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LA TARSALGIA: CONSIGLI E RIMEDI |
A cura di Maura Peripoli |
Con il termine tarsalgia o metatarsalgia si intende una sindrome dolorosa acuta o cronica localizzata in corrispondenza di una o più articolazioni metatarso-falangee
e provocata dalla compromissione, meccanica e non, di tutte le strutture anatomiche
che interagiscono con l’articolazione (osso, cartilagine articolare, capsula,
legamenti e tendini).
È chiamata anche la “patologia dello sportivo” perché colpisce particolarmente
gli atleti che praticano discipline sportive e soprattutto le donne. Il termine
metatarsalgia è piuttosto generico: con esso vengono indicati tutta una serie
di sintomi relativi all’avampiede; la patologia può interessare un solo metatarso
o estendersi a tutti gli altri e consiste in un'infiammazione in questa particolare
“zona” del piede, che insorge soprattutto nelle donne, che hanno legamenti più
fragili, e nelle persone, come accennato, che praticano sport con regolarità.
La causa scatenante della patologia è da attribuire per lo più alla cattiva postura: il peso del corpo non viene distribuito sulla pianta del piede in modo simmetrico
e una delle cinque teste metatarsali, se non tutte e cinque, si infiammano. Quando
si alza il tallone durante una camminata o nella corsa, se il peso viene poggiato
male e in modo non omogeneo si sforza troppo sull'avampiede, e la parte inferiore
del piede può infiammarsi. Il dolore che si manifesta quando si cammina o si corre,
e a volte anche a riposo, è abbastanza forte, e quindi bisogna repentinamente
sospendere ogni attività fisica per non peggiorare la situazione. Talora si crea
una ipercheratosi (ispessimento della pelle) o una borsite (infiammazione).
Ma non è solo una cattiva postura a creare questo tipo di problemi, esistono
anche persone che hanno difetti congeniti a livello dell’avampiede, quali una
diversa forma del piede o metatarsi più inclinati o di lunghezza diversa tra loro.
Anche le malattie articolari hanno la loro importanza in questa situazione: molti
si recano dallo specialista lamentando fastidi riconducibili alla metatarsite,
ma le cause scatenanti possono essere anche particolari forme di artrosi, artrite
deformante e addirittura malattie vascolari e metaboliche.
Come ci si accorge di soffrire di metatarsalgia? Innanzitutto insorge un dolore
che può essere alternante, continuo e nella maggior parte dei casi può aumentare
quando si cammina e si poggia il piede a terra. Spesso, proprio a causa del fastidio,
vengono assunte posizioni che sembrano più comode per non poggiare troppo l’avampiede,
col rischio di creare danni anche peggiori sia a carico del piede sano sia a carico
della colonna vertebrale.
Collegamento tra tarsalgia e altre patologie del piede
La tarsalgia può essere diagnosticata in modo isolato oppure in associazione
ad altre malattie del piede, quali l’alluce valgo, l’alluce rigido e le dita a martello. Ad eccezione delle metatarsalgie secondarie
(le reumatoidi, le postraumatiche etc.) le metatarsalgie primarie, le più comuni
dipendono, come già detto, da uno squilibrio nella distribuzione dei carichi tra
le teste metatarsali e le dita. Nella maggioranza dei casi, però, a prescindere
dalla causa scatenante, la patologia si caratterizza per la comparsa di dolore
riferito alla pianta del piede e la presenza di callosità plantari in corrispondenza
delle teste metatarsali sovraccaricate. Sono molto importanti la diagnosi clinica
della patologia e il suo accertamento per poter decidere un trattamento efficace
e veloce, in grado di permettere al paziente di poter riprendere le proprie attività
quotidiane.
Le cause della tarsalgia
Tra le principali cause dell’insorgenza di tarsalgia, c’è quelle prodotta da
un’alterazione della normale meccanica dell’avampiede, ma ciò può avvenire anche in situazioni in cui non riscontrabile alcuna alterazione
meccanica. Anche un semplice trauma dell’avampiede, provocato da un incidente
stradale o sul lavoro, può portare alla tarsalgia, come anche un rapporto alterato
rispetto alla lunghezza dei metatarsali. Esistono poi metatarsalgie di origine
vascolare, da malattie metaboliche, reumatiche, osteoarticolari e anche di origine
nervosa.
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Diagnosi e trattamento
La diagnosi dello specialista è orientata a ripristinare, nel minor tempo possibile,
le condizioni di normalità del piede, eliminando o riducendo la sintomatologia
dolorosa. Tuttavia, ciò viene reso possibile solo nel caso in cui esista un’attiva
collaborazione del paziente che dovrà mettere in pratica i suggerimenti del medico,
rispettando i tempi di recupero e le regole dettate, senza forzare in anticipo
la ripresa. La prima cosa da tener presente è che, in questo caso, l’unica alternativa
sicura per eliminare il dolore persistente, è quella di tenere il piede fermo
per alcuni giorni, naturalmente sollevato da terra, per permettere all’infiammazione
di regredire spontaneamente. È inoltre opportuno sapere che la tarsalgia è “recidiva”
e se il paziente non rispetta i tempi di inattività “imposti”, facilmente può
ricadere nello stesso problema e trascinare a lungo l’infiammazione che diventerà
poi cronica e difficilissima da trattare.
Il trattamento ortesico è quello più accreditato per la risoluzione efficace del problema. In cosa consiste?
In una serie di bendaggi e feltraggi adesivi, da adottare per un lungo periodo.
Dunque, dopo una diagnosi estremamente corretta e precisa, il medico suggerirà
di rivolgersi ad un podologo che sarà in grado di indicare il tipo di soluzione più adatto. Il problema è
quello di evitare alla parte dolorante, l’impatto con il terreno, perché questo
movimento ripetuto (specialmente nella corsa) non fa che peggiorare il fastidio.
Come sollevare allora da terra quella “porzione” di piede che causa tanto dolore?
Potrebbero essere sufficienti dei semplici cuscinetti in gel che vengono applicati
sotto la pianta del piede ed hanno la funzione di modificare il rapporto tra il
piede e il suolo, agendo su strutture osteoarticolari: questa soluzione non è
sicuramente risolutiva ma può tuttavia ridurre il dolore e il paziente viene messo
così in condizione di poter camminare senza troppo fastidio. Ma non sempre l’utilizzo
dei cuscinetti porta miglioramenti e in questo caso la soluzione arriva dall’utilizzo
di plantari, studiati su misura per il paziente e confezionati “ad hoc”, secondo
il risultato di un accurato esame baropodometrico statico/dinamico/stabilometrico
e morfologico.
L’importanza delle scarpe giuste
Quando si pratica attività sportiva quotidiana, occorre stare molto attenti alle
scarpe che si indossano, infatti l’uso di calzature sbagliate è tra le situazioni
più frequenti di insorgenza o peggioramento della tarsalgia. Le scarpe infatti
devono essere morbide per permettere i naturali movimenti del piede e devono avere
un plantare interno che permetta una postura corretta. Da tenere presente anche
che, per quanto riguarda le scarpe da corsa, queste vanno utilizzate al massimo
per 8/12 mesi e vanno poi sostituite. Per quanto riguarda invece le calzature
da indossare nelle normali attività quotidiane, sono assolutamente da evitare
quelle con la punta stretta (perché l’eccessiva compressione delle dita potrebbe
creare processi infiammatori a carico della pianta del piede) e quelle con i tacchi
alti, che costringono il piede a caricare tutto il peso del corpo sulla parte
anteriore, zona in cui ha origine appunto la tarsalgia. Anche l’uso di scarpe
molto rigide va evitato perché potrebbero impedire la naturale flessione della
struttura articolare quando si cammina, favorendo l’indebolimento del piede e
facilitando la comparsa di alterazioni.
Primo intervento per attenuare il dolore da tarsalgia
Purtroppo, in questa situazione non ci sono molti consigli da dare: il primo
suggerimento è quello di rimanere fermi per un po', senza poggiare il piede a
terra e senza praticare alcun tipo di disciplina sportiva. In secondo luogo, si
possono assumere antinfiammatori sia per via orale, sia sotto forma di pomate
o cerotti. Anche il laser talvolta dà buoni risultati, specialmente se utilizzato
per almeno 10 giorni in sedute che non dovranno superare i 15 minuti. Infine,
se oltre alla metatarsalgia si individua qualche deformità causata da essa, l'unico
rimedio è il trattamento chirurgico volto alla correzione del problema, per restituire
al piede la sua originale forma e cancellare ogni possibile situazione di peggioramento
di questa patologia.
La cataratta è la malattia oculare più conosciuta nell'anziano, ma ci sono altre patologie che, se non riconosciute e curate in tempo, possono portare alla cecità. Glaucoma e retinopatia diabetica, per esempio, possono essere trattate a seguito di una tempestiva diagnosi fatta...
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