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In queste acque l'elemento predominante è lo zolfo in forma esavalente che nelle
soluzioni idrominerali naturali è rappresentato dal solfato o ione solforico (SO4-
-).
Tra gli altri mineralizzatori possiamo trovare bicarbonati, calcio, magnesio,
sodio, cloro, arsenico, ferro, etc.
Le combinazioni più frequenti sono comunque con bicarbonati, calcio e magnesio
(acque solfato-bicarbonate e solfato-alcalino terrose). La presenza significativa
degli altri elementi citati rende queste inquadrabili in altre classi (salse,
arsenicali-ferruginose, etc.)
Le acque si arricchiscono di solfato di calcio CaSO4 attraversando rocce che
lo contengono, quasi sempre l'elemento deriva da banchi di gesso. Le acque termali
più comunemente utilizzate in terapia sono: bicarbonato-solfato-alcalino terrose,
solfato-calciche, solfato-alcalino terrose, solfato-bicarbonato-calciche.
Le acque elencate, se di residuo fisso non particolarmente elevato, vengono comunemente
imbottigliate, assieme alle bicarbonate, come "acque da tavola".
Azioni biologiche
Le solfate sono acque a struttura complessa; i meccanismi d'azione sono determinati
dalla natura degli elementi contenuti, dalla loro quantità e dalle loro interazioni.
L'acqua di ogni sorgente dovrebbe essere trattata separatamente in quanto possiede
caratteristiche proprie con prevalenza di alcuni effetti terapeutici su altri,
con particolari reazioni avverse, etc.
Come regola generale consigliamo, qualora si vogliano conoscere con precisione
gli effetti di un'acqua, di chiedere informazioni direttamente presso le stazioni
termali o di consultare pubblicazioni sulle caratteristiche di ogni sorgente idrominerale.
Questa regola naturalmente è valida per ogni classe di acqua ma acquista un particolare
significato per le solfate. Esistono, ad esempio, acque solfato-calciche con azioni
eccito-secretrici gastriche e peristaltogene sulle vie biliari tali da controindicarle
nei portatori di ulcera gastrica o duodenale e di piccoli calcoli della colecisti.
In questo capitolo ci limitiamo ad esporre gli effetti fondamentali delle acque
solfate accennando eventualmente alle differenze dovute alle diverse composizioni
ioniche.
Azione su fegato e vie biliari
Numerose acque solfate esercitano un'azione trofica, antitossica e metabolica,
sul parenchima epatico.
E' stata osservata una riduzione della steatosi indotta sperimentalmente da CCl4
in seguito all'assunzione di acque bicarbonato-solfato-alcalino terrose.
Autori italiani e francesi hanno dimostrato che prove di funzionalità epatica
(bromosulfonftaleina, indici enzimologici, bilirubinemia, etc.) dati obiettivi
(riduzione del volume epatico e del subittero) ed elementi sintomatologici (cefalea,
bocca amara, irregolarità digestive, etc.) tendevano nettamente alla normalizzazione
dopo trattamenti idropinici con diversi tipi di acque bicarbonate. Risultati analoghi
sono stati ottenuti con soluzioni idrominerali con preponderante componente solfata.
Come le cloruro-sodiche le acque solfate esercitano sulla funzione biliare azione
coleretica e colagoga. Studi con metodiche radiologiche ed ecografiche hanno accertato
variazioni di volume della colecisti dopo assunzione di acque solfate anche se,
perché il fenomeno fosse evidente, le concentrazioni di tale elemento dovevano
essere abbastanza elevate.
Attualmente si tende ad attribuire queste azioni in gran parte alla componente
in solfati.
Mentre l'effetto terapeutico è ampiamente provato, i meccanismi biologici attraverso
i quali si esplica non sono sufficientemente chiariti.
Le teorie più interessanti riguardano la stimolazione vagale e l'incremento di
ormoni digestivi quali gastrina, secretina e colecistochinina.
La prima ipotesi (stimolazione vagale) è supportata dal fatto che gli effetti
delle acque solfate sull'apparato digerente sono per molti aspetti simili a quelli
dell'attività parasimpatica (ad esempio stimolo alla secrezione ed alla motilità).
Le azioni ormonali sono attualmente oggetto di studio.
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Azione sullo stomaco
E' da tempo dimostrato l'effetto delle acque bicarbonato-solfato-alcalino terrose
nel determinare variazioni quantitative e qualitative del succo gastrico e duodenale,
nel favorire lo svuotamento gastrico e nel normalizzare i valori di acidità. L'aumento
della motilità gastrica e la riduzione del tempo di svuotamento dipendono probabilmente
dalla stimolazione di enterormoni quali la CCK da parte di SO4- -, Mg++ e Ca++.
Sia calcio che magnesio esercitano anche un'azione diretta miorilassante. A queste
due azioni (pro-peristaltica ed antispastica) conseguirebbe un aumento della velocità
di progressione del contenuto del tubo digerente.
L'eccitazione secretoria e l'aumento dell'acidità gastrica sono da attribuire
alla presenza di ioni calcio e probabilmente di solfati, mediati dalla liberazione
di gastrina (ricordiamo che è anche postulata un'azione di stimolo sul vago).
Anche il magnesio, per la sua azione inibente sulla secrezione acida gastrica,
è in competizione con il calcio.
Questo riconferma le differenti azioni tra le acque solfate. Anche l'esperienza
clinica ha evidenziato l'azione eccito-secretrice delle acque solfato-calciche
(povere in magnesio) che le rende mal tollerate dai pazienti portatori di ulcere
gastro-duodenali e gastropatie ipersecretive. Sono invece indicate nelle insufficienze
digestive caratterizzate da iposecrezione ed ipomotilità gastrica con o senza
componente spastica.
Azione sull'intestino
A livello intestinale le acque solfate possono intervenire sui processi di assorbimento.
Si ricordano inoltre le proprietà promuoventi la secrezione e l'attività di alcuni
enzimi pancreatici.
Lo stimolo sulle secrezioni biliari, pancreatiche e gastriche, l'azione eucinetica
sul tubo digerente e l'azione trofica sulle mucose contribuiscono al miglioramento
della funzione digestiva e conseguentemente assimilativa.
Le azioni di solfati, calcio e magnesio contenuti nelle acque minerali sono riconosciute
utili nell'aumentare la velocità del transito intestinale al fine di risolvere
turbe funzionali nelle quali sia accertata anche strumentalmente l'assenza di
un substrato organico: in particolare la stipsi cronica e le alterazioni della
motilità che si estrinsecano in vari modi nella colonpatia funzionale. E' documentata
l'azione di alcune acque minerali, tra le quali le solfate, sulla muscolatura
del grosso intestino con modificazioni dell'austratura e dei movimenti di massa
ed in sostanza con un ritorno verso la norma di quadri radiologici di spasmo ed
atonia in soggetti affetti da stipsi cronica o da stati spastici colici.
Contribuiscono sicuramente all'effetto lassativo le stimolazioni ormonali pro-peristaltiche
(CCK, etc.), l'effetto miorilassante, la stimolazione della funzione biliare e
l'azione osmotica del solfato di magnesio.
Il magnesio è in effetti poco assorbito a livello intestinale (circa un terzo
di quello alimentare) e la velocità di assorbimento è ridotta anche dalla presenza
dei solfati: è provato comunque che parte degli effetti sulla muscolatura del
grosso intestino si esplicano indipendentemente dalle azioni svolte dalle acque
solfate a livello duodenale, epatico e pancreatico.
Tra i possibili meccanismi coinvolti riteniamo che possano essere in gioco la
correzione delle alterazioni dell'equilibrio orto-parasimpatico, azioni dirette
degli elettroliti sulla contrattilità della muscolatura liscia ed ulteriori mediazioni
ormonali.
Azione sull'apparato respiratorio
Le acque solfate sono comunemente impiegate nelle patologie croniche delle alte
e basse vie respiratorie che trovano indicazione nella terapia termale. Sono accertate
le azioni trofiche specifiche ed aspecifiche sulle mucose e le azioni mucolitica
ed antiinfiammatoria. Studi condotti su pazienti affetti da asma bronchiale hanno
evidenziato che le acque solfate determinano probabilmente un minor effetto broncospastico
rispetto ad altre.
Segnaliamo questa evidenza clinica precisando tuttavia che gli effetti spastici
sulla muscolatura bronchiale provocati dalle acque minerali e dalle metodiche
inalatorie sono attualmente oggetto di studio. In particolare si sta cercando
di individuare se siano causati da caratteristiche chimiche o chimico-fisiche
delle acque, dalle metodiche utilizzate, da problemi inerenti le apparecchiature
o da una combinazione di questi fattori.
Classicamente le acque solfate vengono somministrate per bibita nelle patologie
dell'apparato digerente. Più recentemente l'impiego si è esteso, con altre metodiche,
alla terapia di malattie dell'apparato locomotore, circolatorio ed uropoietico.
A supporto esistono studi che hanno provato l'efficacia clinica delle acque in
esame, anche se a volte sono carenti le conoscenze sui meccanismi d'azione specifici.
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L'acqua presente in natura normalmente contiene sostanze disciolte allo stato ionico (sali minerali), allo stato gassoso e in forma non ionica, oltre a composti di natura biologica.