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LINGUAGGIO “PROIBITO”. SESSO E COMUNICAZIONE NELLA DINAMICA
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A cura del Dott. Fabrizio Quattrini |
Il discorso sulla sessualità deve, innanzitutto, far si che uomini e donne possano sentirsi liberi di parlare di sessualità, supportati da indicazioni corrette e funzionali, utili a svincolarsi il più possibile dagli spettri della discriminazione e del paradosso. Diventa necessario, quindi, non rinunciare alla dimensione simbolica del sesso, tanto quanto quella di evitare una destrutturazione dello stesso simbolo. Sono gli specialisti della scienza sessuologica che hanno il compito di analizzare e portare avanti il linguaggio sessuologico, evitando falsi miti e inutili credenze, armonizzando lo stile linguistico e rendendolo fruibile e più appropriato.
Il linguaggio deve integrare tre settori: quello della sintassi, della semantica e della pragmatica . Questo permette una trasmissione dell’informazione (sintassi), associata al significato dei simboli del messaggio (semantica) e cosa più importante utile ad influenzare il comportamento umano (pragmatica). Ecco allora che comunicazione e comportamento possono essere utilizzati come sinonimi in quanto “i dati della pragmatica non sono soltanto le parole, le loro configurazioni e i loro significati, ma anche i fatti non verbali concomitanti come pure il linguaggio del corpo” (Watzlawick et all, Pragmatica della comunicazione, Astrolabio). Alla luce di quanto detto è indispensabile annullare il più possibile quello che solitamente viene represso all’interno di un linguaggio “proibito”. Infatti, se “comunicare” risulta essere in linea con “comportarsi”, è necessario che, in tema di sessualità, vi sia la minore quantità possibile di pregiudizi e stereotipie. La libertà sessuale intesa come espressione di viversi e comunicare il proprio sé nel rispetto di se stessi e degli altri, la propria identità sessuale in sintonia con il proprio orientamento e identità di genere percepiti, può essere portavoce di benessere e “salute mentale”. Nella comunicazione però, almeno per quanto concerne l’esperienza clinico-psicoterapeutica, ha una grande rilevanza tenere presenti più le differenze riscontrabili tra i generi, che le eguaglianze. Infatti, solamente analizzando i comportamenti, ovvero le espressioni della comunicazione verbale e non verbale delle coppie, è possibile definire meglio la problematica della coppia stessa. Nella differenza, riuscendo a distinguere in cosa consista il problema della comunicazione, è possibile non solo comprendere la reale disuguaglianza espressa dal partner, ma soprattutto “apprendere dall’esperienza” una “nuova” modalità di viversi più serenamente e in modo equilibrato, la relazione.
Spesso entrare nel vortice disfunzionale della comunicazione, trovarsi di fronte a muri di incomprensione, oltre ad incastrare i partner sollevando “inutili” oppure “utili” disagi psicosomatici può diventare l’unico modo per vivere l’esperienza relazionale. Questo, anche se vissuto del tutto inconsapevolmente, oltre ad evidenziare un disagio, conduce gli individui a procedere nella propria vita in “negazione” completa di un presunto, ma non impossibile equilibrio. Nella coppia parlare di sessualità può essere particolarmente difficile, tanto quanto estremamente sereno. Molto dipende dal proprio linguaggio appreso e compreso, come pure dalla libertà e capacità di non sentire particolari imbarazzi sia propri, che riferiti al partner. Comunicare in generale, ma ancor più addentrandosi nelle tematiche intimo-erotico-sessuali, deve permettere un equilibrio, che rappresenti nei partner la possibilità di riuscire a recitare uno stesso copione “teatrale”, riconoscendo in sé stessi e negli altri elementi essenziali, nonché significativi di differenziazione. Questo favorisce una diversità che può essere la causa di possibili incomprensioni, ma allo stesso tempo l’espressione della definizione di sé, della propria personalità, quindi della rappresentazione dell’esperienza della coppia. Riuscire a lavorare su questo primo elemento di base permette alla coppia una presa di coscienza, nonché il primo passo verso elementi di responsabilizzazione.
Si provi ad osservare alcuni stili e comportamenti delle dinamiche di coppia al fine di evidenziarne i differenti stili comunicativi. La coppia complementare rappresenta “comunemente” quella semplice modalità dove il rispetto tra i partner e le forme di dominio/potere sono equilibrate ed espresse nella ricerca di un’intimità moderata. È possibile che i conflitti ed eventualmente gli scontri vengano immediatamente affrontati, mantenendo un dialogo, quindi una comunicazione funzionale. Quello che emerge è sicuramente un rispetto reciproco anche se l’eventualità di cadere in comportamenti routinari e meccanici può nascondersi dietro l’angolo.
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Appare quindi evidente che all’interno di eventuali differenti stili di coppia la modalità comunicativa in tema di sessualità è il fulcro su cui ruotano le vicende funzionali, ovvero disfunzionali della coppia stessa. Apprendere che il linguaggio sessuale è la chiave di apertura delle evoluzioni relazionali, comporta la necessità di abbattere falsi miti, paure, in un’unica parola: l’eventuale ignoranza del genere umano. Riconoscere la necessità di confrontarsi come pure di comprendere al meglio quegli elementi rappresentativi della dinamica relazionale può, non solo evitare spiacevoli incomprensioni, ma e soprattutto migliorare il rapporto intimo, stabilendone nuove prospettive.
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