Un itinerario alla scoperta dei due volti di questa regione: dall'animata e luminosa
riviera di Albenga saliamo fino ai valichi e alle valli dell'entroterra, in un
ambiente prettamente montano. L'alta valle del Tanaro e un "pezzo" di Piemonte
"Liguria: dove Alpi e Appennini si incontrano in riva al mare"
In questa breve frase è forse sintetizzato l'ambiente naturale di questa regione,
singolare e attraente sotto molti punti di vista.
In particolare la Riviera di ponente, dove si svolge il nostro itinerario, presenta
il contrasto forse più forte, con vette che superano i duemila metri di quota.
Ci troveremo quindi di fronte a panorami e ambienti sempre diversi e sempre belli,
con una grande ricchezza storica, culturale e umana.
Albenga e la sua "pianura"
La nostra gita prende le mosse dalla bella cittadina turistica di Albenga, l'antica
"Albium Ingaunum" fondata dai Romani nel II secolo prima di Cristo, su un esistente
villaggio fortificato dei Liguri Ingauni.
Seguendo la Statale 453, che si avvicina alla valle del torrente Arroscia, non
possiamo non notare la piccola "pianura" di Albenga, percorsa dal fiume Centa:
una vasta area coltivabile in riva al mare, unica nel suo genere in Liguria, collegata
con l'entroterra da agevoli percorsi, che contribuirono alla passata importanza
di questo luogo.
Di borgo in borgo, sulle antiche Vie del sale
Superato il tipico borgo medievale di Villanova d'Albenga, l'ambiente gradualmente
cambia, con i boscosi fianchi della valle che si fanno sempre più alti, ben oltre
i mille metri di quota, punteggiati di piccole frazioni, chiese, santuari, castelli
Ormai nel cuore della valle, eccoci a Pieve di Teco, antichissimo centro abitato
sorto sul percorso di alcune vie "marenche", o "del sale", tra la Liguria e il
Piemonte. Da visitare il castello e il nucleo storico, che ha conservato i portali
di ardesia e i portici gotici dell'antica via del mercato, risalente al XIII secolo.
Tra uliveti e vigneti, la strada si fa più ripida, permettendoci di raggiungere
il non lontano abitato di Pornassio, con il suo poderoso castello duecentesco,
distrutto nel 1405 e quindi ricostruito: il maniero si presenta in buone condizioni,
tanto che una parte è ancora abitata dai discendenti dei marchesi Scarella, che
ricevettero Pornassio in feudo dal doge di Genova nel lontano 1385.
Il Colle di Nava e il Piemonte
Pochi chilometri, ed eccoci sull'ampio valico del Colle di Nava, a 934 metri
di quota, con le sue vaste praterie circondate da boschi: un punto di transito
agevole, strategicamente di grande importanza, frequentato fin dai tempi più remoti,
come tra l'altro ha dimostrato il ritrovamento, sul versante ligure nei pressi
di Pornassio, di una tomba a incinerazione del VII secolo prima di Cristo.
Scendendo lungo il versante settentrionale del valico, entriamo nell'alta valle
del fiume Tanaro, e quindi in Piemonte, fino a raggiungere l'antichissimo borgo
di Ormea, abitato ben prima della dominazione romana, che si fa notare per il
curioso perimetro a forma di cuore del suo centro storico.
Garessio: le terme e il santuario
Seguendo il corso del Tanaro, raggiungiamo in breve l'importante centro turistico
di Garessio, anch'esso di antiche origini, noto per le sue terme, utilizzate anche
da Napoleone e da Vittorio Emanuele II, e per l'acqua minerale S. Bernardo, tra
le prime a essere imbottigliata e venduta, già negli anni '20 del '900.
Da visitare anche il grandioso santuario della Beata Vergine di Valsorda, con
la sua monumentale cupola, edificato nei primi decenni del '900, in sostituzione
di un tempio ben più antico. L'origine della devozione mariana, infatti, pare
risalga addirittura al XV secolo, in ringraziamento per la liberazione da una
pestilenza.
Lasciandoci ora alle spalle il fondovalle, riprendiamo a salire fino a raggiungere
un altro importante valico delle Alpi liguri: il Colle San Bernardo (quota 957
metri), che ci riporta nuovamente in Liguria.
Nel regno della castagne
Seguendo il percorso di un'antica Via del sale, eccoci a Erli, in passato stazione
di cambio di cavalli, ma probabilmente di origini ben più antiche e misteriose,
se è vero che il nome del paese, come vuole una tradizione, deriverebbe dal popolo
nordico degli Eruli.
L'abitato, con la bellissima Pieve di San Martino dell'XI secolo, è circondato
da rigogliosi boschi, famosi soprattutto per le castagne, a cui è dedicata una
caratteristica sagra in Ottobre, ma anche per i funghi.
L'ambiente è ancora prettamente collinare, solitario, rurale e agreste, ma il
mare ormai non è lontano: seguendo a poca distanza il corso del torrente Nera,
ci lasciamo velocemente alle spalle le ultime elevazioni, fino a raggiungere nuovamente
la "pianura" di Albenga e il centro cittadino, al termine di un itinerario che
ci ha fatto scoprire "l'altra faccia" della Liguria, forse meno nota, ma non meno
bella
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Questa facile escursione, alla portata di tutti e fattibile pressoché tutto l'anno
(in assenza di neve), oltre a notevoli prerogative panoramiche presenta un grande
interesse storico: permette infatti di visitare tre fortezze edificate nell'800,
a presidio di un valico di strategica importanza, noto fin dall'antichità, che
mette in comunicazione la riviera ligure con il Piemonte.
L'intero percorso richiede due ore di comodo cammino, con un dislivello di circa
350 metri.
Una tranquilla passeggiata tra le fortezze
Dopo aver visitato la potente struttura difensiva del Forte Centrale, dal Colle
di Nava (quota 934 metri) ci si incammina lungo una stradina (inizialmente asfaltata)
in direzione sud, toccando il non lontano Forte Bellarasco. Superata la fortezza,
si prosegue sostanzialmente in piano, trascurando una prima deviazione a sinistra
e una successiva a destra, raggiungendo così, a 926 metri di quota, l'ampio crinale
meridionale del Monte Bellarasco.
Si abbandona ora lo sterrato per seguire, sulla sinistra (nord), l'inconfondibile
crinale che, con regolare salita, conduce sulla vetta del Monte Bellarasco, dove
termina la salita (quota 1300 metri circa).
Proseguendo ora in discesa, sempre in direzione nord lungo il crinale della montagna,
si raggiunge il ben conservato Forte Richermo, a 1206 metri di quota.
Il cammino prosegue ora in direzione ovest, lungo un sentiero che, gradualmente,
si trasforma in stradina, fino ad arrivare nuovamente alla sella del Colle di
Nava.
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Percorrendo la Riviera di ponente, da Savona consigliamo di compiere una breve
deviazione (circa 15 chilometri lungo la Statale 29) per visitare un luogo per
certi versi simbolico: la Bocchetta di Altare, nel territorio dell'omonimo paese,
punto di demarcazione tra Alpi e Appennini.
Raggiunto l'abitato di Altare, si segue Viale de Caroli fino ad arrivare in breve
alla Bocchetta di Altare (459 metri di quota) dove un bel monumento ci ricorda,
con un pizzico di emozione, che qui Alpi e Appennini si incontrano.
Le due principali catene montuose italiane dove realmente si incontrano?
Il lettore non potrà non ricordare che su tutti gli atlanti il punto di demarcazione
tra Alpi e Appennini è indicato nel Colle di Cadibona, alla quota di 435 metri.
In realtà, fin dai tempi delle guerre tra i Cartaginesi e i Romani, era ben nota
la massima depressione tra la catena alpina e quella appenninica, ovvero la "Bocchetta
di Altare".
Per secoli non ci furono dubbi, fino alla metà dell'800, quando si iniziò a parlare
del Colle di Cadibona come punto di congiunzione tra Alpi e Appennini.
Ma si trattava di un grossolano errore, come evidenziò nel 1891 una relazione
del T. Colonnello Gallet, direttore dell'Osservatorio meteorologico della Fortezza
d'Altare, in quanto "il Colle di Cadibona si trova su una delle propaggini che
si dipartono dal colle della Bocchetta d'Altare" che rappresenta, quindi, la vera
massima depressione e il punto di congiunzione, lungo la cresta spartiacque delle
Alpi e degli Appennini.
La "rivendicazione" del primato della Bocchetta d'Altare come punto di unione
tra le Alpi e gli Appennini iniziò solo nel 1990, e attualmente (inizio 2002)
è ancora in corso la lunga e complessa procedura tecnico-burocratica con l'Istituto
Geografico Militare, peraltro con buone e concrete prospettive di successo.
Un po' di Storia tra natura e meraviglia
Nelle vicinanze, è inoltre possibile visitare i ruderi del Castello di Altare
(edificato nell'XI secolo) e i Forti Tecci e Cascinotto, tipiche fortificazioni
di fine '800.
Si ringrazia il Sig. Gino Bormioli, della sezione CAI di Altare e profondo conoscitore
della storia locale, per le informazioni e le fotografie fornite. |