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L'ALITOSI |
A cura di Anna Paola Tortora, in collaborazione con il
Prof. Saverio Giovanni Condò, Università di Roma Tor Vergata |
L’alitosi è un disturbo che si manifesta mediante l’emissione di un odore sgradevole in
fase di espirazione o fonazione. Non esiste distinzione tra quello comunemente
identificato come “alito cattivo” e l’alitosi, piuttosto è più corretto parlare
di differenti origini del disturbo. Varie sono le cause che determinano l’alitosi:
essa infatti è molto diffusa e – contrariamente all’opinione comune – la sua origine
è quasi sempre nella bocca.
L’alitosi può essere transitoria o permanente ma la differenza tra le due forme
è determinata unicamente dalle cause che provocano l’alito cattivo. È scorretto
quindi operare una distinzione tra alito cattivo occasionale (ad esempio dopo
un pasto a base di cibi che comunemente conferiscono un odore poco piacevole all’alito)
e alitosi determinata da problemi dell’apparato digerente o della bocca.
Si tratta comunque di un fenomeno molto diffuso: essa interessa infatti circa
il 50% della popolazione. Di alitosi si parla poco generalmente poiché, oltre
a rappresentare un ingombrante disturbo per chi ne è affetto, è una patologia
che trascina con sé anche una problematica sociale. Essa infatti tende ad avere
ripercussioni negative sulla vita interpersonale di chi ne soffre: il soggetto
affetto da alitosi tende a provare imbarazzo e a penalizzare la socializzazione.
In realtà però la maggior parte delle persone che presenta alitosi non si rende
conto di soffrire di questo problema.
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Nel 90% dei casi l’alitosi è determinata da problematiche del cavo orale. La
maggior parte dell’alitosi è generata dai batteri in esso presenti: una persona
può per esempio avere una bocca sana e nonostante questo soffrire di alitosi.
Una delle cause più frequenti è la presenza di residui di cibo tra i denti e la loro successiva trasformazione metabolica da parte dei batteri presenti
nel cavo orale. La superficie posteriore della lingua, la placca dentale, i denti
affetti da lesioni cariose, con polpa necrotica esposta o con restauri imperfetti (capsule o ponti), sono
i luoghi dove si deposita una elevata quantità di batteri responsabili dell’alito
cattivo.
In bocca l’uomo ha circa 700 specie batteriche, utili nel processo di digestione,
che sono in equilibrio tra di loro e proteggono l’organismo da agenti molto pericolosi
come virus o batteri patogeni. Una parte di questi batteri ha sede nella saliva;
essi vengono definiti fluttuanti. La maggior parte dei batteri presenti nella
bocca forma la placca e utilizzano i cibi che l’uomo ingerisce per sopravvivere.
Per esempio, dopo aver mangiato carne i batteri presenti nella bocca scindono
le proteine in amminoacidi (molti di questi contenenti zolfo) e durante questo
processo vengono liberate delle sostanze volatili minuscole, detti mercaptani, che hanno un odore sgradevole. In generale tutti i composti solforati prodotti
dal metabolismo dei batteri sono alitogeni, cioè producono alito cattivo. In totale
sono un centinaio le sostanze – originate allo stesso modo – responsabili dell’alitosi,
la maggior parte è però rappresentata dai composti volatili dello zolfo (VSC).
La persona che non cura sufficientemente la propria igiene orale è più soggetta
ad alitosi. Pulire i denti non è sufficiente, però, poiché la maggior parte dei
batteri responsabili dell’alito cattivo hanno sede sulla lingua: detergerla con
il pulisci lingua è un modo di contrastare il fenomeno. Chi soffre di alitosi,
deve utilizzare prodotti adatti: collutori ad esempio. Essi contengono antisettici
che contrastano i batteri e la loro riproduzione; in particolare i prodotti specifici
contro l’alitosi contengono sali di zinco, in grado di annientare l’azione dei VSC: lo zinco lega le molecole dei composti
volatili (molto piccole) che, andando a formare un elemento più pesante, cessano
di fluttuare nella bocca e, depositandosi, di produrre cattivo odore. Altro consiglio
è utilizzare il filo interdentale.
La stessa gengivite – responsabile di alitosi – è causata dall’accumulo di batteri (placca) nel
solco gengivale: essa provoca infiammazioni più o meno gravi oltre a conferire
alito cattivo al soggetto che ne soffre. I batteri che si accumulano nelle gengive
sono batteri che possono sopravvivere in assenza di ossigeno (anaerobi) e producono molte delle sostanze volatili maleodoranti responsabili dell’alitosi.
Questi batteri sopravvivono bene anche in ambienti acidi: ecco spiegato perché
il caffè (come tutte le altre bevande o sostanze acide) tende a conferire un cattivo
odore all’alito di chi lo beve.
Esistono anche alitosi di tipo psicologico: il paziente è convinto che il suo
alito abbia un cattivo odore quando invece non è così (pseudoalitosi). Lì è compito dell’odontoiatra o dell’igienista dentale convincere il soggetto
che non sia così. Se la problematica continua allora il problema è psicologico
(alitofobia).
L’alitosi può essere combattuta eliminando la causa che la determina e per questo il primo passo per affrontarla è classificarla in base alla percezione di essa da parte del paziente e di ciò che la genera.
Riassumendo, le cause dell’alitosi possono essere:
• Intraorali: ovvero le cause dell’alitosi sono dentro la bocca. Possono essere determinate
da colonizzazione batterica del cavo orale come una patina sulla lingua o una
parodontite cronica. Responsabili dell’alitosi possono essere anche infezioni
orali acute.
• Extraorali: Infezioni nasali e faringee, condizioni respiratorie o gastro-intestinali o
condizioni metaboliche, tumori;
• Transitorie: l’alitosi può essere determinata da particolari cibi e abitudini alimentari
o da alcol e tabacco.
Alcol e fumo peggiorano l’alitosi. Lo schema mostra inoltre che esistono cibi che possono
favorire la comparsa del disturbo: alcuni alimenti tendono ad aumentare l’alitosi
cosiddetta “transitoria” sia per l’odore che hanno ma anche perché essi, una volta
metabolizzati (digeriti) rilasciano dei composti maleodoranti che al termine del
processo di digestione vengono assorbiti dall’intestino, rilasciati nel circolo
sanguigno e successivamente espulsi dai polmoni mediante il processo di respirazione.
I cibi che determinano la comparsa dell’alitosi sono vari:
• Latticini (latte, formaggio, yogurt, gelato, ecc.): sono i cibi maggiormente responsabili
dell’alito cattivo. Per molti, poi, le proteine presenti in essi non sono digeribili
per l’insufficiente numero di enzimi necessari per metabolizzarle (lattosio);
• Cipolle e aglio: conferiscono all’alito un cattivo odore sia nell’immediato ma anche successivamente,
poiché le componenti responsabili dell’alitosi entrano nel circolo sanguigno successivamente
alla digestione e vengono poi espulse dai polmoni;
• L’alcool: le bevande alcoliche riducono la salivazione e per questo peggiorano l’alitosi;
• Zucchero: è un carburante per i batteri responsabili del disturbo;
• Il caffè (sia normale che decaffeinato): è una bevanda acida e favorisce la riproduzione
rapida dei batteri.
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Come si diagnostica l’alitosi
Lo sniff test è un metodo soggettivo per valutare la presenza o meno di alito
cattivo. Uno strumento più specifico è l’halimetro, un macchinario che indica la concentrazione dei VSC nell’alito della persona
che si sottopone all’esame. Un altro dispositivo, Oral Chroma, permette una determinazione
migliore dei composti che provocano alitosi; è uno strumento piuttosto sofisticato
e sono pochi i presidi in italia dove è possibile sottoporsi a questo esame. Di
prossima commercializzazione infine sono dei kit di autoanalisi da comprare in
farmacia.
Terapia
La terapia per combattere l’alitosi è risolvere il problema che la causa. Nei
casi in cui l’alitosi non abbia origine nella bocca, il paziente dovrà sottoporsi
ad ulteriori esami. Quando l’alitosi è generata da problematiche dell’apparato
respiratorio o digerente, diabete o altre patologie più gravi, è necessario curare
la malattia che determina l’alito cattivo per sconfiggerlo.
Poiché però, come detto, il 90% delle volte l’alitosi ha origine nella bocca,
il primo passo per affrontare il disturbo è curare l’igiene orale. Lavare i denti
almeno due volte al giorno, utilizzare strumenti specifici come il filo interdentale
e il pulisci lingua, per eliminare meccanicamente le componenti responsabili del
cattivo odore, e utilizzare dentifrici e collutori specifici in grado di neutralizzare
chimicamente l’azione dei VSC. Non tutti i prodotti sono uguali, alcuni possono
addirittura peggiorare il problema poiché aumentando l’acidità della bocca creano
un ambiente favorevole alla vita dei batteri anaerobi responsabili dell’alitosi.
Primo passo quindi è recarsi dal dentista o dall’igienista dentale che, dopo aver
individuato la causa dell’alitosi, dovrà provvedere a sconfiggerla.
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