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Per secoli la zona di Ferentino, ove si trovano le Terme Pompeo (dal cognome del proprietario del terreno che fece edificare la prima struttura termale) è rimasta un’area paludosa che scoraggiava la frequentazione delle sorgenti. Solo a metà del XIX secolo la palude fu finalmente prosciugata e, dopo la bonifica, le Terme Pompeo iniziarono ad essere conosciute come tra le più rinomate del Lazio e del Centro Italia.
Un po’ di storia
Le scarse notizie relative alla presenza di impianti dell’epoca romana a Ferentino
fanno risalire alla moglie dell’imperatore Vespasiano e madre di Tito e Domiziano,
Flavia Domitilla, la costruzione di un edificio termale, del quale sono stati
ritrovati alcuni resti e la testimonianze scritte di alcuni autori tra i quali
Tito Livio e Svetonio. Le condizioni paludose della zona, che si sono protratte
fino agli inizi del XVIII secolo, fanno tuttavia ritenere che le risorse termali
non siano mai state sfruttate adeguatamente, né durante il Medioevo né in epoche
successive. La bonifica della zona, terminata all’inizio del XIX secolo, incoraggiò
un proprietario di un terreno irrigato dalle acque termali a promuovere la costruzione
di una struttura ad uso terapeutico nel 1854; il proprietario si chiamava Ambrogio
Pompeo e le terme, la cui concessione è rimasta ai suoi eredi, presero da lui
il nome. Venti anni dopo la realizzazione dell’edificio termale, Ambrogio Pompeo
commissionò al chimico Guido Baccelli una accurata analisi della acque che lo
studioso realizzò insieme al collega De Santis nel 1878 (“Le acque acidulo-solforose
di Ferentino”) e sull’onda di tali analisi, che esaltavano le qualità chimiche
e terapeutiche delle acque termali della zona, altri medici ne approfondirono
la conoscenza mentre la frequentazione delle Terme Pompeo cresceva di stagione
in stagione, facendone una delle strutture termali più conosciute ed apprezzate
nel Lazio.
Le acque
Le sorgenti termali dell’area di Ferentino sono quattro - Fontana Olente, Strofino, la Bicipite e la Bagnatoio – ma le Terme Pompeo utilizzano attualmente solo quest’ultima, con una portata di 130 litri al minuto. Si tratta di un’acqua fredda (sgorga ad una temperatura di 19°), di tipo sulfureo-bicarbonato-calcico con un grado sulfidrimetrico medio (19/1) che garantisce un’applicazione per molte patologie. Il contenuto in ioni di bicarbonato è valutato attorno a 1,04 g., quello di calcio attorno ai 0,27/1 g. mentre quello C02 corrisponde a 361,3/1 ml. Le patologie indicate per l’acqua delle Terme Pompeo sono quelle respiratorie (faringiti, riniti, bronchiti), le malattie otorinolaringoiatriche, quelle reumatiche, cardiovascolari, ginecologiche e quelle dermatologiche. I trattamenti effettuati con le acque sono i bagni, gli idromassaggi, le inalazioni, le irrigazioni, le insufflazioni e le ventilazioni polmonari.
Lo stabilimento termale
Il nuovo complesso delle Terme Pompeo è stato realizzato tra il 1979 e il 1983
ma è entrato in attività solo nel 1984. La sua caratteristica è quella di inglobare
gli impianti, i servizi e altre strutture in un unico edificio che occupa un’area
coperta di 2.200 mq con 4 piani di elevazione.
Ai quattro piani corrispondono i vari reparti di cura: un piano ospita le sale
per le visite mediche, uno ospita il reparto per i trattamenti balneo terapici,
uno il reparto per i trattamenti ginecologici e uno il reparto per i trattamenti
inalatori. L’impianto termale è dotato anche di un Centro Congressi che si trova
all’interno di un parco secolare accanto al vecchio stabilimento con una sala
a forma di anfiteatro dalla capienza di 250 posti ed alcune sale meetings di capienza
minore, oltre ad aree espositive e spazi per servizi post-congressuali.
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Turismo nei dintorni
Il contesto ambientale nel quale è situata la stazione termale la rende particolarmente
interessante per il turismo naturale; le mete più ambite, da questo punto di vista,
sono gli altipiani di Arcinazzo, il Lago Canterno e il Circeo. La cittadina di
Ferentino, che si trova ad un chilometro di distanza dal complesso delle Terme
Pompeo, offre essa stessa alcuni motivi di richiamo turistico, con i resti di
una Acropoli pre-romana, la cinta muraria e le porte romane, il Duomo romanico
ed altri edifici medievali.
Tutta la provincia di Frosinone, detta anche Ciociaria, è segnata dall’antica
presenza dei Romani, il cui dominio sulla zona seguì quello degli Ernici, degli
Equi, dei Volsci e dei Sanniti. Vi è dunque una presenza significativa di resti
archeologici di epoca romana, così come di castelli e fortificazioni medievali.
Quattro i parchi archeologici dell’area da quello di Fregellae ad Arce, al Parco
Casinum di Cassino dal Casale di Castro dei Volsci a quello del Castello dei Conti
d’Aquino, a Roccasecca.
Oltre a quelle di Ferentino, appartengono al territorio ciociaro anche altre
Fonti termali molto frequentate come quelle di Bonifacio e la Fonte Anticolana
a Fiuggi e le Terme Varroniane a Cassino.
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