vari i metodi che possono essere utilizzati per estrarre principi attivi
dalle piante e altrettanti i preparati che si possono ottenere o trovare in commercio.
Nelle prescrizioni è bene attenersi alla massima semplicità e – quando si parla
di bambini – è fondamentale anche pensare al metodo di somministrazione migliore.
Gli oli essenziali possono essere somministrati puri, in quel caso versandone
la quantità prescritta su una zolletta di zucchero o dentro un cucchiaino di miele,
oppure diluiti. In questo secondo caso quando si parla di piccoli pazienti sono
da escludere gli oli essenziali diluiti in alcol; l’unico eccipiente accettabile
per i bambini è l’olio (preferibilmente l’olio d’uva). È possibile anche mescolare 3 o 4 oli essenziali ed inserirli in un gel dentro
una capsula; metodo, però, poco adatto ai più piccoli. Nei bambini il metodo migliore
di somministrazione degli oli essenziali è per via rettale: diluendo alcune gocce
di oli essenziali in un cucchiaino d’olio, si immette la soluzione ottenuta all’interno
di una microperetta auricolare. Questo metodo è sopportato benissimo e ha un’azione
evidente. Meno efficaci le supposte.
Gli oli essenziali possono rivelarsi utili anche se assimilati dall’organismo
per inalazione: in questo caso la prassi prevede di impregnare un batuffolo di
cotone con qualche goccia di olio essenziale da far inalare al piccolo più volte
al giorno. Stesso discorso può essere fatto aggiungendo qualche goccia di olio
essenziale a dell’acqua bollente per fare dei fumenti. Per i neonati è consigliato
versare una piccola quantità di olio direttamente sul lenzuolo dove sono soliti
dormire, in modo che i principi attivi della pianta penetrino nell’organismo per
inalazione. Le tisane sono meno usate e generalmente, salvo rari casi, sono utilizzate
come coadiuvante della terapia; in più bisogna considerare che le tisane possono
avere un sapore poco gradito per i piccoli pazienti. Utilizzando i principi attivi
delle piante possono essere creati invece degli sciroppi composti da una miscela
di acqua, zucchero e il principio medicamentoso della pianta.
DOSI E POSOLOGIA Oli essenziali (OE) Trattandosi di bambini, le dosi delle somministrazioni devono essere adeguate
all’altezza e al peso oltre che calibrate sulla forza dei principi presenti nella
pianta usata e l’intensità della patologia. Generalmente si diluiscono quantità
variabili di oli essenziali a seconda dell’età del paziente (tra 0,5 e 5 g) in
45 ml di olio d’uva; fatta eccezione per lattanti, la posologia in questo caso
si aggira intorno alle 15 gocce al dì poiché nel composto varia la quantità di
oli essenziali. Altro metodo di somministrazione è quello che utilizza diluizioni
in cui sono contenuti circa 3,5 g di oli essenziali in 45 ml di olio d’uva: in
questo caso varierà la quantità di gocce somministrate a seconda dell’età. Per
i bambini con età inferiore ad un anno è difficile che si somministrino oli essenziali
per via orale. Per quanto riguarda la somministrazione rettale si diluisce una
quantità variabile di gocce di olio essenziale in un cucchiaino d’olio al quale
è possibile aggiungere una o due fiale di grani d’argento e grani di rame: si
va avanti con una somministrazione per due o tre volte al dì per qualche giorno
e poi si riduce ad una sola, la sera, per circa una settimana.
Tinture madri (TM) Si somministrano da una a tre volte al giorno e anche in questo caso devono essere
adattate all’altezza e al peso del paziente, al numero di somministrazioni giornaliere,
alla pianta e alla durata della terapia: si va da un minimo di 2-10 gocce per
i bambini con età inferiore all’anno e un massimo di 50 per gli adolescenti intorno
ai 15 anni.
Macerati glicerici (Gemmoderivati) Si usano spesso insieme o in sostituzione delle tinture madri e separatamente,
ma non mescolate nello stesso flacone. Le dosi sono raddoppiate o triplicate rispetto
a quelle che si usano per le TM.
Tisane Solitamente si preparano versando una quantità che varia da un cucchiaino ad
un cucchiaio di erbe in una tazza contenente acqua bollente lasciando il preparato
in infusione coperto per 15-20 minuti. Le dosi di somministrazione variano da
un cucchiaino di infuso per i neonati fino a 6 mesi di vita ad una tazza anche
più volte al giorno per i bambini intorno ai 6 anni. Le dosi variano a seconda
della pianta usata e della concentrazione dell’infuso.
LE PATOLOGIE
Il raffreddore è un’affezione virale banale e molto frequente, causa di molti fastidi, soprattutto
per i più piccoli. Nonostante non si tratti di una patologia grave, non bisogna
sottovalutarla poiché può degenerare in bronchiti, angine, otiti e tracheiti. Possono essere effettuate delle inalazioni secche di oli essenziali di rosmarino, geranio e salvia, nella dose di 2 g per pianta; a seconda dell’età, è possibile aggiungere al
preparato anche 0,25 g di oli essenziali di timo e santoreggia. L’applicazione è semplice: è sufficiente che uno dei genitori bagni il proprio
dito con la soluzione così ottenuta e ne spalmi una piccola quantità all’interno
delle narici del piccolo ogni 3-5 ore. Con la stessa soluzione è possibile fare
dei gargarismi e curare le otiti mediante batuffoli di cotone impregnati del composto.
Il rosmarino, da solo, possiede proprietà stimolanti e antispasmodiche; gargarismi a base
di rosmarino aiutano a combattere le afte e l’aggiunta di decotto di rosmarino al bagno dentro una vasca fortifica i bambini
più gracili.
Nel caso in cui il raffreddore degeneri in otite un consiglio è quello di somministrare dalle 5 alle 15 gocce per via orale di
un composto che contenga 1g di OE di timo e 1g di OE di niauli (o gomenolo), 0,5g di santoreggia, il tutto diluito il 45ml di olio d’uva. Altra soluzione sono le gocce auricolari
di una soluzione di 20ml di olio di iperico nella quale diluire 1g di OE di caieput (o cajeput, un olio con proprietà espettoranti e antiinfiammatorie, potente antisettico
delle vie respiratorie, forse uno dei più efficaci in natura), 2g di OE di lavanda, 0,25g di OE di cannella e la stessa quantità di OE di timo. Inserendo nelle orecchie del bambino 2-3 gocce del composto, 3 volte al dì,
per circa 5 giorni, l’otite guarirà senza complicazioni. La cannella contiene
l’eugenolo che conferisce alla pianta proprietà antisettiche e antielmintiche (ovvero in
grado di combattere la presenza di vermi e parassiti nell’organismo). Proprietà
simili ha il timo, antisettico molto potente ma rispettoso delle mucose (al contrario delfenolo, meno forte e più irritante) e vermifugo: utilizzato per via orale, l’infuso
di timo aiuta a guarire la pertosse, la bronchite e laringite acuta.
Sempre contro le laringiti è consigliato effettuare dei gargarismi fino a 5 volte al giorno con un infuso
preparato facendo bollire per 3 minuti e lasciando in infusione per altri 20 un
cucchiaino di foglie disalvia e uno di foglie di geranio dentro una tazza di acqua bollente; un cucchiaino di foglie di iperico e uno di fiori di bismalva lasciati in infusione 15 minuti possono allo stesso modo essere usati per fare
dei gargarismi. Contro la tosse forte è consigliato lo sciroppo di ravanello nero oppure una soluzione composta da: 10ml di tintura madre (TM) di Inula helenium, 15ml di TM di Tussilago farfara, 10ml di TM di Veronica officinalis e infine 125ml di idrolato di tiglio da assumere nella dose di un cucchiaino ogni tre ore il primo giorno e poi dalle
3 alle 5 volte al dì nei giorni successivi.
L’influenza può essere molto fastidiosa e debilitante e può portare, nei più piccoli, anche importanti complicazioni; per evitare gli antibiotici è possibile adottare
alcuni rimedi a base di piante. Si possono adoperare gli oli essenziali mescolando
1g di OE di cannella, 1g di OE di timo, 1g di OE di cipresso e 1g di OE di naiuli e 45ml di olio d’uva, il composto va mescolato e a seconda dell’età somministrato al bambino dalle
5 alle 15 gocce 3 volte al giorno per 3 settimane. Esistono poi oli ad azione
più specifica che si possono mescolare al composto secondo le manifestazioni influenzali
principali: se a risentire dell’infezione sono le vie respiratorie, sono consigliati eucalipto, pino, naiuli e timo; se invece la patologia si presenta sotto forma di influenza intestinale sono
da preferire oli di cannella, timo e chiodi di garofano. I chiodi di garofano hanno proprietà benefiche per lo stomaco perché hanno
proprietà carminative (tolgono l’aria che si accumula) e analgesiche, in più possiedono
capacità battericide.
Mescolando in un recipiente 2g di OE di geranio, rosmarino e cipresso, possono essere preparati composti per inalazioni secche da ripetere dalle 5
alle 3 volte al giorno per tre giorni andando progressivamente a diminuire le
somministrazioni. Infine: una tisana che si prepara facendo bollire un minuto
in mezzo litro d’acqua due cucchiai di santoreggia (o timo), un pezzo di cannella in scorza, 2-3 chiodi di garofano; dopo aver lasciato riposare in infusione per 20 minuti, filtrare il composto
e berne una tazza 3 volte al dì per 5 giorni.
La soluzione idroalcolica di papavero (Papaver rhoeas L.) è efficace contro l’insonnia e l’ansia infantili oltre che contro la tosse secca, le coliche addominali e la pertosse: dalle 20 alle 40 gocce in poca acqua tre volte al giorno. Proprietà antitosse, sedative, antisettiche e antispasmodiche ha il composto preparato mescolando: 60ml di TM di Drosera rotundifolia, 30ml di TM di Grindelia robusta e 35ml di TM di Anemone pulsatilla (dalle 10 alle 45 gocce in base all’età del bambino).
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Tipiche dell’età infantile sono le malattie cosiddette esantematiche. Sono vari gli approcci fitoterapici che possono essere tenuti in questi casi.
Ad esempio nel caso della varicella può essere usata l’aloe, una pianta con proprietà cicatrizzanti, per disinfettare e favorire la cicatrizzazione
delle bollicine oltre che per limitare il prurito.
Nel lattante, per combattere gli episodi di diarrea acuta, sono consigliate dalle 5 alle 10 gocce di tintura madre di Vaccinium myrtillus (mirtillo nero) fino a 3 volte al giorno: le foglie della pianta, infatti, contengono
proprietà astringenti e sono adatte a combattere gli stati diarroici. Utili possono
rivelarsi anche microclisteri (successivamente ad una scarica) con oli essenziali
di cannella e timo (dalle 5 alle 20 gocce).
Contro le contusioni sono utili le tinture madri di arnica e calendula, dalle 5 alle 20 gocce per via orale, o altrimenti unzioni da ripetere tre o
quattro volte al giorno subito dopo il trauma con un olio composto con: 15g di
OE di lavanda, 5g di OE di rosmarino, 3g di OE di cipresso, 0,50g di OE di origano. Anche di fronte a una frattura la fitoterapia riesce ad intervenire, dapprima calmando l’infiammazione e in
seguito favorendo la ricostruzione del tessuto osseo: il macerato gricerico (gemmoderivato)
di ribes nigrum (ribes nero), da assumere dalle 20 alle 70 gocce tre volte al giorno, ha un’azione
antinfiammatoria, simile a quella del cortisone. Il macerato glicerico di abete bianco (abies pectinata) aiuta la ricostruzione del tessuto delle ossa (le gemme della pianta infatti
possiedono proprietà rimineralizzanti ed essa è particolarmente indicata negli
adulti affetti da osteoporosi e bambini che soffrono di ritardi nel consolidamento
delle fratture).
Bibliografia - Bouhours J., La salute del bambino con le piante, Giunti Martello, 1985, Città di Castello;
- Sarandrea M., Culicelli W., Dall’abete allo zafferano. Atlante e schede di cento piante officinali italiane, 2009, Edizioni Grafiche Ambrosini;
- Schauenberg P., Paris F., Le piante medicinali, Newton Compton Editori, 1977, Città di Castello.
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