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Nell'arco del Golfo di Manfredonia a 40 chilometri da Foggia, Margherita di Savoia-Terme
si adagia sulla parte litoranea del Tavoliere foggiano. La città si stende su
un rettilineo di oltre due chilometri che corre parallelamente tra il mare e le
Saline, le più grandi e spettacolari d'Europa. Per le acque salso-bromo-iodiche
le Terme sono frequentate quasi tutto l'anno da curandi che vengono da ogni parte
d'Italia, dai Paesi del Mediterraneo e dagli altri Stati europei.
Margherita di Savoia, località turistica di primaria importanza, dal nome che tradisce inequivocabilmente l'interscambio con la storia sabauda, ha le saline più grandi d’Europa; non può quindi meravigliare il fatto che, da tempo immemorabile, le proprietà terapeutiche delle acque madri, dei fanghi e dei sali estratti in loco, siano conosciute, apprezzate e applicate.
Lo stabilimento termale
Lo stabilimento termale di Margherita di Savoia sorge di fronte al mare, costeggiato
da un'ampia spiaggia e si estende su di una superficie di circa 15.000 mq. Dispone
di attrezzature medico-sanitarie in grado di rispondere alle più specifiche esigenze.
Ai classici reparti per le cure inalatorie, la fango-balneo terapia, i vari tipi
di massaggio, si sono aggiunti il centro di Sordità Rinogena, il centro di Broncopneumologia
e Riabilitazione Respiratoria, la palestra, il reparto Ginecologico e il centro
di Medicina Estetica.
Si praticano cure di fanghi, bagni, inalazioni, nebulizzazioni con l'impiego delle cosiddette « Acque Madri », le famose « acque rosse » delle Saline. Non limpide e di leggero odore di idrogeno solforato, hanno una elevata radioattività naturale, sono ricche di iodio, bromo e soprattutto di cloro. Il tipico colore rosso deriva dalla presenza di un protozoo flagellato, la Dunaliella Salina a concentrazioni molto elevate anche se comunque sono batteriologicamente da considerarsi pure. L'efficacia di queste acque era già nota nell'antichità: si dice, infatti, che dopo la battaglia di Canne, Annibale si fosse bagnato nelle « acque rosse » di Salpi per curarsi dalle ferite. Straordinarie proprietà terapeutiche sono attribuite a speciali alghe, presenti nel Golfo di Manfredonia, che, macerandosi, lasciano in sospensione sali di iodio, bromo, zolfo ed altri minerali in una felice combinazione che non si rinviene altrove, in Italia e in Europa.
L’utilizzo razionale delle proprietà curative delle acque dei bacini salanti
va fatto risalire alla fine del Luglio 1930, circa otto anni dopo la concessione
a titolo oneroso delle acque madri delle Saline da parte dello Stato. Ma l’uso
empirico delle acque madri per scopi curativi si confonde con l’evoluzione stessa
del paese, tanto da farne risalire l’utilizzo allo stesso Annibale (210 a C.),
avendo bisogno costui di cure e riposo. Fino a prima dell’apertura dello stabilimento
termale, ed anche negli anni seguenti, molti pazienti usavano, durante la stagione
estiva, immergersi nei canali di scolo a fondo fangoso delle acque residuali,
a densità 29/30 gradi Beaumè, senza alcun controllo medico. Nelle cure termali,
invece, è previsto che si provveda a diluire con acqua di mare riscaldata le acque
madri a questa gradazione, in modo tale da consentirne un uso terapeutico più
razionale; ciò perché temperatura, grado di concentrazione e tempi di immersione
sono diversi a seconda delle patologie sulle quali intervenire. Stesso discorso
viene fatto anche per i fanghi, che vengono depositati in apposite vasche e lì
amalgamati. Dal modesto impianto del 1930 si è passati poi nel 1947 ad uno in
muratura, sostituito poi nel 1988 da uno ancora più moderno ed efficiente, che
copre una superficie di circa 15.000 metri quadri.
Vi sono compresi i reparti di fangobalneoterapia, ginecologia, riabilitazione
della funzione motoria, ventilazione polmonare, cure inalatorie ed altri per
la cura di malattie che vanno da reumatismi alle affezioni nasali (riniti), delle
orecchie (otiti) e della gola (tracheiti) ed ancora: insufficienza venosa, colecisti,
stipsi, piorrea alveolare, eczemi, dermatiti.
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Le acque termali
Le acque termali impiegate provengono direttamente dalle saline. L'alta concentrazione
salina, il contenuto di bromo e di iodio rendono le "acque madri" particolarmente
efficaci nella prevenzione e nella cura di diverse patologie ginecologiche, dermatologiche,
dell'orecchio, delle vie respiratorie, dell'apparato osteoarticolare.
Esenti da flora patogena, tanto da essere definite "batteriologicamente pure",
sono ricche di una tipica microfauna e microflora che conferiscono all'acqua il
caratteristico colore rossastro.
Secondo la classificazione delle acque minerali italiane di Marfori e Messini,
trattasi di acque cloruro-sodiche-forti (acque salso-bromo-iodiche come quelle di Salsomaggiore, Salice, Castrocaro, Bagno di Romagna).
I Fanghi termali
Il fango, caratteristica peculiare delle Terme di Margherita, matura attraverso
il contatto prolungato per decenni con le "acque madri" e viene mineralizzato
dalla deposizione dei sali in essa contenuti.
Nello stabilimento termale vengono utilizzati unicamente fanghi naturali e mai riciclati, grazie alla vasta estensione delle saline che ne garantiscono
una quantità praticamente inesauribile. I fanghi vengono inoltre arricchiti, sempre
in modo naturale, dalle componenti organiche fornite dalle microalghe e dai piccoli
crostacei contenuti nei bacini.
Fangoterapia
La fangoterapia si effettua applicando il fango sulle parti del corpo interessate. Il fango viene riscaldato ad una temperatura di 45° e poi applicato sui pazienti per circa 10-15 minuti. Questa terapia trova elettiva indicazione nella cura delle artopatie degenerative, di quelle infiammatorie non in fase acuta, come anche in altre patologie in campo ortopedico e traumatologico. I fanghi sono molto efficaci anche in campo ginecologico, applicati in sede pelvica, associati alla balneo-terapia ed alle irrigazioni vaginali.
Turismo naturalistico
Un soggiorno alle Terme di Margherita è sicuramente un'ottima occasione per visitare
le Saline che, come è già stato ricordato più volte, sono le più grandi e spettacolari
d'Europa. In effetti lo spettacolo delle Saline è stupendo: montagne di sale di
un bianco abbagliante, bacini di acque iridescenti e luminose sotto i raggi del
sole. L'aria, fortemente iodizzata, tonifica le energie di chi la respira. Il
panorama è sterminato: quattromila ettari.
Non per niente infatti è la salina più grande d’Italia e una delle più vaste
dell’intero bacino mediterraneo. Sul luogo dell’odierna salina si trovava originariamente
una vasta laguna costiera, il lago Salpi. A seguito probabilmente di periodici
allagamenti di acqua marina nei terreni retrodunali l’evaporazione formava estese
incrostazioni di sale. Fu questo che con ogni probabilità suscitò l’interesse
dell’uomo per questo luogo nel corso dei secoli. L’area vide insediamenti già
nel periodo neolitico e in seguito, con la fondazione della città di Salpi, vi
si succedettero i Greci e i Romani. Questi ultimi utilizzarono Salpi, nel frattempo
rinominata Salapia, con la vicina Siponto anche da punto di imbarco per i cereali
prodotti nel Tavoliere. Della floridezza della città rimangono oggi soltanto rovine
sommerse ed un molo costruito con lastroni di pietra dell’VIII secolo avanti Cristo.
I Romani utilizzarono intensamente i depositi salini e questa attività continuò
a svilupparsi in tutte le epoche successive nel corso delle quali l’intero assetto
territoriale della zona progressivamente si modificò in funzione delle nuove tecniche
di estrazione del sale. I deflussi delle acque basati sulla pendenza naturale
dei terreni furono sostituiti da vasche e in seguito da sistemi di idrovore. Nelle
saline operarono già dal medioevo, nel rinascimento e nelle epoche successive
progettisti famosi ed illustri. Sono ancora osservabili delle strutture fatte
costruire da Ferdinando I di Borbone nella prima metà dell’ottocento che rappresentano
importanti testimonianze di archeologia industriale. La raccolta manuale del sale
è stata progressivamente sostituita da sistemi meccanizzati.
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L'acqua presente in natura normalmente contiene sostanze disciolte allo stato ionico (sali minerali), allo stato gassoso e in forma non ionica, oltre a composti di natura biologica.