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Un’aura mitica circonda le Terme di Acireale, che nel Medioevo si credeva fossero generate dal sangue della patrona della cittadina siciliana, la martire Santa Venera, che le aveva dotate di poteri ultraterreni. In realtà, le proprietà terapeutiche delle sorgenti di acqua sulfurea proveniente dall’Etna erano conosciute fin dall’antichità e furono sfruttate già dai Greci. La loro popolarità, da allora, non è mai venuta meno, trovando nel tempo illustri estimatori tra i quali il compositore tedesco Richard Wagner, il Re Umberto I e la Regina Margherita fino al clinico napoletano Antonio Cardarelli.
Un po’ di storia
I primi a riconoscere le proprietà terapeutiche delle acque sulfuree che provengono
dal vulcano Etna nella contrada Reitana furono i Greci che edificarono anche le
prime costruzioni termali denominandole Xiphonie.
Di queste ultime vi sono rimaste solo alcuni segni, al contrario dell’impianto
termale edificato dai romani a S. Venera al Pozzo che rappresenta oggi una delle
attrattive di maggiore interesse archeologico della zona. Nel Medioevo, più precisamente
nel II secolo d.c., si diffuse la credenza che il sangue di S. Venera, la patrona
di Acireale, con il suo martirio avesse dotato le acque di poteri ultraterreni.
Bisognerà però attendere il 19° secolo perché le terme fossero dotate di attrezzature
adeguate per ospitare i suoi frequentatori: lo stabilimento di S. Venera (dotato
anche di un parco e di un suntuoso albergo, il “Gran Hotel des Bains”) fu edificato
a spese del Barone Agostino Pennini di Floristella che lo volle con una splendida
facciata di stile neoclassico e fece di Acireale uno dei centri termali più rinomati
della Sicilia. Negli anni, quindi, si sono succedute più modifiche strutturali
fino al 1987, quando è entrato in funzione il più moderno ed attrezzato Complesso
Termale di S. Caterina.
L’acqua termale
La mescolanza delle acque sulfuree dell’Etna con l’acqua marina sotterranea danno
origine ad un’acqua classificabile come sulfureo-salsobromoidica leggermente radioattiva
che sgorga ad una temperatura di 22 gradi centigradi. Il fango che viene utilizzato
nelle terme, di tipo vegeto-minerale, è ottenuto facendo macerare per tre anni
l’argilla vulcanica nell’acqua sulfurea che viene arricchita dalla microflora
che si trova in superficie.
Le caratteristiche dell’acqua la rendono particolarmente consigliata per la cura
di malattie otorinolaringoliatriche, dermatologiche, reumatiche ed osteoartrosi,
ginecologiche e dell'apparato respiratorio.
Lo stabilimento termale
Le Terme di Acireale sono dotate di un Centro di Benessere e di Medicina Idrologica, Fisica e Riabilitativa. La terapia con fanghi (indicata per la cura della osteoartrosi, reumatismi extra articolari, le nevralgie, le mialgie, le artropatie pratiche gottose e gli esiti di fratture) prevede prestazioni con fango e bagno sulfureo, l’idromassaggio sulfureo, il massaggio manuale e la visita specialistica ortopedica.
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Turismo nei dintorni
Basterebbe la sola città di Acireale, con le sue attrattive storiche e culturali,
a soddisfare l’interesse degli ospiti delle Terme.
L’etimologia del nome va fatta risalire alla leggenda dell’amore impossibile
del pastorello Aci per la ninfa Galatea.
Secondo altri storici, il nome ha origine dal greco Akus che vuol dire “penetrante”,
con riferimento alla bassa temperatura di un fiume che scorreva nei pressi della
città e che scomparve in seguito alle ripetute colate di lava dall’Etna. Durante
il periodo romano, quindi, la città prese il nome di Aquilia e dopo la ricostruzione
che seguì il terremoto del 1169 si chiamò Aquilia Nuova.
Essa si trovava comunque in una posizione diversa da quella attuale, perché l’antica
città fu distrutta per volontà del re Roberto di Napoli, costringendo gli abitanti
a rifugiarsi in una vicina altura ove ha origine l’attuale centro abitato, ribattezzato
nel 1642 da Filippo IV “città regia”, che rappresenta quindi la vera etimologia
di Acireale. Le sventure della città, però, non finirono qui perché mezzo secolo
dopo, nel 1693, fu nuovamente distrutta da un terremoto, per rinascere nell’assetto
con il quale sarebbe più o meno sopravvissuta ai giorni nostri.
Tra le maggiori attrazioni della città vi è il Duomo del XIV secolo di stile
romanico-gotico, al cui interno vi è la cappella di S. Venera, la patrona della
città, con una statua in argento della santa. Vi sono poi la Basilica dei SS.
Pietro e Paolo, edificata nel 1600 e la Chiesa di S. Sebastiano (XVII secolo)
con una facciata di stile barocco. Da vedere anche il Palazzo Comunale (1659)
e il Palazzo Modò, con le sue mensole figurate. Ad Acireale si svolge quello che
è considerato il più bel carnevale di Sicilia, le cui origini risalgono alla fine
del XVI° secolo.
A breve distanza dalla città, vi sono alcune delle più belle località della costa
orientale siciliana, da Taormina a Catania (della cui provincia fa parte), da
Noto a Siracusa fino, naturalmente, all’Etna.
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