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LA FITOTERAPIA PER GLI STUDENTI |
A cura di Anna Paola Tortora con la consulenza del Dott. Marco Sarandrea |
Acquisire e mantenere la concentrazione necessaria per affrontare efficacemente
un’attività di studio o ricerca può rivelarsi un’operazione non semplice così
come gestire l’agitazione che precede un esame o una prova importante, ciò che
può portare un calo della determinazione e al tempo stesso alla perdita di ore
di sonno. Quest’ultima si rivela responsabile di una fatica ulteriore che rende
lo studio ancora più difficile e, in alcuni casi, improduttivo.
Un aiuto per i problemi di concentrazione e di applicazione allo studio può provenire
dal mondo delle piante. La fitoterapia rappresenta una alternativa alla medicina di sintesi, seppure è sempre bene
ricordare che naturale non è sinonimo di innocuo: la parola chiave per non incappare
in spiacevoli inconvenienti e per ottenere l’effetto desiderato è "moderazione".
Bisogna sempre tenere ben presente che esagerare con le dosi non porta ad un raggiungimento
più rapido dello scopo quanto piuttosto a effetti collaterali che, il più delle
volte, vanificano l’azione terapeutica inficiando il risultato.
L’effetto delle piante sull’organismo, poi, non è determinato solo dal tipo di
erba che si decide di utilizzare ma anche dalla formulazione che si sceglie, come
anche dalla parte della pianta di cui si fa uso. Come terapia di supporto allo
studente anche la gemmoterapia offre molte soluzioni, tutte valide.
Uno studio effettuato dalla Scuola Fitoterapica Francese, ad esempio, riguarda
proprio un gemmoterapico da utilizzare nella preparazione degli esami, ottenuto
dai semi della betula verrucosa. Anche altre piante sono in grado di aiutare le facoltà mnemoniche e le loro
proprietà sono supportate da studi molto interessanti. Come la bacopa monniera (purtroppo, però, difficile da trovare in commercio) che viene ritenuta l’erba
per eccellenza come coadiuvante della memoria.
Altra pianta molto efficace in questo senso è il teucrium polium, meglio conosciuto come il polio, una labiata in grado di agire sulle ghiandole surrenali attraverso i suoi oli
essenziali. La droga dona all’organismo tonicità e risveglio contribuendo ad aumentare
la concentrazione. Quello del teucrium polium è un modus operandi tipico di tutte le labiate: le piante appartenenti a questa famiglia, ad esempio
salvia, origano, melissa, rosmarino, maggiorana e timo possiedono, inoltre, la
caratteristica di essere molto profumate e grazie a questa proprietà sono in grado
di stimolare e risvegliare l’organismo.
Un ottimo stratagemma erboristico per aumentare la produttività dello studio
e resistere a stanchezza e allo stress pre-esame, restando in tema di gemmoterapici,
è il quercus peduncolata (quercia): anch’esso espleta la sua azione agendo sulla ghiandola surrenale
come il teucrium polium.
La pressione di un esame, uno studio intenso e il mantenimento costante di un
livello alto di concentrazione possono rendersi responsabili della comparsa di
stress e stanchezza. La sonnolenza rende poco produttivo il tempo trascorso sui libri
e non fa altro che rendere ancora più impegnativo il compito dello studente.
Piante come il ginseng possono rivelarsi utili per mantenersi svegli. È importante sottolineare però
che, a lungo andare, il suo abuso, come quello di altre sostanze similari, può
provocare l'insorgenza di disturbi come tachicardia e ansia, esattamente come
quando si eccede con il caffè. Sostanze che sulle prime espletano la loro azione dando all’organismo una sorta
di "scossa" e poi perdono la loro efficacia nel giro di poche ore, facendovi seguire
una sensazione di spossatezza difficile da combattere.
Lo studente che vuole combattere la stanchezza può assumere sostanze come il
rosmarino sotto forma di infuso. La pianta è uno stimolante naturale e aiuta a combattere
l’affaticamento fornendo aiuto alla concentrazione ma senza gli effetti collaterali
della caffeina.
Come alternativa vi sono numerosi preparati erboristici (fitoterapici o gemmoderivati)
da assumere per via orale in grado di combattere la sonnolenza: ad esempi gli
estratti idroalcolici o tinture madri ma anche infusioni e tisane. Ottime si rivelano la rhodiola rosea e l’avena, due piante riequilibratori. In particolare la soluzione idroalcolica di rhodiola
possiede proprietà toniche e antidepressive mentre il gemmoderivato dei germogli
e delle radichette agisce sull’asse ipotalamo-ipofisi-ghiandole surrenali combattendo
ansia e immunodeficienza da stress e stanchezza. L’avena, invece, è una pianta
in grado di conferire calma che può essere utilizzata anche come rimedio d’emergenza
in caso di attacchi di ansia e panico.
L’eleuterococco è ottimo in casi di forte affaticamento. Il consiglio per gli studenti è di
rivolgersi a questa pianta nei periodi di sforzo intenso, quelli più caratterizzati
da agitazione e preoccupazione: la droga ha, infatti, un’azione stimolante.
Una condizione fondamentale per il successo dello studio è la calma. Nessuna nozione potrà definirsi appresa e memorizzata in uno stato d’ansia
o di stress. Lo studente agitato e ansioso sarà meno produttivo e la sensazione
di inconcludenza non farà altro che diminuire la sua concentrazione. In questo
senso una soluzione è rappresentata dall’uso di melissa e biancospino, entrambe generalmente assunte per il loro effetto calmante. Le due erbe sono
ottime per il raggiungimento di una condizione di tranquillità e di equilibrio
fondamentali per lo studente che non vuole permettere alla propria apprensione
di distrarlo dallo studio. Esse poi si rivelano doppiamente efficaci perché non
inducono sonnolenza. La loro azione, infine, è prolungata nel tempo.
Al di là della tensione che caratterizza il periodo dello studio, all’avvicinarsi
della data dell’esame ansia da prestazione e paura possano prendere il sopravvento.
Già si è parlato dell’azione rilassante svolta da melissa e biancospino, ma altrettanto
efficace si rivela una triade di gemmoderivati: macerato glicerico di semi di betula verrucosa, quercus peduncolata gemme e tilia tomentosa (tiglio).
La sinergia dei tre gemmoderivati è in grado di conferire all’organismo uno stato
di benessere ma soprattutto di agevolare la comparsa di atteggiamenti di positività
e predisposizione nei confronti del compito che deve essere svolto.
Fondamentale infine poi è il riposo. Lo studio infatti può essere produttivo solo se intervallato con la giusta
dose di pausa: durante la notte la mente si rilassa e si prepara ad affrontare
lo sforzo del giorno seguente. L’insonnia e il dormire male sono nemici della concentrazione.
Le cause dell’assenza di sonno possono essere molte: l’ansia per la mole di studio
o l’avvicinarsi della data dell’esame possono provocare tensioni nervose che facilmente
si riversano negativamente sul riposo notturno.
Non è consigliato, però, rivolgersi a rimedi d’emergenza per combattere l’insonnia.
Alti dosaggi di passiflora ad esempio riescono a conciliare il sonno ma, a lungo andare, possono portare
anche effetti collaterali. Le sostanze vegetali “sonnifere” tendono, ad esempio,
a provocare una sensazione di intontimento il giorno successivo. Questo non significa
che rimedi di questo genere siano da evitare. Sono al contrario ottimi in situazioni
d’emergenza come alternativa alla medicina di sintesi. Il suggerimento è però
di rivolgersi a questo tipo di soluzione solo una tantum.
Molto più indicato è invece cercare di raggiungere uno stato di sonno naturale.
È nelle ore del giorno che si devono porre le basi per un relax psico-fisico in
grado di conferire serenità al sonno. Nell’arco della giornata possono essere
assunti tilia tomentosa, dosaggi bassissimi di passiflora o melissa, anche in elevate quantità. Il rimedio distribuito nel tempo contribuirà a conferire
una sensazione di benessere e rilassamento generale all’organismo e a combattere
l’insonnia.
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