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Si tratta di un disturbo dell'identità di genere. Può essere definito come il desiderio di un cambiamento di sesso dovuto ad una completa identificazione col genere del sesso opposto, negando e cercando di modificare il sesso biologico originale.
Il termine "transessualismo" fu coniato dal dott. H. Benjamin, sessuologo e gerontologo,
nel 1953. Inizialmente il fenomeno fu affrontato in ambito medico-psichiatrico
e classificato come un'ulteriore patologia, come disturbo della normalità sessuale.In
tempi più recenti, grazie a adeguati trattamenti ormonali, appropriate psicoterapie
e soddisfacenti interventi chirurgici, è possibile un efficiente, duraturo e convincente
passaggio da un sesso all'altro ed il "fenomeno" ha trovato una sua dignità, una
sua collocazione sociale e una sua legittimazione anche fuori dell'ambiente clinico.
Nonostante ciò, la situazione esistenziale dei transessuali è ancora difficile
per i pregiudizi sociali, tra cui una profonda emarginazione dal mondo del lavoro.
La situazione legislativa in Italia
La legge 164 del 1992 specifica le "Norme in materia di rettificazione di attribuzione
di sesso".
Legge 14 aprile 1982, n. 164 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 19 aprile
1982 n.106 Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso.
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I transessuali e le transessuali talvolta non giudicano indispensabile il ricorso ad un intervento chirurgico di riattribuzione del sesso e anche in questi casi necessitano di uno status giuridicamente riconosciuto, status che con la legge 164 viene subordinato esclusivamente ad una effettiva trasformazione chirurgica irreversibile.
Già in altri Paesi, in particolare in Olanda e Germania, ad una regolamentazione analoga a quella italiana si affianca la possibilità di un'alternativa chiamata "la piccola soluzione" diretta ad ottenere esclusivamente la modifica anagrafica del nome o dei prenomi, con sentenza peraltro non immutabile (è prevista una decadenza soltanto in caso di matrimonio o nascita di figli). In questo caso l'autorità giudiziaria non ha potere discrezionale ma si limita a ratificare una situazione sulla base della dichiarazione dell'interessato e di perizie rilasciate da due specialisti. L'autocoscienza viene riportata in primo piano e l'interessato ha modo di attuare un "real life test ", cioè di vivere a pieno per un periodo che può anche essere circoscritto.
Lo stesso Parlamento Europeo (ris. settembre 89) invita gli Stati Membri a privilegiare l'autodiagnosi, subordinando soltanto ad una richiesta specifica degli interessati la possibilità di un sostegno psicologico delle persone. Viene inoltre riconosciuto uno status giuridico al transessuale e alla transessuale se pure limitato al periodo pre-operatorio.
(Fonte: Gruppo Nazionale di Lavoro sul Transessualismo)
Conclusioni
Come si vede, il problema del transessualismo, con le implicazioni personali,
sociali e legislative che implica è piuttosto complesso. Pregiudizi e stereotipi
contribuiscono a rendere poi la situazione dei transessuali ancora più difficile.
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