La tiroide, con le malattie ad essa correlate, è un argomento sempre più al centro dell'attenzione.
Il che non dovrebbe stupire, considerata la diffusione delle patologie tiroidee. Basti pensare che solo i noduli tiroidei, la più frequente delle malattie collegate
a questa ghiandola, interessano all'incirca il 10 per cento della popolazione.
La tiroide è una ghiandola cosiddetta endocrina, cioè che ha una secrezione interna. Infatti sintetizza ormoni, principalmente
due fra i più importanti per il funzionamento del metabolismo, la Triiodotironina
e la Tiroxina, oltre alla Calcitonina, che è l'ormone deputato a regolare la presenza
di calcio e fosforo nel corpo.
Com'è fatta
Osservandola in un'ecografia, la tiroide appare come una farfalla posata fra
trachea e laringe. La sua tipica forma è dovuta alla posizione e alla sua anatomia:
situata nella parte anteriore del collo, sui primi anelli della trachea e nella
parte anteriore e laterale della laringe, la ghiandola è composta da due lobi,
il lobo destro e il lobo sinistro, uniti da un istmo. Osservando la tiroide si
nota in moltissimi soggetti, tra il 30 e il 50 per cento dei casi, un prolungamento
che parte dall'istmo, denominato lobo piramidale di Morgagn. Non è altro che un
residuo del dotto tireoglosso, presente nel feto, che congiunge tiroide a lingua.
Purtroppo non è del tutto ininfluente: dai residui del dotto possono generarsi
cisti o fistole mediane del collo.
La tiroide si sviluppa molto con la crescita dell'individuo: se alla nascita
pesa intorno ai due grammi, in età adulta in genere arriva a decuplicare il suo
peso, che oscilla intorno ai 20 grammi, per quanto ci possano essere notevoli
differenze tra soggetto e soggetto.
La capsula che avvolge la tiroide si aggancia tramite la guaina peritiroidea
a trachea, laringe, fasci nervosi e vascolari. Si tratta di una zona anatomicamente
molto complessa, tant'è che lo spazio tra la guaina e la capsula fibrosa viene chiamato spazio pericoloso: è infatti questa l'area
dove si trovano i vasi sanguigni, e il nome si riferisce all'alta casistica di
emorragie che si verificano in caso di intervento chirurgico. In pochi centimetri
di spazio si trovano i muscoli sottoioidei e sternocleidomastoidei, che coprono
la ghiandola in zona anteriore e laterale; dietro i lobi c'è il fascio nerveovascolare,
con l'arteria carotide comune, la vena giugulare interna e il nervo vago; a ciò
si aggiungono i nervi ricorrenti e le paratiroidi.
I primi, detti anche laringei inferiori, raggiungono quasi tutti i muscoli della
laringe. Quanto alle paratiroidi, sono minuscoli organi endocrini, grandi pochi
millimetri. La loro funzione è quella di secernere il Paratormone, che ha lo stesso
compito della calcitonina, regolare il metabolismo di calcio e fosforo.
Le paratoidi
in genere sono quattro, due superiori, due inferiori, ma a causa delle dimensioni
non è possibile riuscire a localizzarle con un'ecografia, e la loro posizione
non è fissa; in caso di intervento chirurgico quindi, oltre a dover fare estrema
attenzione a non lesionare alcun nervo, che porterebbe a danni alle corde vocali,
si pone anche il problema di questi piccoli organi endocrini, la cui rimozione
causerebbe uno squilibrio del metabolismo del calcio e la necessità di una successiva
terapia farmacologica.
Nella tiroide ci sono cellule apposite che sintetizzano gli ormoni tiroidei,
e che circondano delle cavità chiamate follicoli. I follicoli accolgono gli ormoni
prodotti, e li accumulano in forma di una molecola definita tireoglobulina; dopodiché
vengono immessi nella circolazione sanguigna. La quantità di tireoglobulina che
viene accumulata nei follicoli è tale che anche se per qualche motivo la tiroide
smette di produrre ormoni, i risultati si notano solo dopo diversi mesi, perché
nel frattempo l'organismo ha potuto contare sulle scorte immagazzinate nella ghiandola.
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A cosa serve
La tiroide, come detto, è una ghiandola endocrina, e ha la funzione di secernere
ormoni. L'ormone chiamato tiroxina, che viene convenzionalmente indicato con la sigla
T4, rappresenta il 90 per cento della secrezione della tiroide; i suoi valori
nel sangue variano tra i 5 e i 12 microgrammi per decilitro. Nei tessuti periferici buona parte della tiroxina viene poi trasformata in triiodotironina.
Il restante 10 per cento della secrezione ormonale riguarda direttamente la triiodotironina,
sigla T3, i cui valori normali sono in genere compresi fra 80 e 180 nanogrammi
per decilitro di sangue; quando si parla di questo tipo di valori, comunque, è
importante considerare che possono essere molto diversi a seconda di quale ordine
di misura si considera e di quale laboratorio esegue l'analisi.
Per la produzione di questi ormoni è necessario che nella dieta settimanale sia
presente circa un milligrammo di iodio; per prevenire eventuali carenze nel comune
sale da cucina viene spesso aggiunto ioduro di sodio. Una volta che sono in circolo,
questi ormoni vengono legati a proteine che servono a trasportarli nei tessuti,
e una volta lì vengono di nuovo liberati. Poiché solo da "liberi" sono biologicamente
attivi, quando si esegue una ricerca per dosarli nel sangue, si dosa la frazione
libera, che si indica con le sigle FT3 e FT4.
Gli effetti degli ormoni tiroidei sull'organismo sono principalmente due:
1. determinano l'aumento del metabolismo nella sua totalità (metabolismo basale
e attività metabolica);
2. stimolano la crescita nei bambini.
Il metabolismo basale è la quantità di spesa energetica di un soggetto sveglio
ma in stato di riposo (vedi calcolo del metabolismo basale). Se aumentano gli
ormoni tiroidei, aumenta il consumo energetico.
L'attività metabolica dei tessuti indica l'accresciuta velocità di uso delle
sostanze energetiche.
Questi ormoni sono anche in grado di aumentare la risposta dell'organismo ad
un altro tipo di ormoni, detti catecolamine, vale a dire dopamina, adrenalina,
noradrenalina, prodotte nel cervello, nel surrene e nelle terminazioni nervose
del sistema simpatico. Semplificando, si tratta degli ormoni che determinano la
reazione dell'organismo a ogni tipo di stress, ad esempio facendo sì che aumenti
la quantità di sangue pompata dal cuore, quindi la quantità di sangue che poi
arriva ai tessuti, oppure stimolando il metabolismo cellulare; è indicativo, per
capire questo processo, pensare alla reazione dell'organismo di fronte ad un eventuale
pericolo.
Capire qual è l'influenza che la tiroide esercita sulle cellule di tutto l'organismo,
porta a comprendere perché è assolutamente indispensabile che sia prodotta la
quantità di ormoni adeguata, che influisce sull'accrescimento del corpo e lo sviluppo
e la maturazione degli apparati, soprattutto quello scheletrico e quello riproduttivo.
Un metabolismo normale dipende dalla secrezione della perfetta quantità di ormoni
tiroidei: un disvalore anche minimo può comportare conseguenze anche molto importanti
su tutto l'organismo. La sintesi e la secrezione di questi ormoni da parte della
tiroide viene controllata da altre due ghiandole, situate nel cervello: si tratta
dell'ipotalamo e dell'ipofisi.
L'ipotalamo produce un ormone noto con la sigla TRH, il cui compito è quello
di controllare la produzione di un altro ormone da parte dell'ipofisi, la tireotropina:
indicata dalla sigla TSH (ormone stimolante la tiroide), è la responsabile dell'aumentata
secrezione degli ormoni tiroidei.
Per comprendere come funziona questo processo, basta pensare che ci sono molte
situazioni che richiedono ad esempio l'aumento del metabolismo basale, come semplicemente
il freddo: una bassa temperatura porterà quindi l'ipotalamo a secernere più TRH,
che aumenterà la secrezione di TSH da parte dell'ipofisi, che porterà ad una maggiore
secrezione di T3 e T4; stesso processo si andrà ad innescare non solo per cause
ambientali, ma anche emozionali, come stati di grande ansia o eccitazione.
La modificazione della produzione di ormoni in base alle richieste dell'organismo
viene controllata dall'asse ipotalamo-ipofisario. Un eventuale eccesso di ormoni
tiroidei provoca l'inibizione della produzione di TSH e contrasta l'azione del
TRH, il che porta al ritorno alla normalità dei valori. Se si verifica il caso
contrario, se ad esempio a causa di carenza di iodio ci sono pochi ormoni tiroidei
in circolo, il TSH aumenta e di conseguenza aumenta il volume della tiroide, perché
la ghiandola cerca di produrre più ormoni. È il caso chiamato "gozzo", che è tipico
delle aree in cui lo iodio è carente, tanto che se almeno il 10 per cento della
popolazione locale presenta un ingrossamento della tiroide si parla di "gozzo
endemico". L'ipotiroidismo gozzigeno è un tipico esempio del controllo con funzione
di riequilibrio che viene fatto dall'asse ipotalamo-ipofisi: se l'alterazione
del metabolismo dovuta alla mancanza di ormoni tiroidei è grave, la risposta compensatoria
determina un aumento del TSH in circolo, che porta a un aumento del volume della
tiroide, che però non è comunque in grado di sintetizzare l'appropriata quantità
di ormoni.
Le sue malattie La tiroide va incontro a svariate patologie, e per molti e differenti motivi.
Queste malattie possono essere catalogate in base all'alterazione della quantità
di ormoni in circolo, il che porta ad una suddivisione fra ipotiroidismo e ipertiroidismo,
che ovviamente daranno sintomi opposti: se ad esempio nel primo caso tra i segni
della malattia c'è il rallentamento psicomotorio, nel secondo si assiste invece
ad un aumento di eccitabilità.
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