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Indicazioni e risultati terapeutici
La terapia termale è indicata in numerose malattie croniche e/o recidivanti delle alte e basse vie respiratorie. L'azione diretta è ottenuta con la terapia inalatoria che è la metodica di applicazione elettiva, ma va ricordato che:
Prescrivere la terapia inalatoria è più semplice rispetto alla fangobalneoterapia in quanto le controindicazioni sono più limitate e facilmente rilevabili; anche la fase termale è facilmente individuabile ed eventuali riaccensioni infiammatorie o effetti collaterali della cura non costituiscono un grave pericolo per la salute del paziente.
Le principali patologie otorinolaringoiatriche e delle vie respiratorie che trovano indicazione alle terapie termali |
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Anche per le patologie dell'apparato respiratorio possiamo ottenere risultati a breve ed a lungo termine. Al termine di un ciclo terapeutico si osserva generalmente riduzione della flogosi, della sintomatologia dolorosa e della congestione, minor difficoltà all'espettorazione e ridotto ristagno delle secrezioni, variazioni della qualità dell'escreato che da mucoso-purulento si modifica in siero-mucoso; anche la dispnea può ridursi. La tosse nel corso della terapia inalatoria può anche aumentare per la fluidificazione e la mobilizzazione delle secrezioni. Cambia tuttavia le sue caratteristiche da secca e stizzosa a produttiva. I risultati a distanza sono stati evidenziati con gli stessi parametri di studio visti per le patologie dell'apparato locomotore. Anche nelle malattie dell'apparato respiratorio è stata osservata riduzione del numero e dell'intensità degli episodi acuti nelle stagioni (autunno, inverno, primavera) seguenti la terapia termale, diminuzione dell'assenteismo lavorativo e della necessità di ricorrere a terapie farmacologiche. L'entità del miglioramento aumenta progressivamente nel corso di tre anni consecutivi di terapia dopo i quali la continuità garantisce il mantenimento nel tempo dei risultati conseguiti.
Fase termale, crisi termale ed effetti collaterali
La fase termale è rappresentata, come sempre in medicina termale, dai periodi di quiescenza delle patologie. Non devono inoltre essere presenti malattie acute a carico di apparati coinvolti nella terapia inalatoria. Il mancato rispetto della fase termale può determinare la riacutizzazione con peggioramento della condizione patologica. Nel corso della terapia termale possono comunque verificarsi riacutizzazioni, intolleranza e crisi termali.
Metodiche d'impiego e meccanismi d'azione
Le acque più utilizzate in terapia inalatoria sono le solfuree e le salso-bromo-iodiche. Trovano anche impiego le bicarbonate, le solfato-calciche e le arsenicali-ferruginose.
Le metodiche utilizzate sono:
Considerando l'unità morfo-funzionale della mucosa delle vie respiratorie le
prime quattro metodiche (inalatorie in senso stretto) vengono utilizzate sia per
le alte che per le basse vie.
Le inalazioni caldo-umide, erogando particelle d'acqua relativamente grandi (circa
100 micron di diametro), vengono prevalentemente impiegate per le patologie delle
alte vie respiratorie e come coadiuvanti nelle broncopneumopatie; aerosol ed humage,
in grado di penetrare in profondità nell'albero bronchiale, vengono utilizzati
per le basse vie aeree e come coadiuvanti nelle patologie delle vie aeree superiori.
La più classica delle associazioni terapeutiche termali è rappresentata dalla
sequenza inalazione-aerosol.
Gli effetti più importanti di queste terapie sono:
Controindicazioni
Le controindicazioni alla terapia termale inalatoria sono costituite principalmente da: affezioni acute a carico delle vie respiratorie o riacutizzazioni di patologie croniche; tubercolosi in fase essudativa; neoplasie maligne delle vie respiratorie; insufficienza respiratoria acuta o grave insufficienza respiratoria cronica; situazioni di broncorrea "acquosa".
La terapia e la prevenzione termale delle tubotimpaniti croniche al fine di impedire l'evoluzione in sordità rappresentano un'evenienza di confermata superiorità della terapia termale rispetto
alla terapia farmacologica. Flogosi acute recidivanti e croniche rinosinusali e faringee sono in grado
di alterare la pervietà tubarica e la normale aerazione dell'orecchio medio.
Inizialmente l'ostruzione tubarica crea una rottura dell'equilibrio tra la pressione
endotimpanica e quella esterna; in seguito al persistere dell'ostruzione si verifica
un abbassamento della pressione endotimpanica che comporta una stasi nei vasi
e nei linfatici della mucosa con secrezione.
Contemporaneamente la flogosi rinofaringea può propagarsi all'orecchio medio
attraverso il canale tubarico che a sua volta va incontro ad insufficienza con
possibile esito in stenosi.
L'evoluzione del processo è lenta, continua, a volte intervallata da episodi
flogistici acuti, nel bambino il decorso è spesso asintomatico. La presenza di
essudato nel cavo del timpano e la sua successiva organizzazione portano alla
formazione di tessuto connettivo che può determinare atrofia, sclerosi ed aderenze
cicatriziali, calcificazione con blocco della catena ossiculare e conseguente
ipoacusia (sordità). L'ipoacusia di trasmissione, che costituisce l'espressione
sintomatologica soggettiva (ed obiettivabile strumentalmente) di questa affezione,
si accentua progressivamente. La mobilità della catena ossiculare appare ridotta
in grado direttamente proporzionale all'entità del processo sclerotico, che può
giungere, in alcuni casi, a provocarne l'anchilosi fibrosa con conseguente fissità.
L'ipoacusia di trasmissione ha tendenza a trasformarsi in ipoacusia di tipo misto
per una compromissione cocleare secondaria alla flogosi endotimpanica.
Terapia Termale
Con la crenoterapia è possibile intervenire a due livelli:
Per conseguire il primo scopo si ricorre alla terapia inalatoria con intervento
sulle prime vie respiratorie.
L'intervento specifico sull'orecchio medio è rappresentato dall'insufflazione
pertubarica endotimpanica.
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Le controindicazioni sono costituite da processi infiammatori ed infettivi acuti
dell'orecchio medio, perforazione timpanica, interventi di plastica che possono
essere danneggiati dalla pressione del gas, neoplasie maligne locali.
La prescrizione richiede l'accertamento dell'indicazione e la valutazione dell'opportunità
al suo ricorso.
Se la tecnica è eseguita correttamente è raramente dolorosa, tuttavia è fastidiosa e a volte mal tollerata soprattutto dai bambini. In questi casi si può ricorrere al Politzer crenoterapico: si posiziona un'olivetta collegata all'insufflatore in una narice; si chiudono le narici del paziente con cerotti o semplicemente premendo con le dita sulle ali del naso e si invita a deglutire mantenendo la bocca chiusa. Risultati migliori si ottengono, in base alla nostra esperienza, se il paziente inghiotte un sorso d'acqua. La deglutizione provoca lo stiramento e l'apertura dell'ostio tubarico, il gas in pressione che si raccoglie nel faringe e nelle cavità nasali penetra nell'orecchio medio.
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L'acqua presente in natura normalmente contiene sostanze disciolte allo stato ionico (sali minerali), allo stato gassoso e in forma non ionica, oltre a composti di natura biologica.