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LA PANCREATITE ACUTA |
A cura di Fabio Raja |
Una delle cause che ha contribuito alla scarsa conoscenza del pancreas, risiede
probabilmente nelle difficoltà che si presentavano, sino a pochi anni fa, per
vederlo attraverso i normali esami clinici.
La sua posizione profonda nell’addome, coperto com’è dallo stomaco e dall’intestino,
e la mancanza di una cavità interna (come invece hanno stomaco, colon e vescica)
non hanno consentito di studiarlo con le indagini radiologiche tradizionali, né
con gli esami endoscopici come la gastroscopia.
Solo negli ultimi anni gli scienziati hanno messo a punto dei test, come l’ecografia
e la TC che, pur con alcuni limiti e difficoltà, consentono di osservarne forma,
dimensioni e tutte le eventuali alterazioni.
Un’indagine endoscopica, la cosiddetta Wirsungrafia, inoltre, consente oggi con
l’ausilio di una piccolissima telecamera introdotta dalla bocca e spinta oltre
lo stomaco sino al primo tratto dell’intestino, di vedere il foro attraverso cui
il pancreas versa le sostanze prodotte. Grazie all’iniezione nel condotto di Wirsung
- lo stretto canale che percorre il pancreas da cima a fondo - di un liquido di
contrasto, si può osservare, su di una lastra radiografica, il calco di questo
canale con tutte le sue eventuali anomalie.
La Wirsungrafia, la TAC e l’ecografia sono tecniche d’imaging, che danno cioè,
una rappresentazione, un’immagine, dell’organo, mentre con esami chimici sul sangue
è possibile anche studiare come il pancreas funziona.
Il pancreas è una ghiandola e questo significa, nel linguaggio medico, che è un organo che produce delle sostanze. Il pancreas produce tante sostanze e tutte molto importanti.
Secrezione esterna e interna
Nell’organismo sono presenti moltissime ghiandole. Le ghiandole salivari, così
come quelle sudoripare e le mammelle producono liquidi, saliva, sudore e latte,
che versano all’esterno e perciò sono chiamate a secrezione esterna.
Altre ghiandole, come quelle presenti sulla superficie dell’intestino e dello
stomaco pur non versando i loro prodotti all’esterno, li riversano nella cavità
dello stomaco e dell’intestino che, indirettamente tramite la bocca e l’ano, sono
in comunicazione con l’esterno. Anche queste ghiandole, perciò, sono chiamate
a secrezione esterna.
Altre ghiandole, invece, come la tiroide, versano le sostanze prodotte direttamente
nel sangue e, per questo sono chiamate, a secrezione interna.
Il pancreas è allo stesso tempo una ghiandola a secrezione esterna ed interna ed i medici parlano perciò di pancreas esocrino ed endocrino. La struttura microscopica del pancreas esocrino è molto simile a quella delle
ghiandole salivari, tanto è vero che la parotite epidemica, i comuni “orecchioni”,
interessa le ghiandole salivari che sono davanti all’orecchio e, qualche volta,
anche il pancreas.
Una serie di canali raccoglie le sostanze prodotte dal pancreas esocrino e le portano nel condotto di Wirsung. Da qui sono immesse nella prima parte
dell’intestino.
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Le Pancreatiti acute
Il pancreas produce enzimi che scindono proteine e grassi. Ma il pancreas, come
ogni altro organo, è fatto fondamentalmente di proteine e grassi. Come mai, perciò,
il pancreas non “digerisce se stesso”? La risposta è abbastanza semplice: gli
enzimi pancreatici, finché sono dentro l’organo sono inattivi, inerti, mentre
appena raggiungono l’intestino diventano capaci di digerire proteine e grassi.
Quando, invece, per motivi vari e non sempre ben conosciuti, questi enzimi divengono
attivi dentro il pancreas, cominciano ad aggredire, a digerire, il pancreas stesso
producendo danni di vario tipo.
Le pancreatiti acute sono generalmente causate dai calcoli delle vie biliari
o da eccessi nel bere alcol, ma ci sono altre cause.
Il meccanismo con cui i calcoli scatenano una pancreatite non è ben noto. Si
pensa in ogni modo che è un riflusso di bile nel condotto di Wirsung a rendere
attivi gli enzimi del pancreas. Il Wirsung, infatti, poco prima di sboccare nell’intestino,
confluisce nel condotto biliare principale. Normalmente bile e succhi pancreatici
sono immessi nell’intestino, ma può accadere che, a causa di un calcolo biliare,
della bile si riversi dentro il condotto di Wirsung, attivando gli enzimi pancreatici
e scatenando la pancreatite.
Una malattia delle vie biliari e l'alcolismo sono responsabili dell’80% dei ricoveri
ospedalieri per pancreatite acuta.
Il restante 20% è causato da farmaci, dall'uso degli estrogeni associati ad aumento
dei grassi nel sangue, da un'infezione come gli orecchioni, dall’aumento dei trigliceridi
nel sangue, da alcune manovre diagnostiche sul pancreas, da contusioni e traumi
penetranti, dal trapianto renale, dalla pancreatite ereditaria, oppure da cause
sconosciute.
Sintomi
Il disturbo più importante della pancreatite è il dolore.
Durante la digestione, generalmente dopo un pasto abbondante, il paziente comincia
ad avvertire dolori addominali che possono essere fortissimi e si localizzano
in alto nell’addome e si irradiano posteriormente. Si tratta di un dolore molto
profondo che si accompagna a vomito, nausea, febbre e battiti cardiaci accelerati.
La gravità può essere variabile dai casi lievi a quelli d’estrema serietà in
cui le condizioni generali del paziente si aggravano in pochissimo tempo con collasso
circolatorio e danni alla funzione cardiaca, renale e polmonare.
L’importanza dei disturbi dipende, ovviamente, dall’entità del danno al pancreas.
Nei casi lievi c’è solo un modesta infiammazione del pancreas con un po’ d’aumento
del suo volume, mentre nei casi gravi, larghe porzioni del pancreas sono digerite,
in pratica distrutte, e gli enzimi pancreatici possono riversarsi anche fuori
del pancreas danneggiando gravemente gli organi vicini.
Dal pancreas, così notevolmente danneggiato, possono prodursi emorragie interne,
mentre le parti dell’organo “digerite” si infettano rapidamente, causando infezioni
generalizzate, la sepsi, molto gravi.
Diagnosi
Poiché i disturbi della pancreatite acuta sono importanti, è difficile che il
paziente non ricorra d’urgenza alle cure ospedaliere.
L’ecografia è l’esame che generalmente viene eseguito per primo, insieme con
alcuni esami del sangue.
Questi ultimi evidenziano, di regola, un aumento spiccato degli enzimi pancreatici,
soprattutto amilasi e lipasi, che in condizioni normali sono contenuti nel sangue
in quantità piccolissime.
L’ecografia può dare un’idea dell’estensione e del tipo di danno pancreatico
e, nello stesso tempo, permette di vedere calcoli nei canali biliari.
Con la TC è possibile vedere le cose ancora più chiaramente e seguire, nei giorni,
l’andamento della malattia. Poiché il danno al pancreas interessa anche le insule è frequente osservare un aumento della glicemia, segno che la produzione d’insulina
si è ridotta.
Maggiore è il danno all’organo, ovviamente, maggiore sarà l’aumento degli zuccheri
nel sangue.
L’evoluzione
Nelle forme più lievi, la pancreatite guarisce in pochi giorni e non ne rimangono
conseguenze.
Le forme più gravi possono avere un’evoluzione fatale nonostante le cure intensive
ed i ripetuti interventi per asportare i frammenti di tessuto pancreatico danneggiato.
In molti altri casi, invece, le cure riescono a guarire il malato anche se, alla
fine, possono rimanere disturbi vari come il diabete ed una più o meno grave insufficienza
digestiva.
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