Silvia Valenti
Passiamo in media il 90% del nostro tempo in un ambiente chiuso, quale casa, scuola, ufficio, ma anche in ristoranti, musei, negozi, ospedali, mezzi pubblici. Una percentuale che sale ulteriormente per alcune categorie più deboli, come bambini e anziani. La qualità dell’aria che respiriamo in questi locali è importante, ma troppo spesso sottovalutata, perché l’attenzione generale è rivolta soprattutto all’inquinamento atmosferico esterno, ai picchi e superamenti delle polveri sottili. Negli ambienti confinati l’aria può riempirsi di sostanze potenzialmente pericolose per la salute e il benessere degli occupanti: emessi per esempio da pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali di costruzione e materiale per ufficio (come adesivi, marcatori, colle, stampanti, fotocopiatrici).
Gli inquinanti negli ambienti interni possono essere generati da molteplici sorgenti e la loro presenza dipende, oltre che dalla natura dell’origine, anche dalla ventilazione, dalle abitudini e dalle attività esercitate dagli occupanti negli ambienti interessati. È bene dunque areare gli ambienti interni, ma facendo attenzione a tempi e modalità, per non aggravare la concentrazione di sostanze nocive introducendone dall'esterno (per esempio in situazioni di forte smog o concentrazioni di ozono).
In aiuto della qualità dell’aria degli interni che frequentiamo arriva la tecnologia, con un tessuto ideato da Anemotech in grado di assorbire gli inquinanti e i germi. Può essere inserito in tendaggi, pareti divisorie, lampade, quadri ed elementi d’arredo, aiutando a igienizzare e rendere salubre l’ambiente.
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