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L’ARTRITE REUMATOIDE |
A cura di Ugo Perugini |
Le cause dell’artrite reumatoide
Non sono ancora conosciute le cause dell’artrite reumatoide , sebbene sappiamo che il sistema immunitario gioca un ruolo determinante nello scatenare questo tipo di infiammazione e i danni che ne conseguono. Il sistema immunitario, infatti – che in condizioni normali è una difesa del corpo contro l’aggressione di sostanze estranee (batteri, virus, ecc.) – per motivi ancora non chiariti, in certe circostanze comincia a produrre anticorpi (detti autoanticorpi ) che attaccano le strutture articolari sane e altri organi. In questa reazione immunitaria vengono coinvolte moltissime cellule e sostanze ma gli elementi fondamentali sono i linfociti T, la cui attivazione determina a cascata la secrezione di sostanze infiammatorie (interleuchine, TFN o Tumor Necrosis Factor e altre)
Come si sviluppa il processo infiammatorio delle articolazioni
Un’articolazione normale è circondata da una capsula che la protegge, il cui interno è rivestito da una pellicola sottile molto vascolarizzata – detta membrana sinoviale – che produce un liquido – liquido sinoviale – che ha lo scopo di nutrire e lubrificare la struttura articolare stessa. Quando sopraggiunge la malattia, alcune cellule – dette immunocompetenti – invadono la membrana sinoviale e rilasciano diverse sostanze, tra cui enzimi, anticorpi (il cosiddetto fattore reumatoide) e chitochine , che depositandosi nel tessuto sinoviale, attaccano i tessuti delle articolazioni, e provocano l’infiammazione (sinovite). Questo processo infiammatorio provoca una produzione sovrabbondante di liquido con conseguente tumefazione e gonfiore. L’aumento di volume della membrana dà origine al cosiddetto panno sinoviale che erode e distrugge la cartilagine che riveste i capi ossei e l’osso sottostante, causando un danno permanente. Nei casi più gravi, infatti, il panno sinoviale, oltre a distruggere la levigatezza dei capi articolari creando difficoltà e limitazione dei movimenti, arriva a saldarsi tra le due superfici cartilaginee adiacenti, bloccandole completamente, tanto da far scomparire l’articolazione (anchilosi ).
Una malattia multifattoriale
Secondo alcuni studiosi tra le cause dell’artrite reumatoide potrebbero concorrere
fattori ambientali in grado di contribuire a scatenare, in una struttura genetica predisposta,
questa patologia: si parla di infezioni virali o batteriche (Epstein-Barr virus
o Cytomegalovirus) ma finora senza precise conferme. In ogni caso, si deve escludere
che sia contagiosa.
L’artrite reumatoide ha anche una componente ereditaria , in quanto alcune ricerche sul sistema di istocompatibilità umana, cioè l’insieme
dei geni di un individuo, ha permesso di dimostrare che le persone con un consanguineo
affetto da questa malattia hanno una probabilità 4 volte maggiore di contrarla.
Alcuni ricercatori ipotizzano tra le cause della malattia anche fattori ormonali , considerato che le donne risultano più esposte e che, ad esempio, durante
la gravidanza, l’artrite reumatoide migliora nel 75/80% dei casi, tanto che il
parto può avvenire in condizioni normali senza problemi per il nascituro. È evidente
che la gravidanza in una donna affetta da questa patologia va programmata per
tempo al fine di sospendere la terapia farmacologia in atto sia sintomatica che
di fondo. Sospensione terapeutica vivamente consigliata anche nella fase di allattamento
in quanto la maggior parte dei farmaci assunti viene assorbita dal bambino.
I sintomi della malattia
Si tratta di una patologia nella maggioranza dei casi silenziosa e insidiosa
che solo con il passare del tempo manifesta un progressivo ed evidente coinvolgimento
delle articolazioni. In altri casi, al contrario, può avere un esordio acuto con
interessamento simultaneo di più articolazioni. I suoi sintomi e il suo decorso variano comunque da persona a persona . E spesso cambiano, per lo stesso paziente, di giorno in giorno. Questi aspetti
talora ostacolano una diagnosi precoce e un’altrettanto precoce terapia che sono
i fattori fondamentali che permettono di sconfiggere la malattia.
Il segno più indicativo dell’artrite reumatoide è naturalmente il dolore – accentuato dal movimento e dal carico – di tutte le articolazioni infiammate, che appaiono calde, gonfie (edema, tumefazione), tese, rosse e, soprattutto, difficili da muovere. Questi segni fisici dell’artrite sono dovuti all’infiammazione del rivestimento delle articolazioni che porta all’ispessimento sinoviale. Tipico è il coinvolgimento simmetrico delle piccole articolazioni delle mani e dei piedi, dei polsi, dei gomiti e delle caviglie. Anche se queste manifestazioni possono verificarsi a carico di qualsiasi altra articolazione.
Il paziente di solito riscontra, alla mattina appena alzato o dopo un lungo periodo di inattività, una certa rigidità degli arti che può durare anche per una mezz’ora. Possono anche essere presenti segni di malessere pomeridiano e di affaticamento (astenia), febbricola, oltre a perdita di appetito e forme di anemia.
È possibile che si sviluppino, inoltre, noduli reumatoidi sottocutanei, non dolenti, sopra l’area dell’osso sottoposto a pressione. Ma in genere non si tratta di una manifestazione precoce. Ciò capita più di frequente attorno al gomito ma può svilupparsi in qualsiasi altra parte del corpo come sulle dita della mano, sulla spina dorsale e sui piedi. Come esito finale della patologia, sono tipiche le deviazioni delle dita a causa di una lussazione dei tendini estensori delle articolazioni del metacarpo.
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Diagnosi dell’artrite reumatoide
L’artrite reumatoide può essere difficile da diagnosticare nelle sue fasi iniziali,
soprattutto perché non esiste un esame in grado di individuarla con sicurezza.
Lo stesso fattore reumatoide – l’anticorpo presente nella maggioranza dei casi di questa malattia, che può
essere scoperto con un semplice esame del sangue (Ra test più noto come reuma
test e Waaler-Rose) – è riscontrabile anche in altre patologie e in una certa
percentuale di soggetti sani.
I sintomi, inoltre, cambiano da persona a persona e possono essere simili a quelli
di altri tipi di artrite o malattie articolari. Può passare, quindi, diverso tempo
prima che la si possa diagnosticare con certezza. Inoltre, l’ampia casistica di
sintomi si sviluppa nel tempo e solo pochi di essi sono presenti già dalle prime
fasi della patologia. La prassi medica in genere segue la seguente procedura per
diagnosticare la malattia ed escludere patologie diverse.
Trattamento dell’artrite reumatoide
Sono diversi e articolati i trattamenti utilizzati per affrontare questa malattia ma gli scopi principali sono quelli di:
L’approccio terapeutico si articola secondo i seguenti interventi:
La terapia farmacologia sintomatica ha lo scopo di controllare il dolore e ridurre il fenomeno infiammatorio. In questa categoria, si possono distinguere tre tipi di farmaci.
La terapia farmacologia di fondo (DMARDs, cioè Disease-modifying anti-rheumatic drugs) comprende due tipi di farmaci reumatici che, contrariamente ai farmaci antinfiammatori, possono diminuire l’aggressività della malattia e provocarne una sua remissione. Possono essere usati per più lungo tempo e hanno una notevole efficacia nella terapia del dolore. Essi sono i seguenti:
La ricerca sui farmaci biologici, comunque, non si ferma. Recentemente (giugno 2005) sono stati presentati i risultati promettenti su uno studio relativo a due nuovi farmaci biologici: il rituximab e l’abatacept. Il primo nato come antitumorale che agisce sul sistema immunitario e l’altro che inibisce l’azione dell’interleuchina.
Fino a qualche tempo fa l’approccio all’artrite reumatoide era gradualista. Oggi, è sempre più frequente cercare di aggredire subito l’insorgere della patologia con la terapia di fondo , che sarebbe in grado, oltre che di rallentare l’evoluzione della malattia, anche di limitare notevolmente i danni articolari.
Dal momento che la terapia farmacologia ha l’effetto generalizzato di ridurre le difese immunitarie, il paziente può andare facilmente incontro a infezioni. Superfluo, quindi, aggiungere che tutti i farmaci devono essere prescritti sempre da medici specialisti , dopo aver verificato che i pazienti risultino idonei alle terapie, in base alle loro rispettive condizioni cliniche e ai possibili effetti collaterali.
Corretto stile di vita
I malati di artrite reumatoide devono equilibrare nel modo migliore riposo ed esercizio , alternandoli in relazione alle diverse fasi della malattia. Il riposo aiuta a ridurre l’infiammazione delle articolazioni e il dolore ma sono preferibili brevi periodi di riposo che lunghi periodi trascorsi a letto.
L’esercizio fisico – che può consistere in movimento ritmico, ginnastica passiva e rilassante in acqua, ginnastica posturale, stretching, ecc. – è importante per mantenere sani e forti i muscoli, preservare la mobilità delle articolazioni, mantenendole flessibili. L’esercizio, inoltre, può aiutare il paziente a dormire meglio, a conservare un atteggiamento positivo, oltre che a ridurre o controllare il proprio peso. Il che è utile per non sovraccaricare le articolazioni e favorire una buona funzione cardiocircolatoria.
Anche nel caso di questa patologia, si può raccomandare la dieta mediterranea che avrebbe effetti protettivi, in quanto povera di grassi animali e ricca di vitamine e fibre. Mentre decisamente sconsigliato è l’uso di alcolici perché possono interferire con l’assunzione di alcuni farmaci, in particolare il methotrexate.
Per quanto riguarda il clima più favorevole ai malati di artrite reumatoide, l’argomento è ancora controverso, seppure ci si trovi d’accordo sulla necessità di evitare l’esposizione al sole e ad altre fonti di calore (acque calde termali, ecc.) per non peggiorare l’infiammazione articolare.
Riabilitazione
Il programma di riabilitazione va concordato con il reumatologo, il fisiatra o il fisioterapista, e ha lo scopo di attivare psicologicamente il paziente affetto dalla malattia perché reagisca al dolore, conservi la propria capacità articolare, il tono e il trofismo muscolare, e recuperi il più possibile la propria autonomia, senza che ne abbia a soffrire la qualità della sua vita. È evidente che la riabilitazione può avvenire solo nella fase di remissione della malattia e prevede diversi tipi di interventi tra i quali segnaliamo:
Chirurgia
L’intervento chirurgico in caso di artrite reumatoide si rende necessario qualora il danno alle articolazioni stia causando gravi limitazioni funzionali oppure ci si trovi di fronte a una sintomatologia dolorosa che non può essere controllata attraverso i farmaci.
Prima di decidere l’intervento è necessario che il medico valuti con attenzione lo stato di salute complessivo del paziente, le condizioni dell’articolazione, dei tendini e dei tessuti sui quali si deve intervenire, valutando le sue aspettative e il rapporto rischio/beneficio che ci si attende. Gli interventi chirurgici praticabili possono riguardare operazioni di ricostruzione delle articolazioni (artroprotesi), dei tendini (soprattutto quelli delle dita delle mani) o di sinoviectomia per rimuovere il liquido sinoviale infiammato.
Bibliografia
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