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LE LINEE GUIDA PER IL DIABETE NEI BAMBINI |
A cura di Francesca Soccorsi |
Diabete di tipo 2: ora anche i bambini hanno le loro Linee guida
L'American Academy of Pediatrics, considerato il costante aumento dei casi di
diabete di tipo 2 (quello che fino a qualche anno fa colpiva quasi esclusivamente la
popolazione adulta) tra bambini e adolescenti, ha delineato le prima Linee guida
a misura dei più piccoli che, anche in Italia, potranno servire per affrontare
al meglio questa patologia. Il fenomeno, infatti, non riguarda solo gli Stati
Uniti, ma da qualche tempo ha assunto proporzioni eclatanti anche nel Vecchio
Continente, Italia compresa: in Europa è proprio l'Italia ha detenere la 'maglia
nera' quanto a numero di casi.
Cause
Secondo i dati del Ministero della Salute nel nostro Paese è in sovrappeso il 23% dei bambini fra gli 8 e i 9 anni e obeso l'11%. E proprio questa è la condizione predisponente per lo sviluppo del diabete
di tipo 2. In Italia ogni 10 bambini ai quali viene diagnosticato il diabete,
due hanno proprio questo tipo. Il principale indiziato, dunque, è lo stile di
vita, in particolare alimentazione scorretta e abitudini sedentarie. Tra i nostri
bambini sono molto diffuse errate consuetudini alimentari: il 9% non fa colazione
e il 33% la fa in maniera inadeguata, uno su quattro non mangia ogni giorno frutta
e verdura, circa il 50% consuma regolarmente soft drink zuccherati e alimenti preconfezionati. E tutta da cambiare è anche l'organizzazione del tempo libero: un bambino su
due ha la televisione in camera da letto e trascorre molte ore davanti a computer
e videogiochi, mentre uno su cinque pratica sport per non più di un’ora a settimana.
Comportamenti che si riscontrano in generale nella popolazione giovanile, non
solo di casa nostra.
Le Linee guida
L'obiettivo delle Linee guida è intervenire proprio sullo stile di vita, modificandolo
radicalmente.
L'invito, rivolto ai più piccoli (ma, soprattutto, ai loro genitori) è di:
- Consumare tutti i giorni frutta e verdura fresche in abbondanza;
- Adottare una dieta variata che contenga nelle giuste proporzioni tutti i principali
nutrienti;
- Ridurre l'apporto calorico giornaliero;
- Evitare un'alimentazione troppo ricca di grassi, in particolare quelli di origine
animale;
- Non saltare mai la prima colazione;
- Limitare il consumo di merendine, piatti pronti, cibi confezionati;
- Bere acqua e succhi di frutta freschi, riducendo drasticamente l'assunzione
di bevande gassate e zuccherate;
- Fare sport almeno due volte alla settimana, possibilmente all'aria aperta.
In particolare è soprattutto l'esercizio aerobico a essere considerato alla stregua
di una vera e propria medicina preventiva: camminata a passo veloce, bicicletta,
corsa, atletica, sci, nuoto, ma anche il semplice fare le scale. Queste discipline
servono a ridurre il peso, in particolare la massa grassa addominale, a migliorare
l’efficienza del sistema cardiovascolare e il controllo metabolico. I risultati
migliori si ottengono combinando esercizi aerobici e di resistenza, per allenare
la muscolatura;
- Dedicare al massimo un'ora al giorno a televisione, computer e giochi elettronici:
ridurre la sedentarietà di 90 minuti al giorno è un vero toccasana.
Il piano nazionale
Anche l'Italia, dopo aver risposto alla risoluzione del Parlamento Europeo che
invitava gli Stati membri a dotarsi di strumenti per far fronte alla pandemia
del diabete, ha il suo Piano Nazionale, a distanza di 26 anni dalla legge 115 del 1987, con la quale per primo il nostro
Paese si è dotato di una legge di indirizzo.
Il numero di persone con diabete è, infatti, in aumento in tutto il mondo e anche
in Italia, non solo nella popolazione adulta. Le cause principali sono l'incremento
del tasso di obesità, la perdita delle tradizioni alimentari (in particolare l'abbandono
della dieta mediterranea), la riduzione dell’attività fisica, l'aumento della
sedentarietà.
Attualmente il numero di italiani con diabete è di circa 3 milioni, con maggiore
prevalenza al Sud e fra le classi meno abbienti. E i rischi per la salute sono
molto elevati.
La prevenzione è lo strumento più efficace per contrastare la diffusione della
malattia e per ridurre i costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Non
a caso è proprio alla prevenzione (alimentazione, correzione degli stili di vita,
orientamento all'attività sportiva) che è dedicato il Piano. Ma esso vuole essere
anche uno strumento di programmazione rivolto agli amministratori e agli operatori
del Servizio Sanitario, al fine di migliorare e ottimizzare le cure di una patologia
tanto diffusa e importante. Il Piano, infatti, definisce i livelli essenziali
di assistenza da assicurare al malato, il finanziamento spettante alle Regioni,
gli standard qualitativi di assistenza, i settori della ricerca biomedica e sanitaria,
i percorsi di formazione del personale sanitario, le strategie diagnostico-terapeutiche,
il ruolo, tutt'altro che secondario, delle Associazioni di Volontariato.
Bibliografia
- American College of Sports Medicine and the American Diabetes Association,
Joint Position Statement: Exercise and Type 2 Diabetes, Medicine & Science in Sports & Exercise 2010;42: 2282-2303.
- Di Loreto C., Fanelli C., Lucidi P., Murdolo G., De Cicco A., Parlanti N.,
Ranchelli A., Fatone C., Taglioni C., Santeusanio F., De Feo P., Make your diabetic patients walk: long-term impact of different amounts of physical
activity on type 2 diabetes. Diabetes Care 2005, n.28.
- Fatone C, Guescini M, Balducci S, Battistoni S, Settequattrini A, Pippi R,
Stocchi L, Mantuano M, Stocchi V, De Feo P, Two weekly sessions of combined aerobic and resistance exercise are sufficient
to provide beneficial effects in subjects with Type 2 diabetes mellitus and metabolic
syndrome, J Endocrinol Invest 2010; 33:489-495.
La cataratta è la malattia oculare più conosciuta nell'anziano, ma ci sono altre patologie che, se non riconosciute e curate in tempo, possono portare alla cecità. Glaucoma e retinopatia diabetica, per esempio, possono essere trattate a seguito di una tempestiva diagnosi fatta...
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