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IL TETANO |
A cura del Dott. Fabio Raja |
Il clostridio del tetano è un batterio anaerobio , in altre parole vive bene in ambienti privi d’aria ed è ucciso dall’ossigeno;
perciò quando si trova in situazioni sfavorevoli, dà vita a delle spore che sono
molto resistenti e riescono a sopravvivere anche in condizioni difficili.
Le spore del tetano abitano comunemente nel terreno e nelle feci di cani, gatti,
cavalli, pecore, buoi, porcellini d’india e pollame. Il letame è ricco di spore
e nelle campagne anche gli uomini possono ospitarle. Ne sono state rinvenute persino
nella polvere d’eroina.
L’infezione avviene quando le spore penetrano nell’organismo attraverso una ferita.
Se vi trovano le condizioni adatte, esse germinano, vale a dire si trasformano
nel batterio capace di produrre un veleno potente, la tetanospasmina.
La malattia è fondamentalmente un’intossicazione, perché il microbo resta localizzato
nella ferita, mentre la tossina raggiunge con il sangue ogni punto dell’organismo
e attacca il sistema nervoso. Per rendersi conto quanto questa sostanza è forte,
basti pensare che per uccidere un uomo adulto ne è sufficiente una quantità incredibilmente
piccola: 170 miliardesimi di grammo.
Le ferite brutte, anfrattuose e con fondo o bordi malconci offrono le condizioni
più favorevoli alla crescita del batterio ma spesso la causa è una ferita trascurabile
di cui il paziente potrebbe non ricordarsi. Anche i neonati, partoriti da madri
non immunizzate, si possono ammalare per infezione del pezzo del cordone ombelicale
rimasto.
I segni della malattia del tetano cominciano a manifestarsi dopo un periodo d’incubazione
che va da tre giorni a tre settimane. Più l’incubazione è breve, minori sono le
speranze di guarigione.
La tossina tetanica rende inefficaci i neurotrasmettitori, le sostanze chimiche
che trasferiscono o bloccano l’impulso tra le cellule nervose e tra queste ed
i muscoli. Il risultato è drammatico: terribili e dolorosissimi spasmi muscolari,
provocati da lievi stimoli sonori e luminosi, si scatenano in tutto il corpo.
I medici hanno individuato tre forme di tetano:
Il primo segno del morbo è il trisma, una contrazione dei muscoli della mandibola che impedisce al malato di aprire
la bocca, cui segue l’irrigidimento dei muscoli del collo, di quelli addominali
e difficoltà ad ingerire gli alimenti.
Il trisma, che è un’avvisaglia assai caratteristica del tetano, può, tuttavia essere provocato
anche da altre condizioni, molto più comuni. Il dente del giudizio, per esempio,
può causare un’infiammazione dei muscoli della mandibola e provocarne la contrazione,
ossia il trisma.
I pazienti con tetano generalizzato devono essere immediatamente ricoverati in reparti di terapia intensiva, anestetizzati
ed attaccati ad un respiratore artificiale poiché gli spasmi muscolari sono talmente
potenti da causare fratture ossee e ostacolare la respirazione. Il malato può
restare in queste condizioni per parecchie settimane perché la tossina continua
a rimanere attaccata alle cellule nervose. Nel corso del ricovero si sviluppano
frequentemente gravi problemi, come infezioni di diversi organi, polmoniti ed
embolie polmonari che possono essere fatali. Le persone che più difficilmente
riescono a sopravvivere sono gli anziani e le persone mai vaccinate contro il
tetano.
La prevenzione è l’arma più efficace che possediamo e si basa su tre fondamenti:
Immunizzazione attiva
È, in altre parole, la vaccinazione attuata con la cosiddetta “anatossina” ottenuta
modificando chimicamente la tetanospasmina. In questo modo la tossina tetanica
perde la sua capacità di nuocere, ma mantiene le sue caratteristiche antigeniche.
In parole più semplici, l’anatossina, iniettata in un individuo non provoca la
malattia e tuttavia riesce a stimolare il suo sistema immunitario a produrre gli
anticorpi contro il veleno del tetano.
Una persona correttamente vaccinata ha perciò nel sangue delle quantità di anticorpi
sufficienti a bloccare la tossina tetanica qualora si verifichi l’infezione. Gli
anticorpi presenti nel sangue dei soggetti vaccinati, tuttavia, diminuiscono con
il passare del tempo e per assicurare una costante ed efficace protezione, è necessario
ripetere periodicamente la vaccinazione effettuando i richiami.
Poiché da alcuni anni la vaccinazione è divenuta obbligatoria per i bambini,
è importante informare quella parte della popolazione priva di protezione immunitaria,
in altre parole non vaccinata, come anziani e donne non occupate in attività lavorative
per le quali, invece, è obbligatoria.
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Quando ci si procura una ferita e non si è vaccinati, o il ciclo di vaccinazione
non è stato completato, o è passato un periodo eccessivamente lungo dall’ultima
iniezione antitetanica, è indispensabile associare al richiamo la somministrazione
di un siero immune, poiché l’organismo ha bisogno di un po’ di tempo per costruire
una quantità di anticorpi efficace a bloccare la tossina tetanica. In questo periodo
l’organismo non è difeso o non lo è a sufficienza. Il siero immune invece dà una
protezione immediata; si tratta, infatti, di anticorpi contro il tetano preconfezionati,
estratti dal sangue di animali vaccinati.
Il siero protegge da subito, ma è progressivamente e in qualche settimana eliminato
dall’organismo. Per questo, quando si dà il siero bisogna simultaneamente iniettare
anche il vaccino, in modo che il soggetto avrà il tempo di fabbricare le sue difese
prima che il siero sia eliminato. In questi casi siero e vaccino saranno iniettati
contemporaneamente, ma con siringhe diverse ed in posti separati, altrimenti i
due farmaci si neutralizzano a vicenda.
La sieroprofilassi è praticata anche in quelle persone che pure correttamente
vaccinate, presentano lesioni particolarmente pericolose. Può accadere, infatti,
che per ferite molto sporche o complesse la vaccinazione, pur correttamente eseguita,
non metta completamente a riparo dalla malattia.
Come comportarsi in caso di ferita
Ferite, anche di poca importanza possono causare questa gravissima malattia, perciò, è consigliabile vaccinarsi in modo da non correre pericoli.
Cosa fare se ci si ferisce?
Le ferite importanti, quelle da punta, le ferite lacere, i morsi di animali,
le lesioni contaminate con terriccio o sporcizia, quelle con bordi conciati male,
vanno accuratamente pulite e disinfettate e le parti lacere devono essere asportate
dal chirurgo.
La profilassi antitetanica è suggerita anche in caso di ustioni e per qualsiasi lesione in cui i tessuti
della ferita siano molto mal ridotti, come nelle ulcere da decubito ed in quelle
da varici delle gambe.
Un'accurata pulizia chirurgica ed una adeguata copertura con antibiotici sono
in ogni caso necessarie anche in soggetti vaccinati in modo corretto. In questi
casi è evidentemente necessario rivolgersi ad un pronto soccorso.
Per le ferite minori, che possono essere medicate in casa, è comunque necessaria
una accurato lavaggio al fine di asportare eventuale sporcizia. Il lavaggio può
essere fatto con acqua e sapone e sfregamento della ferita con una garza. Si possono,
in alternativa, usare saponi solidi o liquidi che oltre all’azione detergente,
ne hanno una antisettica, cioè distruggono i germi. In seguito la ferita deve
essere trattata con antisettici come il Citrosil non alcolico, l’acqua ossigenata,
l’Amuchina, il Betadine e tanti altri, ottimi, che possono essere facilmente trovati
nelle farmacie e nei supermercati.
È opportuno leggere sempre le modalità d’uso, l’eventuale necessità di diluirli,
gli effetti collaterali e le controindicazioni che sono stampati sulla confezione.
La ferita, così trattata, va poi protetta con una adeguato bendaggio.
Per quanto concerne la siero e vaccino profilassi ci si può regolare in questo modo:
Controindicazioni ed effetti indesiderati
La vaccinazione deve essere, di norma, rimandata in caso di malattie febbrili,
mentre affezioni meno importanti, come raffreddori ed altre infezioni delle vie
aeree superiori, non rappresentano un problema. Non è necessario rimandare la
vaccinazione in caso di cure con cortisonici per uso locale o presi per bocca
o intramuscolo, ma a basse dosi, e in caso di affezioni della pelle quali dermatosi,
eczemi e infezioni cutanee localizzate.
Persone con sistema immunitario debole a causa di cure potrebbero non rispondere
con una efficace produzione d’anticorpi ed è pertanto opportuno, a meno di gravi
ferite, rinviare la vaccinazione finché non sia trascorso almeno un mese dall'interruzione
del trattamento. Manifestazioni allergiche causate dalla prima dose del vaccino,
o reazioni di tipo neurologico, vietano assolutamente la somministrazione delle
successive dosi dello stesso vaccino.
Lo stato di gravidanza non impedisce la vaccinazione ed in alcuni paesi, anzi,
il vaccino antitetanico è espressamente raccomandato per le donne in gravidanza,
ai fini della prevenzione del tetano neonatale.
Gli effetti indesiderati segnalati più frequentemente in associazione con la
vaccinazione antitetanica ed antitetanica-difterica sono le reazioni nel punto
di iniezione (arrossamento, gonfiore, indurimento, dolore).
Sono stati segnalati febbre e malessere generale di lieve entità. Reazioni generalizzate
più gravi, quali febbre altissima o reazioni allergiche come orticaria generalizzata,
difficoltà respiratorie, asma e shock anafilattico, sono molto meno frequenti.
Registrazione delle vaccinazioni
Le vaccinazioni eseguite vanno registrate, oltre che sul libretto di lavoro o
su altri documenti analoghi, su un apposito libretto di vaccinazione, da conservare
a cura del vaccinato, e sui registri dei Servizi vaccinali delle Aziende Sanitarie
Locali, onde rendere possibile l'accertamento dello stato vaccinale del soggetto
in assenza d’altra documentazione.
Agli stessi servizi debbono essere comunicate, ai fini della registrazione, le
vaccinazioni eseguite in ambito ospedaliero ovvero presso ambulatori e studi medici
privati.
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