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LA RISOTERAPIA |
A cura di Valeria Cudini |
Che ridere faccia bene alla salute ormai è noto a tutti. Ma forse non tutti sanno
che a sostegno del potere benefico della risata sono stati effettuati, soprattutto
in questi ultimi anni, numerosi studi clinici che hanno dimostrato come un atteggiamento
ottimistico verso la malattia aiuti il processo di guarigione per diverse malattie.
Anche per quanto riguarda l'approccio a una patologia così diffusa e complessa
come il cancro sono sempre più frequenti le testimonianze di medici e pazienti
che descrivono come il ricorso all'ironia aiuti ad affrontare meglio la malattia
e contemporaneamente contribuisca a infondere fiducia nella ricerca.
Un po' di storia... Il caso Norman Cousin
Risalgono agli anni ’60 e ‘70 i primi studi condotti negli Stati Uniti che hanno
messo in risalto le virtù terapeutiche della risata.
Da un punto di vista scientifico le prime conferme arrivano negli anni ‘80 con
il caso eclatante del giornalista scientifico Norman Cousin, che ha fatto rivalutare
gli studi sugli effetti delle emozioni sul sistema immunitario. Il giornalista,
colpito da spondilite anchilosante, una malattia alla cui origine c'è un'alterazione delle articolazioni che porta
progressivamente alla paralisi e poi alla morte, decise di curarsi in modo insolito:
ridere “nutrendosi” per tre-quattro ore al giorno di film comici e assumere per
flebo 25 grammi al giorno di vitamina C. Smentendo ogni previsione Cousin è guarito
completamente nell'arco di un solo anno.
La risata è sempre stata importante nel corso della storia dell'uomo perché si
associa simbolicamente alla vita e alla fecondità e dunque a tutto ciò che concerne
la sfera del piacere, della gioia di vivere, della sessualità. È perciò, per sua
stessa natura, contrapposta alla morte e rappresenta una risposta del corpo che
ride esso stesso e ridendo si rilassa.
Un recente studio canadese ha provato scientificamente che il buonumore mette
al riparo dalle infezioni determinando una minor riduzione dell'immunoglobulina
A, un anticorpo che nell'ambito del sistema immunitario svolge la funzione di
neutralizzare corpi estranei come virus e batteri.
Gelotologia e psiconeuroendocrinoimmunologia
La gelotologia (dal greco ghelos=riso e logos=scienza) è una nuova disciplina che studia in maniera sistematica l'attività
del ridere, del buonumore e del pensiero positivo come rimedio a numerosi disturbi
e malattie psicofisiche.
Essa si basa sugli studi di psiconeuroendocrinoimmunologia (P.N.E.I.) che hanno sostanziato l'influenza diretta degli stati mentali e delle
emozioni sul sistema immunitario e viceversa.
Anche la PNEI è una disciplina di nascita relativamente recente, che basa le
proprie teorie e i propri metodi sulla convinzione che i vari sistemi (psichico,
neurologico, endocrino e immunitario) interagiscano tra loro per il raggiungimento
di un’omeostasi (equilibrio) interna dell’organismo. Secondo questo presupposto
se mente e corpo sono in grado di interagire, non risulta difficile accettare
l’idea che l’umore (inteso come disposizione mentale, più o meno positiva, all’interpretazione
degli stimoli) possa regolare, o quantomeno influenzare, il sistema nervoso centrale,
quello ormonale e quello immunitario.
La gelotologia ha scoperto che grazie alle risate si attivano delle strutture
nervose periferiche che producono le endorfine, delle sostanze chimiche dotate di una potente attività analgesica ed eccitante
che esercita sul corpo umano un effetto simile alla morfina e alle altre sostanze
oppiacee.
L'aspetto più interessante delle endorfine sta dunque proprio nella loro capacità
di regolare l'umore. Esse infatti vengono rilasciate dal nostro organismo in situazioni
particolarmente stressanti come forma di difesa in modo da poter sopportare meglio
il dolore sia fisico sia psicologico.
Si può quindi dire che le endorfine sono in grado di regalare piacere, gratificazione
e felicità aiutando a sopportare meglio lo stress.
Le ragioni scientifiche degli effetti benefici della risata
Ridere coinvolge tutte le parti del corpo umano: il cuore e la respirazione accelerano
i ritmi, la pressione arteriosa diminuisce e i muscoli si rilassano. Anche la
chimica del sangue si modifica e tanto più la risata è esplosiva e spontanea tanto
più si verifica una generale caduta della tensione che si manifesta con una sensazione
di liberazione che coinvolge tutti gli organi e le funzioni corporee che si regolarizzano.
Ciò dipende dal fatto che ridere stimola l'aumento delle beta-endorfine (sostanze fisiologiche che hanno sull’organismo lo stesso effetto degli oppiacei)
da parte del cervello e del cortisolo (ormone che regola la risposta allo stress)
per mezzo delle ghiandole surrenali, generando una sensazione di benessere e assenza
di dolore.
La risata agisce dunque sul sistema circolatorio, muscolare e soprattutto su
quello immunitario tramite le giunzioni neuroendocrine che, collegando il cervello
ai linfociti (cellule del sangue che hanno il compito di reagire in modo specifico
nei confronti di qualsiasi agente estraneo, o antigene), ne stimolano la produzione.
Come è indicato nella sezione psicosomatica, corpo e mente non sono due mondi separati, ma sono due parti, in continua influenza
reciproca, di un tutt'uno: l'uomo nella sua unità somato-psichica. È ormai provato
che il buon umore e la fiducia rafforzano l'organismo aumentando le difese immunitarie,
mentre stati depressivi favoriscono l'insorgere di malattie ed il loro aggravamento.
Patch Adams e la clownterapia
La nascita della clownterapia si deve al Dottor Hunter “Patch” Adams, reso celebre in tutto il mondo da un
film che porta il suo nome interpretato da Robin Williams (Patch Adams, 1998).
Il dottor Adams ha iniziato a formulare una teoria sulla felicità partendo dalla
sua esperienza negativa che l'ha visto, appena adolescente, ricoverato in una
clinica per malattie mentali a causa di una depressione che lo stava conducendo
al suicidio. Proprio partendo dalla sua sofferenza Adams ha intrapreso degli studi
sui pazienti ricoverati in ospedale cercando di capire che cosa potesse dar loro
gioia. Decise così di iscriversi alla facoltà universitaria di Medicina dove subì
una forte delusione nel constatare che gli studenti erano costantemente incoraggiati
a vivere un atteggiamento di distacco con il paziente.
Adams cercò di ribaltare questa tendenza lottando perché la malattia e il paziente
diventassero il punto centrale dell'attenzione dei medici. Con la consapevolezza
che il riso porti degli enormi benefici agli ammalati Adams iniziò a girare per
i reparti degli ospedali vestito da clown e il suo sogno prese pian piano forma:
realizzare una casa-ospedale dove poter curare gratis i malati e adottare terapie
alternative a quelle tradizionali basate sulla ricerca del benessere.
È così che Adams, con la collaborazione di alcuni amici, riuscì a realizzare
nel 1983 nelle montagne del West Virginia il Gensuhndeit Institute (Gensuhndeit è un termine tedesco che vuol dire salute) secondo quelli che erano stati da
subito i suoi desideri: un ospedale e centro di salute gratuito concepito e organizzato
come una casa accessibile a tutti dove le cure mediche sono integrate da attività
ludiche.
"Patch" Adams punta a indurre un atteggiamento mentale positivo nelle persone
che soffrono dimostrando come lo stato emotivo giochi un ruolo significativo nel
decorso della malattia. Presso la sua struttura, quindi, il buon umore, la gioia
e la creatività sono parti integranti della cura, i pazienti e i dottori si relazionano
sulla base della fiducia reciproca e ciascun paziente riceve molto tempo e attenzione
da parte dei medici.
Il clown-dottore
Il ruolo del clown-dottore può essere svolto sia da clown professionisti sia
da volontari e, in alcuni casi, anche dal personale medico. Egli va a visitare
i pazienti e dopo aver trasformato, con piccoli accorgimenti scenografici, la
camera in uno spazio teatrale tenta di farla percepire al malato come un luogo
sicuro dove il riso si fa strumento di una gioia sicura e arma per distogliere
l'attenzione dalla malattia.
L'importanza della figura del clown-dottore si estende dal paziente a chi lo
cura e soprattutto a tutta la famiglia.
Clownterapia nel mondo
La clownterapia si è diffusa negli ultimi anni in moltissimi ospedali di diversi Paesi tra cui:
Francia, Olanda, Svezia, Gran Bretagna, Germania, Israele, Stati Uniti, Nuova
Zelanda e Sudafrica. Le forme di comicoterapia adottate sono state di diversi
tipi: alcuni medici hanno scelto di far entrare i clown nelle corsie, altri hanno
formato dei corsi ad hoc di comicoterapia per il personale medico-infermieristico e in alcuni ospedali sono state create
delle minibiblioteche comiche itineranti.
Un modo nuovo per mettere al centro i pazienti come persone rendendoli consapevoli
che ci sono dei metodi migliori della mortificazione e della sofferenza psicologica
oltre che fisica per affrontare le malattie.
Alcuni esempi significativi:
● Health Sciences University (Oregon): i ricoverati sono accuditi da infermieri del sorriso che girano per
i reparti con adesivi sui camici che portano la scritta: “Attenzione il buonumore
può essere pericoloso per la tua malattia”;
● Saint John Hospital (Los Angeles): televisori a circuito chiuso che trasmettono 24 ore su 24 solo
materiale comico;
● Fondazione Marcus McCausland (Sudafrica): a disposizione degli ammalati di cancro reparti di terapia del riso
con nastri, video, libri ed esperti di comicità;
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La clownterapia in Italia
In Italia i primi interventi dei clown-dottori in corsia risalgono agli anni
'90 e, per una lunga fase, sono stati rivolti esclusivamente ai bambini. Solo
in questi ultimi anni alcuni ospedali hanno dato la possibilità alle associazioni
di clownterapia di entrare anche nei reparti dove si trovano gli adulti.
Le varie associazioni che operano oggi in Italia si distinguono per approcci
differenti che vanno dalla formazione di clown volontari a veri e propri laboratori
del sorriso. Alcune associazioni offrono una forma di comicoterapia passiva, dove
i clown fanno degli spettacoli ma i pazienti non partecipano attivamente con proprie
proposte; altre, invece, propongono una partecipazione attiva dei malati che scelgono
i materiali comici da usare e in alcuni casi vengono spronati a far ridere loro
stessi.
Molte regioni hanno proposto di regolamentare e incentivare il servizio di comicoterapia,
dato il successo medico e psicologico riscontrato affinché diventi una pratica
stabile negli ospedali e un valore aggiunto nel Sistema
Sanitario. Proprio a questo proposito è al vaglio una proposta di legge che propone
l'istituzione del servizio di gelotologia in tutti gli ospedali regionali dopo
una prima fase di verifica sperimentale.
Nel 1997 è stato introdotto presso l'Ospedale Pediatrico “Anna Mayer” di Firenze
il progetto pilota “Clown in corsia”. L'iniziativa ha riscontrato un enorme successo
sia dai bambini sia dai medici sia dai familiari tanto da ricevere il sostegno
della Regione Toscana, del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, dell'Associazione
Armonia e dell'Ente Teatrale Italiano. Il progetto è stato realizzato da “Soccorso
Clown” che si avvale di attori professionisti e plurispecializzati che utilizzano
tecniche atte a sdrammatizzare i drammi della vita dei piccoli pazienti, un vero
e proprio supporto psicologico che agevola i trattamenti medici e diminuisce l'ansia
e la paura legate alla degenza. Il metodo di lavoro si differenzia a seconda della
grandezza dell'ospedale e del reparto e può riguardare un intervento faccia a
faccia con il bambino o con più bambini riuniti insieme. Il servizio si adopera
anche per i pazienti lungo degenti e per i familiari con l'obiettivo di favorire
la relazione tra bambino e genitori e tra questi e la struttura ospedaliera.
Successi terapeutici
Una ricerca internazionale realizzata dall'Ospedale Meyer di Firenze ha dimostrato
che l'intervento dei clown in corsia messa in atto da Soccorso Clown ha ridotto
del 50% l'ansia nei bambini sottoposti a interventi chirurgici. Lo studio, pubblicato
sulla rivista scientifica Pediatrics, ha preso in esame 40 bambini di età compresa
fra i 5 e i 12 anni che dovevano sottoporsi a intervento di chirurgia minore in
day-surgery. La metà di questi, selezionata a caso, veniva accompagnata in sala
preoperatoria da due professionisti clown e da un genitore, mentre l’altra metà
entrava con la sola compagnia di un genitore.
Nel gruppo sperimentale due clown-in-corsia avevano già conosciuto il bambino
in reparto. In sala operatoria il bambino veniva addormentato dagli anestesisti
mentre era distratto da giochi e dalle magie dei clown-in-corsia di Soccorso Clown.
Successivamente con degli specifici test psicologici è stata misurata l’ansia
del bambino e del genitore e sono state fatte interviste a genitori, clown-in-corsia,
nonché a medici e infermieri della sala operatoria.
I risultati ottenuti hanno appunto indicato che l’ansia dei bambini accompagnati
dai clown-in-corsia diminuiva quasi del 50% e i bambini, all'avvicinarsi dell'anestesia,
non presentavano un innalzamento della paura come invece succedeva a quelli senza
Soccorso Clown.
Anche all'Ospedale SS. Annunziata, a Forcella, nel reparto di pediatria operano
dei clown. Fanno parte della cooperativa 'Le Nuvole', una gruppo di artisti professionisti
che lavorano al progetto “Guarir dal ridere”. La reazione presso i bambini ricoverati
è stata straordinaria e un sorriso è nato anche sul volto dei ricoverati nel reparto
oncologico.
Testimonianze dei medici
● “Diminuendo lo stress da paura e sofferenza si riduce notevolmente anche il
bisogno dei farmaci. I dati parlano di una riduzione del 50% circa della degenza
e di un 20% dell'uso di anestetici” (Prof. Mario Farnè docente di Psicologia medica
presso l'Università di Bologna).
● “Non avevo mai visto, né credo sia mai stato provato niente del genere. La
biopsia ossea è un esame molto doloroso che normalmente si fa in sedazione più
o meno profonda, ma in questo caso, considerate le condizioni complessive della
bambina abbiamo tentato con Soccorso Clown e il risultato è stato straordinario
sotto il profilo psicologico e fisico: la bambina non si è mai spaventata né ha
gridato o pianto” (Dott. Andrea Masseri del Servizio di terapia del dolore dell'Ospedale
Meyer di Firenze).
● “La presenza con regolarità del Soccorso Clown presso il reparto di Oncologia
pediatrica si è rivelata di grande aiuto per i piccoli ricoverati, nonché per
i genitori che prestano assistenza. Si ritiene indispensabile non interrompere
questo servizio per la salute psichica del bambino, nonché per una maggiore compliance
(accettazione e conseguente osservanza da parte del paziente delle prescrizioni
del medico) alle terapie, elementi necessari al miglioramento generale dei piccoli
pazienti” (Prof. Manuel A. Castello primario della Sezione di Oncologia pediatrica
dell'Università degli Studi “La Sapienza” di Roma).
● “Il Servizio del Soccorso Clown ha mostrato di essere indispensabile per i
nostri bambini che sono ricoverati nella Divisione di Oncologia pediatrica e in
tutti gli altri reparti dove sono stati presenti. Ci auguriamo che questo servizio
non solo non venga mai interrotto, ma che debba essere intensificato” (Benilde
Mauri, presidente dell'Associazione Genitori Oncologia pediatrica del Policlinico
Gemelli di Roma e Sig.ra Abruzzetti, presidente dell'Associazione Genitori Amici
di Marco del reparto di Oncologia del Policlinico Umberto I di Roma).
Fondazione Theodora
La Fondazione Theodora nasce a seguito dell'esperienza svizzera dei cosiddetti
“Dottori Sogni” che iniziano la loro attività nel 1993. Sono inizialmente due
fratelli, André e Jan Poulie, che lavorano in memoria della loro madre Theodora.
La prima visita italiana di un Dottor Sogni risale al maggio del 1995 quando,
grazie alla Fondation Theodora, il Dottor “Strettoscopio” è andato a trovare i
bambini ricoverati all'Istituto dei Tumori di Milano.
Il successo di questa iniziativa porta a numerose richieste di visite da parte
degli ospedali e, per visitare un numero di bambini sempre maggiore, nel 1999
si costituisce la Fondazione Theodora Onlus regolarmente iscritta al registro
delle imprese, con lo scopo di organizzare e finanziare gli incontri settimanali
dei Dottor Sogni.
I Dottor Sogni si recano di camera in camera per visitare i bambini chiedendo
il permesso prima di entrare. Indossano un camice bianco vivacizzato da peluche,
disegni e colori che rendono più facile entrare in contatto con il bambino facendogli
capire che quello che hanno di fronte non è un vero dottore. Gli artisti coinvolgono
il bambino nell'improvvisazione permettendogli così di dimenticare – almeno per
un po' – l'ambiente ospedaliero.
Clown One Italia Onlus
Le origini di Clown One Italia Onlus risalgono al 1994 grazie all'incontro con
Patch Adams. L'associazione viene poi fondata a Milano nel 2000 e raccoglie attorno
a sé clown ambasciatori del sorriso, medici, volontari e altri animatori per offrire
un pronto intervento clownesco nelle emergenze umanitarie.
L'Associazione ha scopo di solidarietà e in particolare si occupa di assistenza
sociale e sociosanitaria, beneficenza, sostegno ai bambini malati e di tutti coloro
che hanno difficoltà personali e sociali dovute a fenomeni di emarginazione, ad
attività educative e assistenziali e di tutela dei diritti civili di soggetti
svantaggiati e malati.
L’attività di Clown One Italia Onlus consiste nella:
● Promozione e realizzazione di Missioni umanitarie, di Conferenze e dibattiti
di approfondimento su temi umanitari e di ambito transculturale dei Paesi in via
di sviluppo;
● corsi di formazione di volontari-clown per le missioni di pace;
● utilizzo di tecniche teatrali, cinematografiche e fotografiche per l’intervento
diretto verso soggetti svantaggiati.
Ridere per vivere: rapporto tra reazioni psicosomatiche, stress emotivo e cancro
Ridere per vivere. È questa la filosofia di Branko Bokun, antropologo e studioso
di psicologia sociale, e il titolo del suo libro (Mondadori, 1997) dove si analizzano
innanzitutto le strategie per combattere lo stress e in generale per vivere meglio.
Bokun descrive i poteri benefici della risata per combattere il cancro entrando
nel merito scientifico. Secondo l'autore alla base delle reazioni emotive prodotte
dal nostro cervello c'è una sovrabbondante secrezione di neurotrasmettitori da
parte del sistema nervoso simpatico e degli ormoni delle ghiandole surrenali.
Sia questi neurotrasmettitori sia gli ormoni vanno ad aumentare l'attività di
un gruppo di cellule a svantaggio di altre cellule e organi. Inoltre, l'aumento
della secrezione ormonale, provoca una diminuzione dei globuli bianchi normalmente
deputati a impedire lo sviluppo delle cellule cancerose. Se si ha un sistema immunitario
sano e dunque ben funzionante esso riconosce con facilità le cellule cancerose
e, o le elimina, o ne impedisce la riproduzione.
La teoria dell'antropologo è che tutti possono avere una qualche forma di cancro
ma, proprio perché protetti dal sistema immunitario, alcuni di noi non lo sviluppano
mai o lo bloccano proprio grazie alle difese naturali dell'organismo.
I motivi per cui un cancro può svilupparsi possono essere diversi: un virus,
degli agenti chimici o delle radiazioni. Accade che quando le difese immunitarie
si abbassano si possono verificare dei cambiamenti patologici in una cellula e
in un corpo sovraffaticato si riduce l'efficienza dei meccanismi di autoripristino
delle cellule danneggiate. Un danno non riparato del DNA di una cellula può trasformarla
in una cellula maligna.
Oggi si ricorre alla risoterapia anche in alcuni ospedali che curano patologie
gravi come il cancro. Le prime ricerche al riguardo sono state condotte negli
Stati Uniti, dove, a seguito dell'esperienza positiva di Norman Cousin, sono stati
messi a disposizione dei pazienti veri e propri “reparti risate”.
La teoria del “blocco da piacere”
La teoria “blocco del piacere” è stata sviluppata dalla ricercatrice statunitense
Janet Hranicky, secondo cui quando una persona si ammala di tumore o sa di avere
una familiarità per il cancro, perde la voglia di ridere e di gustarsi i piaceri
della vita. Allo stesso modo se si perde la voglia di vivere e il senso dell'umorismo
è molto più facile, se si è già ammalati, peggiorare o altrimenti contrarre il
cancro.
La dottoressa lavora presso il Simenton Cancer Center che ha anche una sede italiana
dove si sperimenta un metodo particolare di approccio alle cure basato principalmente
sulla riscoperta della gioia di vivere e di ridere.
David Spiegel: Terapia di gruppo per pazienti oncologici
David Spiegel, della Stanford School of Medicine, ha discusso nel suo libro “Terapia
di gruppo per pazienti oncologici” (McGraw-Hill, 2003) gli effetti benefici di
una terapia di gruppo nei malati di cancro, sottolineando l'importanza di un valido
supporto emozionale nell'affrontare importanti patologie.
Le patologie neoplastiche hanno delle importanti implicazioni psicosociali e
per questo motivo da molti anni suscitano interesse clinico e di ricerca nell'ambito
della psiconcologia. Le ripercussioni sull’immagine corporea di una malattia come
il cancro accompagnate a stati emozionali intensi, quali per esempio ansia e depressione,
nonché i temi legati al significato dell’esistenza, del vivere e del morire, i
possibili cambiamenti nelle relazioni familiari e interpersonali, sono solo alcuni
dei problemi con cui il malato deve confrontarsi.
Lo sviluppo di programmi psicoterapeutici orientati in tal senso è diventato
una necessità clinica all’interno dei programmi di cura oncologica. Sono solo
pochi anni che i programmi di gruppo si sono diffusi come strumenti con finalità
psicoterapeutiche, ovvero di cura della sofferenza psicologica secondaria al cancro.
È proprio in quest'ottica che la terapia supportivo-espressiva diventa determinante
per le sue caratteristiche di facilitazione dell’espressione dei vissuti emotivi,
del supporto reciproco tra i membri del gruppo, dell’identificazione di stili
più adattivi per affrontare la malattia e per focalizzarsi sui temi esistenziali
scatenati dal cancro.
La validità del modello della terapia supportivo-espressiva, sviluppato a Stanford
da David Spiegel, è stata confermata da numerosi studi di efficacia compresi i
trial clinici randomizzati. Il manuale si rivolge agli esperti del settore ed
entra nel merito delle dinamiche esistenziali legate al cancro e delle modalità
più utili e scientificamente provate per affrontare in un contesto di gruppo tali
problemi.
Esperimento: malate terminali di tumore al seno e supporto psicologico
Nel 1989 David Spiegel è stato autore di un esperimento individuando un gruppo
di donne malate terminali di tumore al seno in cura tutte con gli stessi farmaci
e dagli stessi medici. Le donne sono state divise in due gruppi: a metà di loro
è stata data la possibilità di incontrarsi ogni settimana per scambiarsi opinioni
sulla loro condizione in modo da poter esprimere liberamente quello che stava
loro accadendo. All’altra metà sono state somministrate le cure senza sostegno
psicologico. Le donne che hanno avuto la possibilità di condividere le loro emozioni,
hanno vissuto in media tre anni, mentre quelle del secondo gruppo soltanto un
anno e mezzo.
Per maggiori informazioni:
Soccorso Clown: www.soccorsoclown.it
Clown One Italia Onlus: www.clowns.it
Associazione Viviamo in positivo: www.clownterapia.it
Associazione Medicus Comicus: www.medicuscomicus.org
Associazione Veronica Sacchi, www.veronicasacchi.it
Il Piccolo Principe: www.dottorclown.it
Federazione Nazionale Clowndottori: www.clowndottori.it
Federazione Ridere per Vivere: www.riderepervivere.it
La Mole del Sorriso Onlus: www.lamoledelsorriso.it
Clown Marameo Onlus , www.clownmarameo.it/CLOWN_MARAMEO-ONLUS/Homepage.html
Simonton Cancer Center Italia: www.simonton.it
Fondazione Theodora: www.theodora.org/ita-it/index-new-it.htm
Teatro Ragazzi Le nuvole, "Guarir dal ridere": www.lenuvole.com/scienza/scienza_comicoterapia.html
La cataratta è la malattia oculare più conosciuta nell'anziano, ma ci sono altre patologie che, se non riconosciute e curate in tempo, possono portare alla cecità. Glaucoma e retinopatia diabetica, per esempio, possono essere trattate a seguito di una tempestiva diagnosi fatta...
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