Molti sono gli studi fatti per stabilire le cause che portano all'etilismo. Le
ricerche condotte su fratellastri hanno evidenziato che il rischio di alcolismo
è maggiore nei soggetti che avevano un genitore biologico etilista e minore in
quelli adottati. Un secondo studio ha considerato i figli di persone alcoldipendenti
separate nei primi mesi di vita dai genitori e in seguito adottati e li ha rapportati
con i bambini di persone non dedite all'alcol. Il risultato è stato che i primi,
in età adulta, hanno presentato un rischio superiore di alcolismo rispetto ai
figli di non etilisti. Altri studi sono stati fatti su campioni di età adulta
che avevano avuto il padre alcolista e sono stati confermati i risultati, cioè
che i figli di genitori alcolisti possono sviluppare più facilmente e più precocemente
forme varie di etilismo.
La ricerca scientifica che si pone lo scopo di dimostrare con certezza una predisposizione
genetica nei confronti dell'alcolismo, è ancora molto lunga, perché oggi non è
ancora possibile dire questo con sicurezza: per ora possiamo soltanto affermare che esiste una certa familiarità nei confronti dell'abuso
di alcol e che le diverse risposte soggettive all'assunzione condizionano la velocità
di comparsa della tolleranza e della dipendenza.
Lo studio fatto sulle caratteristiche delle persone, nel tentativo di definire
una personalità prealcolica, basati sulla valutazione di quei fattori psicologici che eventualmente porterebbero
a una condizione di alcolismo, non hanno ottenuto risultati chiari. Siccome l'alcol
modifica la personalità e le caratteristiche biofunzionali del soggetto, è difficile stabilire un nesso tra ciò che è l'alcolista e la persona che era
prima, perciò non è ancora possibile stabilire se una persona con certe caratteristiche sia più o meno predisposta di un'altra a diventare un'alcolista.
Altrettanto difficile è definire la personalità alcolica, perché molto diverse tra loro sono le persone che bevono eccessivamente , differenti
sono i modi , la qualità e la quantità delle bevande scelte e vari sono i fattori
psicologici, fisici, di emarginazione, di angoscia, di reazione al sociale che
contraddistinguono ogni alcolista.
Forse l'unica costante è la tendenza a nascondere, anche a se stesso, la dipendenza,
giustificandola per vergogna e convincendosi di poter smettere in qualsiasi momento:
insomma l'alcolista tende a ignorare e a negare la sua condizione. Non essendo possibile definire in modo soddisfacente la personalità alcolica,
ma, partendo dal presupposto che l'alcolismo è una malattia, valutando l'etilismo
come un problema sociale e considerando i differenti aspetti comportamentali,
le diverse dinamiche psicologiche delle persone e i cambiamenti personali in funzione
della reazione dell'ambiente e del contesto in cui il soggetto si trova, è possibile
però tracciare alcunetipologie di bevitore, distinguibili tra di loro per la condotta etilica:
Tra le cause di alcolismo ci sono sicuramente le manifestazioni psichiatriche,
infatti sovente l'abuso di alcol è secondario a una patologia psichiatrica.
Per diagnosticare questo tipo di alcolismo è necessario tenere il paziente sotto
osservazione per almeno un mese e, se i sintomi continuano anche in condizione
di astinenza, si tratta allora di un disturbo psichiatrico, sul quale si è innestato
anche l'abuso di alcol. Certo non è facile la valutazione, perché il soggetto
può essere condizionato dall'effetto dell'alcol anche nei momenti di sobrietà
e perché l'alcol nel tempo modifica le manifestazioni della malattia psichiatrica
stessa.
Questi soggetti possono guarire dall'alcolismo soltanto dopo aver risolto il
disturbo psichiatrico. Le persone che stanno maturando problemi di ordine psichiatrico,
spesso ricorrono all'alcol nel tentativo di ridurre l'ansia, la coscienza dei
disturbi, tollerare l'isolamento oppure per cercare situazioni liberatorie e piacevoli:
l'alcol diviene, insomma, una forma di autoterapia. Trattare questi pazienti è
molto difficile, specialmente perché rifiutano l'approccio psicoterapeutico, psicofarmacologico
e non vogliono la risocializzazione.
Alcol e disturbi psicologici
I disturbi affettivi, presenti in tutte le malattie mentali, sono sovente all'origine
dell'alcolismo.
Depressione
Spesso è la conseguenza dell'alcolismo, ma in molti casi rappresenta la causa
dell'insorgenza dell'alcolismo
Tristezza
Porta sovente alla ricerca di meccanismi di sollievo come l'alcol, che diventa
o il mezzo euforizzante o lo strumento di autodistruzione e di punizione
Nevrosi isterica
Il soggetto tende alla trasformazione simbolica sul piano somatico dei conflitti
interni, quindi tende a cambiare idee e sentimenti, trasforma i propri affetti
in comportamento (svenimenti, sceneggiate...), cambia umore spesso, vuole essere
al centro dell'attenzione senza sforzarsi troppo, seduce ma senza impegno, manipola
la realtà, ha un atteggiamento irritante e lotta fra un bisogno di dipendenza
e sottomissione e uno di affermazione. Questa è la condizione tipica dell'alcolista,
che tende a esteriorizzare i problemi interni nel gesto del bere, perciò le sue
difficoltà si concretizzano nell'atto e diventano più affrontabili e risolvibili
Nevrosi fobica
Le paure e l'ansia, il continuo stato di allarme, diventano i fattori che scatenano
l'abuso di alcol per il suo dubbio effetto ansiolitico, perciò il bere fino allo
stordimento diventa un efficace palliativo
Nevrosi ossessiva
La rigidità di pensiero, l'incapacità di andare oltre il particolare e di collegare
più elementi per formare il tutto, la rigidità emotiva, il tentativo di sostituire
i sentimenti con la razionalità, le crisi persecutorie, di spersonalizzazione
e di rabbia caratterizzano le persone affette da nevrosi ossessiva e queste abusano
con l'alcol in quei momenti di particolare ansia , e alternano periodi di consumo
con tentativi di recupero per il timore di perdere il controllo della situazione.
Ansia
L'alcolismo è probabilmente la principale conseguenza del disturbo da ansia generalizzata,
situazione caratterizzata da una sensazione di allarme continua, come se dovesse
accadere qualcosa da un momento all'altro, da tremori, contratture muscolari,
da irrequietezza motoria, da formicolii, da battito cardiaco accelerato, da una
sensazione di soffocamento.
Attacchi di panico
Si verificano crisi di terrore non scatenate da alcuna particolare situazione,
così "a ciel sereno", L'alcol, in questi casi, funge da calmante, procura un temporaneo
sollievo tanto che questi pazienti non affrontano certe situazione senza prima
aver bevuto qualcosa.
Disturbi della personalità
Causati essenzialmente da un atteggiamento troppo rigido, non adattivo che causa
una significativa compromissione nei rapporti sociali e lavorativi, sono di frequente
associati all'abuso di alcol.
Disturbo antisociale
Le persone che hanno un comportamento irresponsabile e antisociale, che non accettano
le regole, anzi tendono a infrangerle volutamente, assumono spesso l'alcol e ne
abusano, questo proprio per identificarsi in un modello di vita antisociale e
quindi ricco di elementi come la rissosità, la promiscuità o l'aggregazione in
bande; in genere appartengono a questa categoria i giovani al di sotto dei 30
anni incapaci di sostenere un'attività lavorativa stabile e continuativa, irritabili
e aggressivi. Questa particolare situazione presenta una certa familiarità, infatti
è possibile ereditare dall'ambiente familiare la predisposizione al disturbo e
la tendenza all'etilismo.
La timidezza
In alcuni soggetti giovani la timidezza, il timore di un giudizio negativo, il
disagio sociale, le insicurezze sono i punti di partenza per l'abuso di alcol,
che ha, per loro, una funzione di facile conforto. A questa categoria appartengono
quegli alcolisti chiusi e introversi, che trovano nell'alcol il coraggio per esprimersi,
per farsi valere, per manifestare quanto è represso, per partecipare alla vita
rimanendo comunque in disparte.
Altri disturbi
Ci sono persone che bevono perché si sentono sempre in uno stato di tensione
elevato, generato dal timore, immotivato, di essere sfruttati o danneggiati, mentre
altri bevono perché sono troppo sottomessi e dipendenti, indecisi e a disagio
di fronte alle critiche. Facilmente predisposti all'alcol sono le persone sempre
alla ricerca di attenzioni, di lodi, di rassicurazioni, di compagnia e incapaci
di tollerare le frustrazioni. Il soggetto narcisista, che va incontro a crisi
di rabbia e a umiliazioni non espresse, che ha una grande autostima, tendenzialmente
rifugge l'alcol, ma saltuariamente incorre in eccessi alcolici.
La psicoanalisi nella valutazione dell'etilismo, oltre a basarsi sulle considerazioni di carattere
psicologico e comportamentale, si avvale di test psicometrici, di test di personalità e di test di efficienza. Tutto questo può essere utile soprattutto nel primo approccio terapeutico e
anche per una valutazione oggettiva dei cambiamenti che una persona fa nel tempo
con eventuali progressi o regressi.
Alcol e fattori socio-ambientali
Il fenomeno dell'alcolismo è sicuramente influenzato da fattori ambientali, professionali,
culturali ed economici. Esiste una correlazione tra l'ambiente in cui si vive e il bere, per esempio nelle zone a produzione vinicola il consumo di alcol è essenzialmente
sottoforma di vino, nelle zone urbanizzate si bevono birra e distillati. Comunque
deve essere considerato anche come il comportamento delle persone nei confronti
della bevuta eccessiva sia diverso tra la campagna e la città.
Alcune professioni possono indurre più di altre all'abuso alcolico:
Il lavoro contadino, che per tradizione attribuisce all'alcol qualità energetiche e protettive,
facilmente stimola il consumo eccessivo.
La pronta disponibilità di bevande alcoliche, come accade ai produttori, ai viticoltori, ai distillatori etc., può indurre al consumo eccessivo.
La fatica, i ritmi elevati di lavoro, la monotonia o la scarsa valorizzazione
del lavoro sono situazioni che aiutano a giustificare un grande consumo di alcolici.
Sembra che gli addetti ai bar, i commessi viaggiatori, i rappresentanti e persone che per
lavoro sono a contatto con il pubblico siano particolarmente esposti al rischio, non potendo rifiutare un bicchierino
offerto.
La condizione socioeconomica influisce sulla condizione di alcolismo sia direttamente
per la scarsità di mezzi economici necessari per una vita dignitosa e soddisfacente,
sia per la difficoltà a trovare realizzazioni personali. Bisogna però considerare
che l'alcolismo nelle classi sociali più agiate sovente viene occultato e viene
curato in cliniche private specializzate ed estremamente riservate.
Alcol e cultura
Per analizzare l'influenza della cultura nei confronti della condotta alcolica,
è opportuno suddividere in 4 modelli la varie culture.
La cultura dell'astinenza: è caratterizzata dalla proibizione assoluta, per motivi religiosi o di tradizione, di bere alcol e la disubbidienza a questo
principio è un'infrazione grave. e passibile di condanna .Questo succede nei paesi
musulmani, di religione induista, tra i mormoni, dove il bere è un fenomeno raro,
ma esiste comunque il bere clandestino come mezzo di ribellione, Negli ultimi
anni anche in queste popolazioni l'alcolismo sta diventando un problema piuttosto
rilevante, soprattutto fra i giovani.
La cultura ambivalente: caratterizzata dal forte contrasto tra la valorizzazione del non bere e la disapprovazione
totale del bere, è rappresentata, per esempio, dal modello statunitense. In questa
cultura viene prodotta la bevanda alcolica, venduta e celata in un sacchetto,
che assume l'aspetto di un marchio di vergogna e di uno strumento di colpevolizzazione.
Gli Irlandesi, per esempio, disapprovano l'alcol, ma considerano la capacità di
reggerlo come un segno di virilità e di resistenza.
Nella cultura permissiva esistono delle norme che regolano l'assunzione di alcol, infatti si beve durante
le feste, le cerimonie, durante i pasti, ma con limiti di orario e di quantità.
Esiste una certa intolleranza nei confronti dell'ubriachezza e del comportamento
correlato al bere smodato. In questa cultura si colloca quella italiana, spagnola,
portoghese ed ebraica, dove l'alcolismo è variabile in rapporto ai controlli che
ne limitano l'eccesso. Alcuni sostengono che dove i divieti sono meno forti, i
casi di alcolismo siano meno numerosi.
La cultura ultrapermissiva è caratterizzata da un atteggiamento favorevole nei confronti dell'alcol. E'
tollerato ubriacarsi in pubblico, tranne nei casi in cui ci siano comportamenti
violenti o sessualmente aggressivi. La Francia appartiene a questo tipo di cultura,
in cui si accetta l'ubriachezza pubblica, ma si viene a creare una situazione
caratterizzata da una maggiore incidenza dei problemi correlati con l'alcol.
Da recenti studi è emerso che la popolazione italiana presenta in grande maggioranza
bevitori asintomatici, cioè che non presentano nessun problema alcolcorrelato
e un basso numero di alcoldipendenti. Gli italiani educano i figli all'uso moderato
dell'alcol, incoraggiando il bere durante i pasti e in famiglia e tendenzialmente colpevolizzano l'ubriachezza. Nei paesi
anglosassoni invece tendono a dissuadere gli adolescenti dal bere, ma poi apprezzano
orgogliosamente la capacità del maschio di sopportare bene grosse quantità di
alcol.
Oltre a questi diversi modelli culturali, bisogna tener conto del valore che viene dato all'alcol. In alcuni paesi, come l'Italia, l'alcol è considerato come un dissetante e
un nutrimento, mentre in altre culture ha un valore di euforizzante. Purtroppo
tali tendenze culturali stanno prendendo piede anche nel nostro paese. Questa
valenza diversa determina profonde differenze in termini di controllo culturale
sui consumi di alcol: infatti, se si beve per dissetarsi, il consumo di alcol
termina quando la sete è soddisfatta e il controllo della quantità è in parte
affidato alla natura, mentre se la ragione del bere è la ricerca dell'euforia
che questo può produrre, si pone il problema di regolare l'uso della sostanza
che ha sicuramente effetti tossici.
L'uso di alcol è per tradizione e cultura sempre stato di prerogativa maschile,
mentre il consumo femminile è sempre stato correlato a credenze e condanne, basta
ricordare la credenza una volta diffusa, dell'acidificazione del vino se toccato
da una donna in periodo mestruale. Addirittura la pubblicità attribuisce a certe
bevande, come per esempio gli amari, caratteristiche di forza e di virilità, Inoltre
l'alcol, nelle culture occidentali, è sinonimo di forza tanto che una persona
viene considerata tanto più potente quanto meglio lo regge e l'astemio scatena
spesso idee di diversità del tipo "se sei un uomo devi bere". Viene classificato
socialmente anche il tipo di bevanda bevuta, diminuisce infatti il consumo del
vino, collegato al ceto contadino, e aumenta l'uso del superalcolico per evidenziare
il distacco generazionale tra il padre e il figlio evoluto, che beve liquori in
discoteca o al bar. Il bevitore di birra è considerato il più gioviale e il più
buono e la sua figura spesso è collegata alla persona obesa e gioviale. La birra
e il vino sono associati a un modo di bere in compagnia tra canti e risate, mentre
il superalcolico rappresenta un modo di bere solitario, nevrotico e triste. Al
gesto del bere sono collegati valori socializzanti, e i luoghi del bere sono visti
come luoghi di incontro nei quali è possibile sviluppare e mantenere solidarietà
fra le persone. Tutti questi principi folcloristici e culturali accompagnano il
bere e fanno di questo un uso comunemente accettato dalla società: non possono
essere considerate come cause di alcolismo, ma sicuramente possono favorire e
incrementare il consumo e l'abuso di bevande alcoliche.
Pubblicità
E' opinione condivisa da molti che la pubblicità incida notevolmente
sul consumo di alcol, soprattutto nei paesi con forti interessi in questo settore,
dove la spesa per la pubblicità è nettamente superiore a quella destinata alla
lotta contro l'alcolismo. I messaggi sono rivolti specialmente ai giovani e alle
donne, tanto che su riviste prettamente femminili c'è stato un aumento della pubblicità
specialmente nei confronti di birre e di superalcolici. La pubblicità tende a
proporre nuovi valori nell'uso delle bevande alcoliche facendo ricorso a modelli
di comportamento come l'associazione simbolica di alcol e ricchezza, di alcol
e sesso o di alcol e salute. Naturalmente questi messaggi hanno azione soprattutto
sul debole, che ha bisogno di un esempio con il quale rapportarsi e a cui ispirarsi
e che può così diventare un potenziale alcolista.
La sovrabbondanza e il prezzo accessibile a molti delle bevande alcoliche in
commercio sono un incentivo al loro consumo, inoltre anche l'acquisto nei grandi
centri commerciali in modo anonimo contribuisce in parte a stimolare l'uso dell'alcol.
La famiglia
La famiglia sembra avere un ruolo importante nell'alcolismo maschile, soprattutto
quando c'è un padre alcoldipendente. L'alcolismo femminile non è necessariamente
collegato a un padre con il problema dell'alcol, piuttosto basta una figura paterna
autoritaria, iperprotettiva, severa e che mostri una esagerata predilizione per
la figlia a spingere una donna, con un bere già problematico, ad eccedere. Si
può pensare che nell'infanzia si determini una predisposizione, una potenzialità
che potrebbe concretizzarsi oppure non emergere mai in età adulta, a seconda dell'entità
dei conflitti e dei fattori esterni. Il maschio alcolista cresciuto in un nucleo
familiare di questo tipo cerca la moglie iperprotettiva e più anziana in grado
di dargli un rapporto di tipo materno. La donna spesso sposa un bevitore, pur
sapendolo prima, nel tentativo di riprodurre la schema familiare già vissuto e
convinta di poterlo correggere.
In un figlio di genitori alcolisti gli esiti e le conseguenze sullo sviluppo sono di varia natura e molteplici,
riassumibili in:
problemi di identificazione, di socializzazione e di scarso adattamento in adolescenza
disturbi della propria immagine con manifestazioni a volte di natura fobica, ipocondriaca o isterica
disturbi di elaborazione dell'aggressività, che può essere portato, in età adulta, a scaricare in modo diretto o indiretto
e a smorzare questa inconciliabile situazione di ambivalenza, bevendo in eccesso
disturbi dell'affettività per il messaggio contrastante e confuso dato dal padre a livello di affetto
che spesso porta ad un'alleanza con la madre e a una dipendenza, quando lei è
possessiva, o a una crescita rapida e anomala nella fase evolutiva, quando lei
lo spinge a diventare grande velocemente.
Conclusioni
Le cause che generano il fenomeno dell'alcolismo sono veramente molte, tanto
che risulta impossibile stabilire con certezza fattori causali predisponenti più
di altri. Certamente esiste un'insieme di più fattori socioculturali e psicologici alla base del problema.
Su questi interviene poi l'effetto della sostanza, che costituisce il terzo elemento
di grande importanza nel decidere di continuare a bere. L'alcol può essere considerato come il mezzo per sostituire o prolungare una
situazione carente, può essere il mezzo per sentirsi disinibiti, euforici, tranquilli,
per non sentire dolore, per socializzare meglio o perché è un uso comune. I motivi
che inducono una persona a bere sono diversi e contrastanti fra di loro, dipendenti
esclusivamente dalla propria personalità. Unica condizione costante è che l'uso
continuato di alcol induce una diminuzione delle capacità mentali e razionali
di una persona sfociando nel tempo in una vera e propria modificazione dell'Io.
Il senso di critica cala, il controllo diminuisce e si accentua l'incapacità ad
uscire dalla dipendenza e i vuoti che l'alcol crea nello stesso tempo li riempie.
L'alcolismo cronico ruba insomma tutte le caratteristiche di una persona, facendola
regredire sino ad acquisire significativi comportamenti infantili come la ricerca
di una continua soddisfazione e la passività. Questo processo accomuna gli alcolisti, che arrivano ad assomigliarsi tutti,
proprio per l'effetto di spersonalizzazione determinato dalla sostanza.Il processo
di alcolismo si basa su 3 punti essenziali:
l'alterazione delle percezioni ambientali del soggetto determinate dall'alcol
il soggetto modifica l'ambiente sia direttamente che indirettamente
l'ambiente influisce sulla persona e gestisce l'attrazione nei confronti dell'alcol
Unico modo certo per uscire da questa grossa dipendenza è l'intervento terapeutico
mirato a valutare e ad affrontare tutti e 3 questi fattori che si influenzano
fra di loro, si rinforzano fino a causare l'alcolismo.
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