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INSUFFICIENZA RENALE E DIALISI |
A cura del Dr. Massimo Senatore |
Come funziona la dialisi?
Nell'emodialisi, il sangue viene fatto scorrere, grazie ad una linea extracorporea collegata ad una macchina, attraverso un filtro che rimuove scorie ed eccesso di liquidi. Il sangue depurato viene, quindi, restituito al paziente. La rimozione delle pericolose sostanze di rifiuto e dell'eccesso di sale e fluidi aiuta a controllare la pressione sanguigna e mantiene il giusto bilancio organico di ioni, quali potassio (K) e sodio (Na).
Usualmente i pazienti si recano presso il centro di dialisi 3 volte la settimana
per effettuare la seduta dialitica, che dura circa 3-4 ore. Il trattamento può
essere effettuato al mattino, o al pomeriggio o perfino di sera, secondo anche
la disponibilità e la capacità di ogni unità di dialisi.
La seduta dialitica può essere eseguita anche presso il proprio domicilio. Un
membro di famiglia coadiuverà l'operazione in qualità di assistente. La dialisi
domiciliare dona un po' di flessibilità nella programmazione del trattamento ma
attenersi rigorosamente alla prescrizione dialitica è molto importante. Con la
dialisi domiciliare, il tempo di ogni sessione ed il numero delle sessioni per
settimana può variare.
Persino nelle situazioni più ottimali, programmarsi il tempo per effettuare la
dialisi può essere molto difficile tenendo presente che a fine seduta il paziente
emodializzato si sente un po' stanco.
Fare dialisi significa anche cambiamenti nel proprio lavoro e nella vita quotidiana, limitare alcune attività o responsabilità: è una realtà molto difficile sia per il paziente che per la famiglia, ma il medico e l'assistente sociale possono dare un valido aiuto.
Un importante step prima dell'inizio dell'emodialisi è la preparazione dell'accesso vascolare (chiamato fistola artero-venosa o FAV), un sito sul corpo - usualmente l'avambraccio - da cui il sangue viene contemporaneamente rimosso e restituito. Un accesso vascolare dovrebbe essere preparato settimane o mesi prima dell'inizio della dialisi. La FAV permetterà in maniera semplice e molto efficiente prelevare e restituire il sangue senza alcuna complicazione.
Equipe e procedure
Quando si visita un centro di emodialisi, si rimane impressionati dal complicato mix di macchine e personale. Ma una volta che si impara la procedura e si acquisisce familiarità con l'equipe, tutto diventa più confortevole.
Macchina di dialisi
La macchina di dialisi è grande circa quando un grosso televisore. Il "rene artificiale" ha tre principali compiti:
Su di esso viene montato ad ogni seduta un filtro (o dializzatore) particolare,
che è il cuore della macchina. Il filtro è un largo cilindro contenente migliaia
di piccole fibre attraverso le quali passa il sangue da un lato e la soluzione
di dialisi (dialisato) dall'altro lato, in senso opposto. Il dialisato contiene
sostanze chimiche che possono agire come adsorbenti. Il medico nefrologo prescrive
uno specifico dialisato per il trattamento dialitico.
Nella soluzione di dialisi finiscono le scorie ed i liquidi, rimossi dal sangue.
Negli ultimi anni, i ricercatori hanno sviluppato filtri con membrane che permettono
un più rapido allontanamento dei prodotti di rifiuto.
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Insieme all'emodialisi, è oggi disponibile un'altra metodica depurativa nota
come dialisi peritoneale. In questo tipo di dialisi, il sangue viene ripulito
nell'organismo. Il medico si adopererà per inserire un piccolo tubicino di plastica
(catetere) nella cavità addominale da utilizzare come accesso. Durante il trattamento,
la cavità addominale (cavità peritoneale) è lentamente riempita con dialisato
attraverso il catetere. Il sangue, che passa attraverso le arterie e le vene della
cavità peritoneale, cede al dialisato i liquidi in eccesso e le sostanze da eliminare.
Ci sono due principali metodiche di dialisi peritoneali: Continuous Ambulatory
Peritoneal Dialysis (CAPD) and Continuous Cycling Peritoneal Dialysis (CCPD).
La CAPD è il solo tipo di dialisi peritoneale che è eseguita senza macchina.
Si esegue autonomamente, usualmente 4 volte al giorno, in casa propria. Consta
nel caricare il dialisato nella cavità peritoneale attraverso il catetere, nella
sua sosta per circa 4 ore e quindi nel drenaggio. Questa operazione viene chiamata
SCAMBIO. Il tutto si ripete per quattro volte. Con il dialisato nella cavità addominale,
si può stare a casa, svolgere la propria attività lavorativa o andare a scuola.
La CCPD usualmente è eseguita usando una speciale macchina chiamata cycler. E'
simile alla CAPD eccetto per il numero degli scambi, che in questa metodica è
più elevato. Ogni ciclo dura 1-1/2 ora e gli scambi si eseguono durante la notte,
mentre si dorme.
La dialisi esplica parte del lavoro dei reni nativi, ma non cura la malattia
renale. Il trattamento dialitico è una terapia sostitutiva, che dura tutta la
vita fino a quando non si è in grado di effettuare un trapianto renale.
Oggi i pazienti uremici terminali possono scegliere varie metodiche sostitutive dialitiche e nello stesso tempo continuare a lavorare, viaggiare in tutte le stagioni, avere una vita di relazione normalissima e praticare persino dello sport.
La cataratta è la malattia oculare più conosciuta nell'anziano, ma ci sono altre patologie che, se non riconosciute e curate in tempo, possono portare alla cecità. Glaucoma e retinopatia diabetica, per esempio, possono essere trattate a seguito di una tempestiva diagnosi fatta...
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Ci sono delle abitudini, dei piccoli piaceri, che sembrano provocare benessere, ma .... attenzione ! Può essere falso benessere e portare a dipendenza.